Nel 2023, gli espatriati italiani senza laurea hanno incontrato una svolta significativa riguardo al ritorno al proprio Paese. A seguito delle recenti riforme nella fiscalità internazionale, i benefici fiscali per il rientro in Italia sono stati riconfermati, ma con cambiamenti importanti. Andiamo a vedere quali sono le agevolazioni principali per i cervelli di rientro in Italia.
Agevolazioni impatriati 2024: cosa cambia con il nuovo Decreto
A partire dal 2024, gli espatriati italiani affronteranno cambiamenti significativi nelle agevolazioni fiscali. Con l’approvazione del decreto sulla riforma fiscale, il governo italiano ha riveduto le condizioni per l’applicazione del regime fiscale agevolato.
Il decreto attuativo approvato il 19 dicembre segna la fine di un dibattito acceso, nato dall’annuncio del governo Meloni di rivedere il cosiddetto “regime degli impatriati“. Le nuove norme prevedono una riduzione dell’imposta al 50% per quattro anni per i laureati che decidono di rientrare in Italia, con un limite di reddito di 600 mila euro. Questo cambiamento rappresenta un adeguamento significativo rispetto allo sconto fiscale del 70% precedentemente in vigore.
Il governo ha quindi introdotto modifiche specifiche al bonus, includendo un’agevolazione rafforzata del 60% per chi rientra in Italia con figli minori o diventa genitore sul territorio nazionale.
Il decreto si inserisce nel quadro più ampio dei regimi “de minimis” dell’Unione Europea, con specifiche normative che regolano l’applicazione di queste agevolazioni. Le nuove regole saranno applicate a partire dal periodo d’imposta 2024, escludendo coloro che hanno trasferito la residenza anagrafica in Italia entro il 31 dicembre 2023 o che hanno stipulato contratti di lavoro sportivo entro tale data.
Cervelli di rientro: come funziona il nuovo regime degli impatriati
Il nuovo regime prevede che i lavoratori italiani che rientrano possano beneficiare di uno sconto del 50% sulle imposte per quattro anni, a condizione di possedere almeno una laurea triennale. Inoltre, coloro che erano impiegati all’estero presso la stessa azienda possono godere del beneficio fiscale, a patto di rimanere residenti in Italia per almeno sei anni, che diventano sette se precedentemente impiegati dalla stessa azienda in Italia.
Aumenta lo sconto fiscale per le famiglie
Il decreto prevede uno sconto fiscale incrementato al 60% per i lavoratori che rientrano in Italia con figli a carico. Inoltre, per coloro che hanno acquistato una casa in Italia nell’anno in corso e si trasferiscono entro 12 mesi, il periodo di agevolazione si estende a sette anni, pur riducendosi allo sconto del 60% negli ultimi tre anni.
Pertanto, la percentuale di reddito imponibile per i lavoratori si riduce al 40% se si trasferiscono in Italia con un figlio minore o in caso di nascita o adozione di un minore durante il periodo di applicazione del regime fiscale speciale. Questo beneficio maggiore si applica dall’anno fiscale di nascita o adozione e per il resto del periodo di agevolazione. La condizione è che il figlio minore o adottato risieda in Italia durante il periodo di fruizione dell’agevolazione.Inizio modulo
Cosa cambia per calciatori e società sportive
Una delle questioni più discusse riguarda le agevolazioni fiscali per calciatori e società sportive. Il decreto Crescita del 2015 aveva introdotto sconti fiscali che negli ultimi anni hanno sostenuto molte società sportive, ma dal 2024 non è previsto alcun bonus specifico per questo settore, anche se la discussione è ancora aperta.
Infine, è stato deciso di non prorogare le agevolazioni fiscali per i calciatori stranieri che vengono a giocare nei campionati italiani. Tuttavia, resta aperta la possibilità di estendere i contratti in scadenza fino alla fine del 2024 e di introdurre un credito d’imposta per questa categoria.
Agevolazioni impatriati 2024: tempistica e applicazione delle regole
Le nuove normative entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024. Da questa data, i cittadini che intendono beneficiare delle nuove agevolazioni fiscali dovranno spostare la residenza fiscale a partire da tale data.
Le clausole di salvaguardia
La riforma del regime degli impatriati del 2023 introduce due clausole di salvaguardia per proteggere chi si è affidato a questo regime. Le regole del 2023 si applicano ai lavoratori che hanno trasferito la residenza in Italia entro il 31 dicembre 2023, o che hanno firmato un contratto di lavoro sportivo entro tale data. Per i lavoratori non iscritti all’AIRE che non possono trasferire la residenza entro il 31 dicembre 2023, la dimostrazione del trasferimento potrebbe basarsi su altri documenti, evitando discriminazioni. Dal 2024 il regime si estende per tre anni se il contribuente ha acquistato entro il 31 dicembre 2023 una casa in Italia da usare come abitazione principale, con i redditi che concorrono al 50% del reddito complessivo.