Diventa sempre più grave la posizione di Marco Di Nunzio, l’imprenditore indagato nell’indagine sul cosiddetto testamento “colombiano” di Silvio Berlusconi. Sull’uomo, che lavora da anni nel Paese sudamericano ma ha origini torinesi, ora pendono non solo le accuse di falso in testamento e tentata truffa, ma anche quella di tentata estorsione ai danni di figli dell’ex premier italiano deceduto il 12 giugno 2023.
Testamento colombiano di Berlusconi, Di Nunzio indagato: le ultime novità
Marco Di Nunzio al momento risulta essere indagato per aver pubblicato lo scorso 29 settembre presso un notaio di Napoli un presunto testamento di Silvio Berlusconi. Testamento a cui pochi credono e a cui la cronaca ha attribuito l’aggettivo “colombiano” proprio perché Di Nunzio è un imprenditore in Colombia.
L’uomo, di 55 anni, si trova in una posizione sempre più grave. Come abbiamo appena anticipato, alle accuse di falso in testamento e tentata truffa si aggiunge anche quella di tentata estorsione che vede come presunte vittime gli eredi dell’ex Presidente del Consiglio e leader di Forza Italia.
La tentata estorsione ai danni dei figli di Silvio Berlusconi è emersa nel corso delle analisi e delle ricerche fatte da investigatori, esperti e professionisti del settore. L’ex premier, che si è spento il 12 giugno scorso all’ospedale San Raffaele di Milano, secondo il documento pubblicato a Napoli, il 21 settembre del 2021, davanti ad un notaio di Cartagena, avrebbe destinato all’imprenditore colombiano un’ingente quantità di denaro e altro ancora.
Nello specifico, sempre secondo il documento “napoletano”, Silvio Berlusconi avrebbe fatto un testamento nel quale avrebbe lasciato al 55enne 26 milioni di euro, uno yacht di lusso, le ville ad Antigua nelle Antille e per ultimo (ma non per importanza) il 2% della Fininvest.
Le indagini
Il 6 novembre scorso Marco di Nunzio, mentre risultava già indagato, aveva chiesto al Tribunale civile il sequestro dei beni degli eredi di Silvio Berlusconi. Il Tribunale glielo aveva negato. Ma non è finita qui. Quando il caso era scoppiato, l’ambasciata italiana aveva categoricamente smentito che l’ex premier fosse mai andato in Colombia e tantomeno il 21 settembre 2021.
In risposta Marco Di Nunzio aveva prodotto alcuni documenti che invece, al contrario, sembravano testimoniare il viaggio di Berlusconi nel paese sudamericano. Aveva affermato che la presenza dell’ex leader di Forza Italia non risultava sui registi frontalieri della Colombia perché l’uomo sarebbe arrivato via mare a bordo di un peschereccio.
L’imprenditore di origini torinesi di 55 anni aveva presentato due presunte fatture d’acquisto che a suo dire erano state fatte da Silvio Berlusconi riguardanti due quadri del noto artista Botero e di uno smeraldo. Inoltre aveva prodotto un foglio che, sempre a suo dire, dimostrava l’esito negativo di un tampone molecolare al Covid-19 del Cav.
La testimonianza di Marta Fascina
Tutti questi documenti e queste dichiarazioni dell’uomo però sembrano essere state smentite nel corso delle più recenti indagini. Per fare chiarezza gli investigatori hanno convocato Marta Fascina, ultima compagna dell’ex premier. La deputata azzurra, di 33 anni, ha lasciato una deposizione presso una caserma della Guardia di finanza.
Per fare luce sull’accaduto, il procuratore di Milano Marcello Viola e la pm Roberta Amadeo hanno chiesto alla politica se si ricordasse dove fosse Silvio Berlusconi il 21 settembre 2021, data della presunta presentazione del testamento.
Nel corso delle dichiarazioni l’ultima compagna di Silvio Berlusconi ha totalmente escluso il suo viaggio in Colombia. A proposito di quel giorno la deputata ha presentato copia dell’agenda dell’ex premier. Le parole di Marta Fascina dunque hanno completamente smentito i documenti portati da Di Nunzio a proprio a favore.
Alla luce delle varie prove acquisite dunque gli investigatori hanno deciso di indagare l’imprenditore in Colombia anche per tentata estorsione ai danni dei figli del Cavaliere, i quali hanno ereditato gran parte dei beni del padre deceduto a 86 anni nel giugno scorso.