Dopo giorni di angoscia di parenti e sostenitori, Alexey Navalny è riusciti finalmente a dare sue notizie dalla colonia penale di Kharp, nell’Artico russo, in cui è stato rinchiuso. L’attivista e leader dell’opposizione a Vladimir Putin ha rassicurato i suoi cari, dicendo di stare bene, sebbene il viaggio verso la sua nuova prigione sia stato particolarmente “faticoso“.

Navalny riesce anche a scherzare dalla colonia penale di Kharp, nell’Artico: “Sono di buon umore come Babbo Natale”

Un po’ di serenità, dopo 20 giorni di angoscia.

È quella che stanno provando, in queste ore, amici, parenti e sostenitori di Alexey Navalny, il più importante oppositore di Vladimir Putin in Russia. Dell’uomo, condannato a 19 anni di carcere essendo riconosciuto colpevole di “estremismo”, non si avevano notizie dall’inizio di dicembre, come denunciato dal suo staff e dai suoi legali.

I giorni di Natale, però, sembrano aver portato davvero un po’ di speranza tra coloro che gli sono vicini. Proprio il 25 dicembre, infatti, la sua portavoce Kira Iarmych ha diffuso sui social la notizia del suo ritrovamento. Navalny risulta, infatti, trasferito in una colonia penale di Kharp, nell’Artico Russo.

Oggi, invece, è lo stesso attivista a far sentire la propria voce, attraverso una serie di post sul social network X (ex Twitter) con i quali racconta i dettagli della sua situazione attuale e rassicura sul suo stato di salute, concedendosi anche una certa ironia.

“I venti giorni del mio trasferimento sono stati piuttosto faticosi, ma sono ancora di buon umore, come si addice a un Babbo Natale. Non preoccupatevi per me. Sto bene, sono sollevato dal fatto di essere finalmente arrivato. Grazie ancora a tutti per il vostro sostegno. E buone feste!”

La colonia di Kharp, nel circondario autonomo di Yamalo-Nenetsk: inverni lunghi e rigidi e una cella per cortile

Nel suo lungo post, Navalny descrive anche la sua particolare condizione di prigionia, nella colonia penale n° 3, nota per la sua rigidità.

Il blogger e oppositore russo racconta, infatti, che l’unico ‘cortile’ cui ha accesso è una cella vicina, con la neve sul pavimento e che tutto ciò che vede dalla sua finestra è l’alternarsi della notte alla sera, senza nemmeno un momento di luce diurna. La regione che ospita il carcere, Yamalo-Nenetsk, è nota, infatti, per inverni particolarmente lunghi e rigidi.

Il villaggio si trova nei pressi di Vorkuta, famosa per le miniere di carbone particolarmente dure nel periodo dei gulag sovietici, e a 60 chilometri dal Circolo Polare Artico.