L’estradizione di don Franco Reverberi potrebbe avvenire entro la fine dell’anno. La Corte di Cassazione ha infatti depositato le motivazioni della sentenza con cui ha confermato la decisione della corte di appello di Bologna sul caso e recepito le argomentazioni dell’avvocato Arturo Salerni, in rappresentanza dell’ambasciata argentina. Il sacerdote 88enne è accusato di crimini contro l’umanità durante gli anni della dittatura militare in Argentina tra il 1976 e il 1983.
Estradizione don Reverberi, la Cassazione: “Condizioni di salute del religioso compatibili con il suo trasferimento in Argentina”
Nell’Argentina attraversata dalle proteste contro il neo eletto presidente Milei, arriva la notizia dell’imminente estradizione di don Franco Reverberi. Siamo dunque a un passo da un altro importante atto di giustizia in nome di tutti i desaparecidos torturati e uccisi negli anni della dittatura del generale Videla.
Il sacerdote della diocesi di Parma è accusato di crimini contro l’umanità, tra i quali l’omicidio nel 1976 del 20enne peronista Josè Guillermo Beron, ancora disperso. Inoltre, don Riverberi potrebbe anche essere incriminato in Argentina per aver assistito alle sessioni di tortura cui erano sottoposti i prigionieri del regime del generale Videla durante gli anni della dittatura militare tra il 1976 e il 1983, pur non adoperandosi in prima persona.
A metà ottobre, la sentenza della Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso dei legali del sacerdote e confermato la sentenza di appello di Bologna, che riconosceva i forti indizi sulla colpovelozza di don Reverberi. I giudici del Palazzaccio hanno anche convalidato il disposto dei colleghi bolognesi, per i quali “Le condizioni di salute del religioso sono compatibili con il suo trasferimento in Argentina” .
Il ministro della Giustizia Nordio dovrà disporre a breve la consegna del sacerdote a Buenos Aires
Nelle motivazioni depositate pochi giorni fa, i giudici della Suprema Corte hanno avvalorato il disposto della sentenza di appello, nella quale si evidenziava la “Gravità indiziaria delle accuse inerenti ai reati di tortura nei confronti di nove detenuti diversi da Beròn”. “I delitti commessi nei confronti di quest’ultimo – si legge nella sentenza – si inserivano in un sistema seriale di torture, catalogabili come crimini contro l’umanità, posti in essere nei confronti di dissidenti politici del regime militare in allora al potere in Argentina”
I crimini a cui don Rivereberi ha assistito, favorendo di fatto “l’operato dei militari”, sono stati commessi nel centro di detenzione clandestina La Departamental, dove il sacerdote svolgeva le funzioni di cappellano militare. Il nome del religioso italiano è emerso dalle indagini condotte dalla giustizia argentina che indaga sugli omicidi e sulle sparizioni di migliaia di giovani nell’ambito del cosiddetto Piano Condor. Adesso spetta al ministro della Giustizia Carlo Nordio disporre la consegna del sacerdote a Buenos Aires.