Fabrizio Mazzotta, classe ’63, è un doppiatore, dialoghista e direttore del doppiaggio. La sua carriera nel mondo dello spettacolo inizia durante l’infanzia, tra i 4-5 anni, come attore per spot pubblicitari, film cinematografici e nel teatro.

Una crescita artistica notevole figlia del tempo e dell’impegno, un artigiano della voce che nel corso degli anni ha impersonato tantissimi personaggi tra cui l’iconico Krusty il Clown dei Simpson, Tontolone e Pittore dei Puffi e Orko in Masters of the Universe: Revelation e He-Man and the Masters of the Universe.

Nell’intervista per Tag24, Fabrizio Mazzotta ha rivelato alcuni segreti del mestiere e aneddoti dal dietro le quinte dei Simpson.

I Simpson, intervista a Fabrizio Mazzotta il doppiatore di Krusty Il Clown

D. Come è nata la tua carriera di doppiatore?

R. Ho iniziato da piccolissimo, intorno ai 4-5 anni facendo l’attore in diversi spot pubblicitari. All’epoca si chiamavano “caroselli”, poi sceneggiati tv e film per il cinema. Ho lavorato con Vittorio Gassman, Vittorio De Sica, Nino Manfredi, Lando Buzzanca e in una di queste esperienze c’era l’esigenza di doppiarmi da solo. Così ho conosciuto il mondo del doppiaggio, che mi piaceva molto di più della carriera attoriale.

Ho iniziato da bambino con piccole parti di brusio e con il passare del tempo sono stato scelto per ruoli sempre più consistenti fino a diventare la voce dei protagonisti di diversi serial televisivi. Dal ’93 sono diventato direttore del doppiaggio e insegnante.

D. Sei stato un bambino prodigio?

R. Sì, a teatro avevo 8 anni e già recitavo con il regista Andrea Camilleri, che all’epoca non era ancora famoso come scrittore. Tempo dopo divenne celebre per il Commissario Montalbano.

D. Il doppiatore deve studiare per forza recitazione?

R. Il doppiatore è un attore: recita un ruolo ed interpreta un personaggio. Serve un background attoriale: dizione, teatro e recitazione. L’attore di teatro e cinema ha il corpo e gestualità che sono vantaggi non da poco, il doppiatore deve essere ancora più bravo, perché deve comunicare le emozioni soltanto mediante la voce.

D. Qual è stato il tuo primo ruolo importante?

R. Vinsi un provino in RAI per la Famiglia Partdrige, era il ’76 se ricordo bene e diventai uno dei protagonisti della serie TV. Il primo contributo nel mondo del doppiaggio è stato nel ’72.

D. Quali sono i personaggi a cui sei più affezionato tra quelli doppiati fino ad ora?

R. Sicuramente Danny Partridge seguito da Eros di Pollon, mi sono davvero divertito a prestargli la voce. Anche I Puffi, che sono la mia lettura preferito da bambino, è stata una gioia immensa. E dopo tanti anni Krusty Il Clown, sono 35 anni che lo doppio.

D. Quali sono le tue passioni?

R. Adoro i fumetti e la cultura pop. Ho dovuto acquistare l’appartamento accanto al mio perché non sapevo più dove mettere i fumetti! Ho una collezione di comics italiani, americani e fumetti franco-belga, spesso vado a Parigi sia perché mi piace come città che per fare acquisti. Ho poche action figure perché non saprei dove metterle, ma alcune le colleziono. Ho tantissimi DVD di serie TV e film.

D. Come sei diventato il doppiatore di Krusty? E quale ricordo porti nel cuore tra i vari episodi dei Simpson?

R. Sicuramente l’episodio in cui Krusty incontra il padre, Il Rabbino Hyman Krustofsky, una delle puntate più belle ed emozionanti della sit-com. Anche l’episodio della Canyonero intitolato in Italia Marge ingrana la Marcia l’ho sempre adorato. In un’altra puntata ad un certo punto ci sono tanti Krusty da tante parti del mondo: indonesiano, francese, brasiliano e dicono tante piccole battute nella loro lingua. Sono state complesse da doppiare ma ne è uscito un lavoro davvero divertente.

Un ricordo invece dalla sala di doppiaggio è legato a Tonino Accolla. Mi ricordo che una volta era ritardo e lo attendevamo per iniziare la sessione. Passano 10 minuti, poi 30, poi un’ora, poi 2 ore e ad un certo punto ci siamo resi conto che probabilmente non sarebbe mai arrivato. Così sono entrato in cabina di doppiaggio e mi sono autodiretto, ho sbagliato un paio di volte ma ho portato il risultato a casa.

D. Hai notato il famoso “cambio di comicità” che molti fan dei Simpson lamentano da diverso tempo? Ritieni che ci sia stato?

R. Assolutamente no. Ogni volta che vado in sala di doppiaggio sono passati 35 anni, sfoglio il copione e rido tantissimo con i Simpson. Sono arrivati i South Park, i Griffin, American Dad. Si è persa l’effetto novità ma la qualità è rimasta immutata.

D. Quali sono stati i personaggi più complessi da doppiare? Qual è la difficoltà, come nel caso di Krusty?

R. Krusty è difficile fisicamente perché devo modificare totalmente la mia voce e reggerla per 3 ore è davvero faticoso. Nelle puntate che devo doppiare risolvo tutto in 30 minuti, massimo un’ora, ma è ugualmente complesso. È dura perché devi interpretare un ruolo e ciò che fa lui, fare il “pappagallo” non è da me. Krusty urla, sviene, abbassa la voce, cambia intonazione, fa la linguaccia, tossisce, tutto in pochi minuti. Ogni personaggio richiede impegno.

D. Sono cambiate negli anni le regole del doppiaggio?

R. Sì, ogni tanto doppiamo ancora tutti insieme, accade quando sullo schermo ci sono 4-5 personaggi. Per la maggior parte delle volte si dice in colonna separata, ovvero un doppiatore per volta, anche prima del covid. Ci sono diversi motivi dietro questa scelta: motivi economici e pratici. È difficile riunire tante persone insieme considerando gli impegni lavorativi di ognuno di noi. In più essendo solo, il doppiatore ha più tempo a disposizione e sbaglia di meno e con un solo turno paghi solo un gettone di presenza.

D. Qual è il ruolo del direttore di doppiaggio?

R. È il regista della sala doppiaggio, divisa in due ambienti: la sala dov’è il leggio e legge il copione mentre il direttore è dietro un vetro, vede tutto e attraverso il microfono coordina il doppiatore.

D. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

R. Noi abbiamo finito di doppiare la 35esima stagione dei Simpson questa estate e gli episodi sono già andati in onda. Tra cui la parodia di Pennywise di IT che ho faticato a doppiare e la direttrice mi diceva (ride n.d.r.): “Calmati, stai facendo troppo sennò ti stanchi”. Anche io negli anni ho diretto tantissime puntate dei Simpson e ricordarle tutte è praticamente impossibile. Continuerò la mia carriera come doppiatore e sicuramente presterò ancora per tanto tempo la voce a Krusty il Clown.