Cosa succede se non arriva la proroga del superbonus per il 2024? A una manciata di giorni alla fine dell’anno, si fanno varie ipotesi di intervento del governo sul bonus 110% o 90%. Una è quella di prevedere uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) straordinario e di consentire ai committenti di far rientrare il maggior numero di spese nel 2023 con lo sconto del 110% (o del 90%). La scadenza, dunque, verrebbe fissata al 12 gennaio 2024, giorno in cui è previsto il termine per la trasmissione delle fatture delle spese al Sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle entrate. Ma serve un intervento del governo in tal senso da tradurre in un provvedimento.

Si è parlato di un decreto ad hoc quale veicolo normativo, dal momento che la legge di Bilancio 2024 non contiene alcuna indicazione nel testo, in tal senso. Non è detto che una modifica di questo tipo possa rientrare nel decreto “Milleproroghe”. Ma la misura basterà?

Ciò che le parti e le associazioni di categoria chiedono è un intervento più corposo, una proroga più lunga per consentire di portare a termine i cantieri che hanno già raggiunto un elevato stato di avanzamento degli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico.

Superbonus, ecco cosa succede se non arriva la proroga del 2024

Molti i dubbi sul superbonus del nuovo anno senza la prolunga della scadenza del 110% o del 90% (a seconda dei casi) al 2024. Infatti, si erano fatte varie ipotesi sulla nuova scadenza degli interventi di efficientamento energetico, in particolare dei condomini, i committenti che stanno portando avanti la domanda del bonus con circa 4 miliardi di euro di nuovi cantieri ogni mese e un computo che, nel mese di dicembre 2023, potrebbe superare i 100 miliardi di euro.

In tal senso, tra gli operatori e le associazioni c’è un certo pessimismo circa una nuova scadenza con il decreto “Milleproroghe”, in quanto il provvedimento di fine anno di solito non contiene ulteriori stanziamenti finanziari.

Quale tipologia di intervento potrebbe non arrivare alla fine?

Non prevedere una proroga del bonus 110% (o del 90%) potrebbe portare molte imprese e condomini a un disastro economico e finanziario. Le ultime stime parlano di circa 25mila cantieri che sarebbero a rischio di non arrivare alla fine dei lavori. Girando ci si rende conto che si tratta di cantieri che sono già avanti con i lavori, ma non tanto da poterne vedere la chiusura a breve.

A peggiorare la situazione è la situazione del clima. Si va verso il pieno dell’inverno e se si fanno interventi per il cappotto termico o le facciate le temperature sono talmente rigide da non poter lavorare. O, se si lavora, si mette chiaramente a rischio la qualità dell’intervento stesso. Per questo motivo, anche i costruttori lamentano la necessità di una proroga perché si va verso il periodo dell’anno in cui queste tipologie di interventi saranno faticose da portare a termine.

Superbonus cosa succede senza proroga: quanti cantieri devono essere finiti?

Lo scenario peggiore è quello di un blocco dei lavori nel caso in cui non ci dovesse arrivare a una proroga del superbonus 110% o 90%. Nel 2024 la percentuale di agevolazione dei lavori scenderà al 70% e la differenza dovrà essere finanziata da qualcuno. O sarà il condominio a pagare la differenza di tasca propria con una spesa imprevista all’atto di adozione della delibera o dovrà farsene carico l’impresa.

Quali decreti in arrivo sui bonus edilizi dal governo a fine 2023?

È probabile che imprese e condomini intaseranno i tribunali perché ci sarà la corsa a cercare di addossare la responsabilità della mancata chiusura del cantiere all’altro. I condomini (committenti) di molti dei 25mila cantieri ancora aperti non saranno in grado di affrontare le somme non previste e non finanziate. Il provvedimento minimo di proroga dovrebbe essere di tre mesi, fino al 31 marzo 2024, in modo da consentire alle imprese di portare a chiusura i lavori.

Più probabile sarà l’apertura, da parte del governo, di una mini proroga da adottare nel Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2023 con la previsione di uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) straordinario. Il provvedimento potrebbe arrivare in un decreto ad hoc che consenta ai condomini di comprendere nel bonus 110% o 90% anche le fatture trasmesse entro il 12 gennaio 2024 al Sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate.