Alla ricezione del duecentoquarantanovesimo messaggio di auguri standard – che differisce dai suoi simili per la forma, non per la radice “Felice e sereno Natale a te e famiglia” – come ogni anno viene da chiedersi quando sia nata la consuetudine di questo bombardamento a tappeto di frasi stereotipate via cellulare. Poca creatività, tanto dispendio di energia dei pollici nel copiare/incollare frasi già usate da mille altre persone, per poi contemplare il tutto come quando si realizza un comodino Ikea. Ci siamo dati una risposta e passa per tre fatali e oramai anacronistiche parole: Christmas Card Omnitel.

Ricordate la Christmas Card Omnitel? E se fosse sua la colpa dei messaggi natalizi standard?

Modella e attrice australiana, interprete tra l’altro di “Vacanze di Natale 2000” e del video di “www mi piaci tu” dei Gazosa, era Megan Gale a provare a spiegarci tutto in tv. L’oggi 48enne ex modella ed ex attrice diventata due volte mamma tra il 2014 e il 2017 ci lasciava intendere che, “alla faccia di Telecom“, la Omnitel consentiva di scambiarsi sms, mms e chiamate a prezzi scontatissimi. Da noi si ragionava ancora in Lire e di scatti alla risposta; i telefoni funzionavano come telefoni, le tv come tv; i film uscivano prima al cinema; infine chi oggi sostiene l’Italia e la Madonna si batteva per la Padania e l’acqua benedetta del Po.

La Christmas Card costava 10.000 lire. Oppure era in “regalo” se ricaricavi la sim sul “telefonino” – come veniva chiamato – con 50.000 lire. A quel punto via, tutti a ingolfare la rete con i primi, dimenticabilissimi sms e mms con gli auguri di Natale standard. Anzi, se te la giocavi bene, l’sms ti svoltava le serate che nemmeno l’odierno Tinder (ciò a prescindere dalla Christmas Card, va detto).

Il labile confine tra “A te e famiglia” e “A te e soreta”

I messaggi natalizi standard tengono durissimo da una trentina d’anni a questa parte. Frasi preconfezionate, e a volte orgogliose portatrici di strafalcioni grammaticali da far incavolare persino il mite Maestro Manzi, sono riuscite a sopravvivere alla morte della Card Omnitel sancita nel gennaio 2000 e alla diffusione di una cultura in cui un “Vaffa” è sempre più efficace di un “Mi dispiace”. L'”A te e famiglia” potente almeno quanto un “A te e soreta”. Perché, nonostante tutto, i messaggi natalizi standard servono anche per gli auguri sinceri. E quanto siamo fortunati, noi uomini e donne del terzo millennio, che magari non vedremo mai le macchine volanti di “Blade Runner“, ma almeno abbiamo i gruppi su WhatsApp

Tanto per la cronaca, il primo messaggio (meglio: il primo sms) fu inviato da un pc a un telefono cellulare il 3 dicembre del 1992. Riportava due parole: “Merry Christmas”.