In arrivo novità a fine 2023 che riguardano la flat tax, il regime di partita Iva adottato dai contribuenti forfettari. Per il calcolo dei limiti di compensi e di ricavi, necessari per adottare il regime fiscale più conveniente, si dovrà far riferimento ai volumi d’affari, considerando che, nel calcolo stesso, rientrano numerose piccole attività. Il cambio è detto dall’esigenza di determinare un più coerente criterio di quantificazione di quanto si incassi con quanto prevede la direttiva europea sugli esoneri Iva. La direttiva di riferimento è la 285 del 2020. 

Altre novità interessano i forfettari nell’adozione dell’obbligo di fatturazione elettronica a decorrere dal 1° gennaio 2024. Interessati sono tutti i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che avevano potuto rimandare, finora, l’obbligo di adesione al Sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle entrate. 

Forfettari, le novità in arrivo a fine 2023: cambia il calcolo per la flat tax 

In arrivo un cambio di calcolo per determinare il totale dei compensi e dei ricavi delle partite Iva a regime forfettario. Nel Consiglio dei ministri di fine 2023, in calendario domani 28 dicembre, potrebbe arrivare una novità di calcolo per determinare la permanenza (o l’adozione) della partita Iva che consente di avere la flat tax del 15% (o del 5% per i primi cinque anni di attività) oppure no.

In particolare, il provvedimento in arrivo dovrebbe dettare nuove regole di calcolo basate sulla quantificazione non più dei compensi e dei ricavi, ma del volume d’affari. Infatti, l’attuale meccanismo introdotto per il regime di favore dalla legge numero 190 del 2014 (legge di Stabilità 2015), consente di verificare il diritto a rimanere o ad adottare la partita Iva con flat tax sulla base di quanto si incassi e sul fatturato. 

Tale metodo, che determina la possibilità di applicare le percentuali agevolate di tassazione, è in contrasto con quanto prevede la direttiva europea numero 285 del 2020. Il provvedimento comunitario, infatti, parla di volume d’affari all’anno, prevedendo per le piccole attività – in base alle franchigie adottate nei singoli Paesi membri – di poter non applicare l’Iva. 

Forfettari novità calcolo per determinare i limiti di 65mila e 85mila euro 

Le nuove norme che arriveranno dal Consiglio dei ministri di domani dovrebbero mettere in chiaro, quindi, quali sono i criteri da seguire per determinare se il volume d’affari superi o meno le soglie previste dalla legislazione italiana. In particolare, la legge di Bilancio dello scorso anno aveva stabilito che il tetto di compensi e ricavi da non superare per mantenere la flat tax è di 85mila euro (rispetto ai 65mila euro in vigore fino al 31 dicembre 2022). Superando questo limite, la partita Iva deve uscire dal regime forfettario a partire dall’anno successivo a quello dello sforamento. 

Un secondo limite, pari a 100mila euro, è previsto invece affinché si determini la fuoriuscita immediata dal regime forfettario al suo superamento. In questa ipotesi, l’Agenzia delle entrate è intervenuta a dicembre con la nuova circolare per chiarire quali sono le modalità di uscita dal regime forfettario per entrare in quello ordinario. 

Partite Iva, obbligo di fattura elettronica per tutti dal 1° gennaio 2024 

Infine, a decorrere dal 1° gennaio 2024 finisce il regime di vantaggio rispetto alla fattura elettronica per le partite Iva che finora erano state esonerate dall’obbligo. Dunque, tra qualche giorno tutte le partite Iva dovranno adottare almeno il Sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate (o rivolgersi a fornitori privati), per l’emissione, la ricezione e la conservazione dei documenti elettronici.

Finora erano state esonerate le partite Iva che, nel 2021, avevano registrato un volume di ricavi e di compensi non eccedenti i 25mila euro. Regime che termina il 31 dicembre prossimo e che determina, anche per i forfettari, l’obbligo di organizzarsi per aderire alla fatturazione elettronica.