Andare in pensione dopo i 50 anni con la Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), si può? Il quesito interessa, in particolare, coloro che hanno accumulato un certo capitale effettuando versamenti presso la previdenza complementare, ovvero i fondi pensione che garantiscono un mensile di scorta, al di là del pensionamento ottenuto per gli anni di lavoro.
Tuttavia, anche la rendita integrativa è soggetta a specifiche regole, anche se non vi è un requisito anagrafico minimo di accesso alla pensione. Ma occorre tenere in considerazione quali sono i criteri anagrafici di maturazione della pensione di vecchiaia, perché la Rita ne risulta direttamente condizionata.
Inoltre, chi si trova con anni di versamenti effettuati ai fondi pensione può prendere in considerazione le possibilità che gli sono offerte dalla possibilità di richiedere un anticipo della futura rendita. Si può andare da un minimo di richiesta per le spese correnti a un massimo che può servire a un investimento più importante, quale ad esempio l’acquisto di una casa.
Andare in pensione dopo i 50 anni con la Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), si può?
Quali possibilità ci sono di uscire dal lavoro in anticipo grazie alla Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita)? Il quesito riguarda, ad esempio, quanti hanno già alcuni decenni di contributi versati alla previdenza pubblica dell’Inps e un certo capitale accantonate presso un fondo pensione.
Chi si trovi in questa situazione può avere la tentazione di dimettersi dal lavoro, prima dell’età pensionabile, accedendo alla rendita della Rita o ad altri istituti che consentano di disporre di una pensione mensile.
Andare in pensione con Rita, quali sono le condizioni di adesione alle pensioni complementari?
Tuttavia, a fronte di questa intenzione, è necessario fare i conti con le regole della previdenza complementare. Chi aderisce a un fondo integrativo, infatti, ha la possibilità di accumulare una sorta di pensione di scorta rispetto alla previdenza pubblica dell’Inps, con la previsione di un assegno mensile di rendita che possa integrare le entrate da futuro pensionato e di aumentare il tenore di vita (o di lasciarlo inalterato rispetto agli anni di attività lavorativa).
La Rita, invece, consente di accompagnare il lavoratore alla pensione di vecchiaia. Infatti, la legge dispone che si possa richiedere la rendita integrativa anticipata dai cinque anni prima di maturare il requisito anagrafico della pensione di vecchiaia.
Ragione per la quale, la prima data utile per ottenere la Rita è quella dei 62 anni di età. Inoltre, tra i requisiti necessari per ottenere la rendita integrativa anticipata vi è anche quello di aver cessato l’attività lavorativa e di aver già versato i 20 anni minimi di contributi Inps che saranno richiesti per la pensione di vecchiaia.
Quando si può ottenere la rendita pensionistica?
A queste condizioni, dunque, l’idea della pensione anticipata con la Rita dopo i 50 anni è valida ma il titolare dei versamenti alla previdenza complementare deve attendere i tempi minimi necessari. È importante, quindi, informarsi per tempo delle regole di fruizione della rendita futura. Tra gli altri requisiti richiesti, vi è anche la permanenza, per un periodo di adesione minima di cinque anni, per arrivare alla fruizione della Rita.
Chiedere anticipi sul montante versato alla pensione integrativa
Chi fosse ancora troppo giovane per richiedere la rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), può comunque riparare su altre scelte. Ad esempio, quella di richiedere un anticipo del capitale versato. Ad esempio, si può fare domanda di un anticipo del 30 per cento del montante maturato fino al momento della richiesta.
Una richiesta di questo tipo non necessita di dover giustificare il motivo dell’anticipo. Somme più elevate possono essere richieste, invece, con motivazione. Si può arrivare al 75 per cento del montante maturato per comprare o ristrutturare casa, ad esempio, oppure per sostenere spese mediche documentate.