Il rischio che il Barcellona sia fuori dalla Champions League è serio, la UEFA sta valutando l’esclusione per il club blaugrana a causa dei conti gonfiati che comprometterebbero un bilancio sano e in regola.

Barcellona fuori dalla Champions, la decisione della UEFA

Barcellona fuori dalla Champions League? Nelle ultime ore i rumors sono sempre più insistenti e vedrebbero la società spagnola sotto i riflettori della UEFA, convinta che i conti blaugrana non siano del tutto in regola.

Al centro della questione il Fair Play finanziario e le norme imposte dal governo del calcio europeo che è già intervenuto in più occasioni sanzionando il Barça. Multe che, però, non avrebbero fermato il club dal continuare ad avere conti in disordine e gonfiati.

Il bilancio sotto esame sarebbe la chiusura della stagione 22/23 con un utile netto di 303,71 milioni di euro, frutto di un’entrata di 208,6 milioni legata ai diritti televisivi. Un’affare da sommare alla valutazione maggiorata della libreria storica blaugrana. Un sotterfugio che, però, utilizzano molti club europei e che serve a riordinare i conti ma che non è legata ad alcun affare di plusvalenza dei giocatori.

Secondo la UEFA senza queste entrare i conti sarebbero stati inferiori e avrebbero compromesso il salary cap dell’annata, rendendo impossibile un patrimonio netto positivo, per questo motivo l’organo europeo vorrebbe escludere la società dalle competizioni europee, più precisamente la Champions League. L’esenzione avrebbe una durata di circa due o tre anni.

Un futuro in bilico motivato dalla Superlega

Che il rapporto tra il club e l’organo del governo del calcio europeo non sia idilliaco negli ultimi tempi è chiaro. Le prospettive sono cambiate nel 2021, la sera del 19 aprile, con la nascita della Superlega: una manifestazione alternativa incitata principalmente da Barcellona, Real Madrid e Juventus.

La competizione è tramontata nell’arco di pochi giorni ma ha lasciato scorie pesanti tra la UEFA e i club fautori di questa sorta di rivoluzione calcistico-economica. La maggior parte delle società che inizialmente avevano aderito hanno poi rinunciato incalzati tra le proteste dei tifosi e dagli organi delle rispettive leghe, lasciando soltanto le tre creatrici della Superlega in solitudine.

Con le dimissioni avvenute l’anno scorso di Andrea Agnelli, ex presidente bianconero, e il passaggio di società, la Juventus ha poi concordato con la UEFA un accordo che ha escluso la partecipazione del club nelle competizioni del 2023/24. Un patto che ha limitato i danni per la società torinese e che, contemporaneamente, è riuscito a indebolire in modo temporaneo le posizioni delle ultime rimaste Real e Barça.

La Superlega resta una vera e propria minaccia per la Champions League, tanto che Ceferin e i suoi hanno escogitato una una versione della coppa che potesse essere al passo con le loro idee innovative. La variazione andrà in scena già dal prossimo anno e vedrà dei cambiamenti radicali ed epocali per alcune delle fasi della manifestazione.

La rivincita delle due società spagnole, però, è arrivata con il verdetto della sentenza emanata dalla Corte UE che ha condannato il monopolio di FIFA e UEFA per abuso di posizione dominante. Una decisione che rinvigorisce e ridà forza alla posizione delle due società.

Una scelta che ha scalfito gli organi principali del calcio, ma ha fatto anche sì che il governo del calcio europeo si accanisse maggiormente sui conti non proprio quadrati delle società spagnole andandole a colpire proprio nel loro punto debole.

Ora restano tutti gli occhi puntati sul Barcellona, seriamente candidato a ricevere una sonora punizione da parte della UEFA con effetto immediato. La squalifica, quindi, potrebbe valere già dalla prossima stagione nonostante un’eventuale qualificazione sul campo da parte del club blaugrana.