Con la fine dell’anno sempre più vicina, e con essa la manovra finanziaria del 2024, erano particolarmente atteso l’intervento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in Commissione Bilancio della Camera. Vista la delicatezza della materia e i recenti ‘smottamenti’ dentro e fuori l’esecutivo, non si sono fatte attendere le reazioni da parte degli esponenti politici, tra i rinnovati attacchi dell’opposizione e la difesa dei partiti di governo.

Giorgetti in Commissione Bilancio, le reazioni, Magi (+Europa) e Calenda (Azione) in coro: “Deve dimettersi”. Faraone (Iv): “Un semplice notaio”

Non è una chiusura d’anno piacevole quella vissuta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Costretto a complicati equilibrismi tra i ‘paletti’ economici voluti dall’Europa e le esigenze di consenso del governo e dei suoi partiti, si è ritrovato a gestire numerose ‘patate bollenti’ nell’ultimo periodo.

L’ultima, in ordine di tempo, quella del Mes, la cui mancata ratifica da parte del Parlamento italiano ha reso ancora più problematica la sua posizione, che appare isolata anche all’interno del suo stesso partito, la Lega.

Oggi, 27 dicembre, il ministro si è recato in Commissione Bilancio della Camera proprio per un intervento chiarificatore sulle sue scelte di politica economica e, ancora una volta, è stato in primo luogo il Mes a catalizzare le critiche più feroci dalle opposizioni.

Il segretario di +Europa Riccardo Magi e il leader di Azione Carlo Calenda tornano a chiedere le dimissioni del ministro, nonostante lui stesso abbia già negato questa possibilità.

Magi accusa Giorgetti di essere incapace di “esprimere una sua linea“, per partecipare a un gioco delle parti con Matteo Salvini e Giorgia Meloni in vista della campagna elettorale per le Elezioni Europee del 2024 che, però, indebolisce il Paese di fronte all’Europa.

“Giorgetti sta burocraticamente prestando il fianco al gioco sporco di Meloni e Salvini contro l’Europa, consapevole però che si sta facendo il male dell’Italia. La nostra opinione non cambia dopo questa audizione: Giorgetti si dimetta”.

Stessa conclusione per Calenda, che in un post sui social tira in ballo sia la credibilità dell’Italia sia la “dignità personale” del ministro per motivare la sua richiesta di un passo indietro da parte di Giorgetti che, secondo lui, ha perso la fiducia della sua maggioranza.

Anche Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, insiste sullo scarso ‘peso’ politico di Giorgetti e sui danni che questa mancanza di autorevolezza possono provocare al Paese, in Italia e in Europa.

“Il vice di Salvini [è] sempre più un notaio che redige atti che vengono da altri, sia a Bruxelles che a Roma. Una mesta figura che ottiene il solo risultato di indebolire sempre di più l’Italia”.

Marattin (Iv) contro la Manovra: “Sullo scorporo degli investimenti Crosetto e Tajani non dicono la verità” | VIDEO

Molto duro anche Luigi Marattin, deputato di Italia Viva che, innanzitutto, critica l’incoerenza della Lega sul debito pubblico emersa oggi nelle parole di Giorgetti.

“Oggi abbiamo sentito 20 minuti di sermone contro il fare più debito pubblico e per il rispetto delle regole, da parte del vicesegretario della Lega che, a tempo perso, fa anche il ministro dell’Economia. Un partito, però, che da 10 anni parla solo di fare più debito e zero regole”.

Poi, sul Patto di stabilità, accusa i ministri degli Esteri e della Difesa Antonio Tajani e Guido Crosetto di aver mentito a proposito dello scorporo delle spese per Interesse e per la Difesa che, come confermato da Giorgetti, non sarebbe previsto.

Ma l’affondo più duro Marattin lo dedica all’isolamento e alla perdita di credibilità dell’Italia in Europa, determinata dalle decisioni del ministro e del governo di cui fa parte.

Un’Europa che, secondo il deputato di Italia Viva, non si fida più dell’Italia e di tutti quei Paesi che “ogni volta che possono, si rimangiano la parola data e cedono al populismo. Il fatto che in Europa pensino queste cose di noi italiani – spiega Marattin – è uno stereotipo di cui nessuno di noi è convinto, ma spesso i nostri comportamenti lo avallano. Se firmi il Mes in Europa e poi, tornato in Italia, cominci ad attaccarlo come ha fatto Salvini, questo è quello che succede“.

Movimento 5 Stelle, attacco Superbonus e Ponte sullo Stretto

Dal Movimento 5 Stelle arrivano, invece, gli attacchi per le parole di Giorgetti sul Superbonus e la conferma che non sarà prorogato per via delle sue ricadute sulle finanze dello Stato.

Agostino Santillo, vicecapogruppo M5s alla Camera, accusa il ministro di portare avanti una narrazione “apocalittica” sulla misura, senza supportarla con numeri e dati verificabili, e non risparmia una battuta sugli investimenti per il ponte sullo Stretto di Messina.

“Giorgetti ha detto che quella per il Superbonus 110% è ‘un’allucinazione’ che deve finire. È curioso sentire il titolare del Tesoro che sta autografando un esborso pluriennale da 12 miliardi per il ponte sullo Stretto parlare di stati allucinogeni”.

Santillo completa, poi, il suo ragionamento, facendo notare al ministro come gran parte della sua stessa maggioranza stia parlando di prorogare il Superbonus per consentire la conclusione dei lavori già iniziati. Una proroga “inevitabile” per il M5S.

I cantieri aperti devono arrivare in fondo o rischiamo un caos che, a confronto, gli incubi di Giorgetti sembreranno sogni paradisiaci. Soprattutto il ministro deve capire che vanno sbloccati i crediti incagliati, come la presidente Meloni aveva a più riprese prom.esso prima di varcare la soglia di palazzo Chigi”