Investire in PIR o in Piani Individuali di Risparmio conviene? Quali sono le loro caratteristiche? Come funzionano? Facciamo chiarezza.
Nati con la Legge di Bilancio 2017, i Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono strumenti di investimento con un regime fiscale agevolato. Tali asset consentono agli investitori e risparmiatori di investire nelle Piccole e Medie Imprese (PMI) e consentono al tessuto imprenditoriale di ottenere la liquidità necessaria per mettere in atto una strategia di investimento del medio-lungo termine.
Grazie ai vantaggi fiscali, i PIR stanno riscuotendo un maggiore successo crescente nel tempo da parte dei risparmiatori. Questi strumenti di investimento possono essere di due tipologie: tradizionali o alternativi.
Scopriamo in questa guida quali sono le caratteristiche, come funzionano e quali sono i vantaggi derivanti dall’investimento in PIR.
Investire in PIR: cosa sono
I PIR o Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono strumenti di investimento che vantano interessanti vantaggi fiscali. I PIR sono piani con cui un investitore può effettuare investimenti autonomamente, investendo in titoli azionari o obbligazionari di Piccole e Medie Imprese (PMI) nel rispetto di determinati requisiti.
I PIR sono stati introdotti con la finalità di offrire alle famiglie maggiori possibilità di rendimento e di incrementare le risorse finanziarie disponibili per le Piccole e Medie Imprese che intendono espletare investimenti di medio-lungo termine.
Possono investire in PIR esclusivamente le persone fisiche al di fuori dell’esercizio di impresa con residenza in Italia. La normativa vigente prevede la possibilità di detenere il PIR per un periodo minimo pari a 5 anni: nel caso in cui non venga rispettato questo lasso temporale il detentore del PIR decade dal regime di esenzione e deve onorare le imposte che includono anche gli interessi.
È prevista la possibilità di permanere nel regime fiscale agevolato nel caso di reinvestimento delle somme in altri strumenti finanziari entro 90 giorni dalla cessione del PIR.
Investire in PIR: come funzionano
La normativa vigente disciplina il funzionamento dei PIR: oltre al requisito soggettivo ed alla durata minima pari a 5 anni, sono previste regole dettagliate sui PIR. L’intestatario del piano deve destinare al piano valori di importo non superiore ai 30mila euro per ciascun anno. La soglia massima dell’investimento è fissata a 150mila euro.
In merito alla composizione dell’investimento per almeno i 2/3 dell’anno le somme destinate nel PIR devono essere investite per almeno il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari emessi o stipulati con imprese residenti sul territorio nazionali.
I valori destinati nel PIR non possono essere investiti per una quota superiore a 10 punti percentuali del totale in strumenti finanziari di uno stesso emittente o sottoscritti con altra società appartenente al medesimo gruppo dell’emittente.
Il 70% dell’investimento deve essere destinato per almeno il 30% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese differenti da quelle inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana.
Investire in PIR: quali sono i vantaggi?
I vantaggi dei PIR sono di tipo socio-economico e di tipo fiscale: attraverso questi strumenti di investimento si riduce il profilo di rischiosità per chi decide di investire sulle Piccole e Medie Imprese e sul Sistema-Paese. Grazie ai PIR è possibile diversificare il portafoglio investimenti.