I vigili del fuoco e i volontari della protezione civile hanno lavorato tutta la notte. Spento l’incendio a Malagrotta, Roma, scoppiato in un impianto di rifiuti, ieri 24 dicembre. Il sindaco Roberto Gualtieri ha diramato un’ordinanza a causa dei fumi tossici e dei cattivi odori prodotti dal rogo: vietate le attività all’aperto nel raggio di 6 chilometri dal sito.

Spento incendio a Malagrotta, vietate attività all’aperto

Nessuno sport all’aperto, ma neanche attività ludico- ricreative per i bambini, divieto di raccolta di prodotti alimentari vegetali e di pascolo e razzolamento degli animali da cortile. Queste alcune delle direttive raccolte nell’ordinanza diramata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per fronteggiare i fumi tossici causati dal rogo nell’impianto di rifiuti di Malagrotta di ieri 24 dicembre 2023.

Nel raggio di 6 chilometri dal luogo dell’incendio dovranno essere limitate, se non annullate, tutte le attività all’aperto. L’ordinanza mira a tutelare i residenti delle zone limitrofe all’impianto per le eventuali ricadute degli agenti inquinanti aero-dispersi. I cittadini sono invitati, quindi, anche a tenere le finestre chiuse in caso di cattivi odori, mentre è operativo il Centro comunale per la gestione delle emergenze (Coc).

Nel comunicato si raccomanda, inoltre, di contattare il Numero Unico Emergenze 112 o la Sala Operativa h24 della Protezione Civile al numero 800 854 854 o 06 67109200, in caso di necessità, mentre si avvisa la popolazione che i servizi di luce, gas e acqua potranno essere temporaneamente interrotti in caso di precauzione.

Incendio a Malagrotta, la protezione civile: “Lavoreremo anche a Natale, ma siamo felici. Vogliamo essere d’aiuto”

La protezione civile sta continuando a lavorare ininterrottamente da ieri pomeriggio per l’incendio scoppiato nell’impianto di trattamento di rifiuti di Malagrotta. Alessandro Sacripanti, presidente del coordinamento regionale di Protezione civile AEOPC Italia ha dichiarato che:

Le nostre famiglie comprendono, chi veste questi colori lo fa con grande spirito di senso civico e sacrificio. Ci siamo fatti tutti gli auguri ma siamo qui per altro, noi siamo contenti di essere d’aiuto e fornire il nostro contributo

Sono servite sei squadre dei vigili del fuoco e molti volontari della protezione civile per domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area, ma adesso la situazione è sotto controllo. Sacripanti ha aggiunto:

La situazione si è molto “allentata” rispetto alle immagini di ieri, oggi non si vede più la grande nuvola di fumo. I vigili del fuoco stanno facendo un grande lavoro di ripristino e noi, come protezione civile della regione Lazio, stiamo facendo un lavoro di supporto. Le squadre di volontari presenti sono state attivate tutte dalla sala operativa di protezione civile, è da ieri che le squadre di volontari stanno lavorando senza sosta.

Sima avverte: “Possibile diffusione di diossina”

La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha avvertito la popolazione del rischio di una possibile diffusione di diossina causata dai rifiuti bruciati nell’incendio all’impianto. La diossina è molto nociva per la saluta umana, in quanto ha effetti cancerogeni e neurotossici.

La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla IARC come cancerogeno certo per l’uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino. Il rischio aereo della diossina è limitato all’area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. Nel 90% dei casi l’esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo: frutta e verdura, foraggio di animali, allevamenti di animali, erbivori, carnivori di cui l’uomo si ciba.

Così ha spiegato il presidente Sima, Alessandro Miani, che aggiunge:

La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell’uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell’abbondanza di massa grassa. Studi effettuati nella terra dei fuochi hanno evidenziato presenza di diossina anche nel latte materno ed in quantità maggiori nelle donne più adulte che per più anni hanno assorbito ed accumulato l’inquinante tossico.

L’allarme, però, riguarda anche altre sostanze tossiche rilasciate nell’aria dall’incendio, come metalli pesanti e furani. Le autorità stanno, perciò, monitorando aria, suolo e acqua per determinare quali e quante sostanze siano state disperse dal rogo.