È meglio investire in bond o in ETF? Quali sono le differenze intercorrenti e quali sono i vantaggi derivanti dall’investimento in titoli obbligazionari ed in ETF? Facciamo chiarezza.
L’anno 2023 lo ricorderemo come l’anno in cui le banche centrali hanno implementato una politica monetaria volta ad aumentare continuamente i tassi di interesse per combattere l’inflazione. Il tasso di inflazione ha rallentato la sua folle corsa e gli esperti ipotizzano che a partire dal 2024 ci sarà il taglio dei tassi d’interesse. Dato che c’è buona probabilità che lo scenario macroeconomico cambierà a partire dagli inizi del 2024, molti investitori si chiedono se convenga puntare sui titoli obbligazionari o sugli ETF.
Scopriamo in questa guida quali sono le differenze che intercorrono tra bond ed ETF e quali sono i vantaggi derivanti.
Investire in Bond o in ETF: quali differenze intercorrono?
Gli ETF o Exchange Traded Funds sono fondi d’investimento a gestione passiva che, nel corso degli ultimi anni, hanno registrato un vero e proprio boom. La finalità è quella di ottenere un rendimento in linea con il trend di mercato. Questi asset sono strumenti flessibili e versatili: ciò implica che tutti gli investitori possono accedere agli indici di mercato senza dover comprare tutti i titoli del paniere. Le commissioni e i costi sono esigui.
Investire in un ETF con asset sottostante rappresentato dai bond high yield significa puntare sui titoli di debito emessi da società che hanno un rating “spazzatura” e la cui scadenza è pari a 5 anni. Investire su un bond consente al risparmiatore di conoscere con certezza il rendimento alla scadenza del titolo. Investire sugli ETF non consente ai risparmiatori di avere la certezza in merito ai rendimenti annui in quanto variano nel tempo.
Con il crescente rialzo dei tassi di interesse deciso dalla BCE, il rendimento dei titoli obbligazionari è salito, mentre i prezzi sono scesi. In un contesto in cui i tassi di interesse scendano gli ETF consentono agli investitori di ottenere migliori risultati. Dato che mantengono inalterata la durata, la quotazione degli ETF tenderà a salire.
Dopo il boom raggiunto ad ottobre i rendimenti dei Btp e dei Bund tedeschi hanno subito un calo generalizzato. La riduzione dei rendimenti dei titoli statali pubblici è avvenuta in un contesto in cui i mercati danno fiducia al Belpaese rispetto agli altri paesi dell’Europa del Sud.
Con la riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato, il prezzo dei titoli è esploso: il Btp scadenza primo agosto 2035 con cedola pari a 5 punti percentuali è scambiato a 112, mentre il BTp con scadenza febbraio 2033 e con cedola pari a 5,75 punti percentuali viene scambiato a 117,8.
Investire in ibonds: cosa sono?
C’è una soluzione che rappresenta un buon compromesso tra l’investimento in bonds e in ETF: siamo parlando degli ibonds. Si tratta di ETF che investono in bonds e maturano in un anno specifico, come i singoli titoli obbligazionari. Questi strumenti vantano una data di emissione definita in cui è possibile recuperare il capitale investito.