Il biodigestore di Casal Selce nelle intenzioni del sindaco Gualtieri dovrà raccogliere la pesante eredità della discarica di Malagrotta, con la sua costruzione che è diventata improvvisamente una priorità dopo l’incendio dello scorso 24 dicembre che ha reso inutilizzabile uno dei TMB. Lo scorso 22 dicembre il bilancio di Roma Capitale approvato ha dato il via libero all’investimento di 47 milioni per la costruzione, con i fondi del PNRR, ma già da due anni il progetto è al centro del pensiero dell’amministrazione sin dal suo insediamento nel 2021. Ed è proprio da quel momento che è stato costituito un comitato permanente con abitanti del quartiere che si danno il cambio giorno e notte per far sentire forte la propria voce di protesta. TAG24 ha incontrato in esclusiva uno dei fondatori del “comitato dei condannati”, Celestino Leonetti.

Biodigestore di Casal Selce erede di Malagrotta, la video intervista al comitato del no

Celestino Leonetti è membro dei tanti comunicati dei quartieri limitrofi alla discarica di Malagrotta, ma la sua protesta è andata a oltre costituendo un vero e proprio presidio permanente dei “condannati”. Dopo l’incendio dello scorso 24 dicembre sembra che qualcosa stia cambiando: “Sono due anni che
siamo qui a protestare contro il nuovo biodigestore. Siamo un comitato dei quartieri Massimina, Valle Galeria, Casal di Selce e Malagrotta, la discarica dista circa 400 metri. Abbiamo fatto questo presidio due anni fa, proprio per evitare che il sindaco di Roma faccia costruire questo nuovo biodigestore. Siamo pieni di impianti e siamo molto arrabbiati, dopo quanto accaduto non ci permettono neppure di manifestare per far sentire la nostra voce”
, la sua denuncia.

Il cittadino continua poi annunciando la discesa in piazza per sabato prossimo: “La questura non ci ha permesso di fare una manifestazione, domani (28 dicembre ndr) verrà anche una commissione di parlamentari per le ecomafie. In ogni caso, anche se non arrivasse alcun permesso, scenderemo in piazza il prossimo sabato 30 novembre alle 10:30 per dire a tutta la cittadinanza costa sta succedendo con Malagrotta.L’appuntamento è al semaforo alla Massimina. Nessuno dei municipi 11, 12, 13 ne tantomeno il sindaco di Roma si è degnato di venire a dare spiegazioni. È il momento di dire ai cittadini cosa sta accadendo”.

Questo è il secondo incendio nel giro di un anno e mezzo, con la situazione che stavolta è ancor più preoccupante e la procura di Roma ha aperto anche un fascicolo: “Tanti sono scappati dai parenti, si parlava di evacuare la zona, e io che l’ho vissuto veramente la storia degli impianti BIO-TMB che bruciavano posso dire che mi sono preoccupato di più rispetto allo scorso incendio. L’altra volta si dipanò un vento che ha spinto la nube verso Fregene, adesso ha preso tutto questo quadrante fino a Casalotti, con tutta Massimina, Ponte Galeria arrivando anche verso l’Eur. Noi siamo incavolati, sono 50 anni che paghiamo da quando  Manlio Cerroni  ha cominciato a metterci la discarica uccidendoci e adesso il sindaco di Roma ci vuole seppellire con il biodigestore. Non possiamo più accettare una cosa del genere, perché qui già ci sossati tanti morti, tanti morti di tumore. Noi abbiamo visto la morte in faccia”.

L’ombra della mafia sugli incendi di Malagrotta

I cittadini dei comitati sono certi che dietro gli incendi non solo ci sia il dolo, ma anche la mano nera della criminalità organizzata: “Quella che parla ora è la voce del popolo, lo sappiamo che dietro c’è la mano ferma della mafia, gli hanno tolto tutto per questo a Cerroni. È una guerra e chi ne sta pagando le conseguenze siamo noi cittadini. accusato di mafia”, c’è un altro membro del comitato che va oltre nelle accuse “Non vorrei che quanto accaduto negli scorsi giorni sia un modo per imporci il biodigestore”.

Celestino Leonetti spiega di aver fatto anche un ulteriore gesto di protesta lo scorso 22 dicembre: “C’è stata l’approvazione del bilancio con i 47 milioni che devono venire qui proprio in questa zona per fare il biodigestore. Io dico solo che il sindaco si deve vergognare di mettere ancora in pianti in questa zona dopo che già abbiamo dato per 50 anni. Gliel’ho detto al signor sindaco che i rifiuti li abbiamo solo noi e non è giusto, abbiamo anche pensato di fare un censimento per staccarci dal comune di Roma come già fatto da Fiumicino”.

Le richieste al sindaco Gualtieri

Arrivano poi le accuse dirette al sindaco Gualtieri: “Lui è venuto in campagna elettorale dicendo che non avrebbe più toccato la Valle Galeria dopo Malagrotta, invece il 22 dicembre ci ha fatto il regalo di Natale. Qui vogliono costruire una seconda città di rifiuti dopo quella che abbiamo già ospitato e subito, abbiamo un elenco di 250 persone morte di tumore e anche se non tutte sono dovute a Malagrotta una buona parte secondo me sì”. La soluzione è fare degli impianti per i rifiuti, ma non più qui: “Io non sono contro l’inceneritore o gli impianti, però non è corretto che piova sempre sul bagnato. Non è giusto che ancora una volta si faccia in questa zona. Io ho fatto la mia prima manifestazione nel 1985 a 30 anni, ora ne ho più di 70 e sto combattendo per il futuro dei miei nipoti. Noi chiediamo che il sindaco di Roma
faccio un consiglio straordinario su la zona della Valle Galeria e che si renda conto veramente
che qui la zona è satura e che noi abbiamo già dato. Gli impianti vanno spostati altrove”
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