Cos’è la single shaming? Per molte persone l’arrivo del Natale comporta l’obbligo di trascorrere maggior tempo in famiglia.
Soprattutto il lungo pranzo del 25 Dicembre può portare a domande scomode. Ecco allora che chi non ha un partner potrebbe incorrere in situazioni imbarazzanti e psicologicamente fastidiose.
Questo malessere si chiama single shaming. Vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche comuni e come contrastare il disagio durante le feste.
Cos’è la single shaming: come nasce questo malessere
L’espressione single shaming può essere letteralmente tradotta in italiano con “vergognarsi di essere single”. Si tratta infatti di un disagio psicologico che colpisce alcune persone che non hanno un partner.
Di per sé il soggetto non avverte alcun turbamento per non avere una relazione stabile, non essersi sposato o semplicemente non aver un fidanzato o una fidanzata. Il malessere si palesa esclusivamente nel momento di interfacciarsi con altre persone, spesso i parenti.
Spesso infatti, con l’occasione del pranzo di Natale, si riuniscono diversi componenti della famiglia. In molti casi ci si incontra con parenti che non vedevamo da un po’.
Ed è in quel momento che il lontano famigliare impiccione inizia con un elenco di domande scomode sulla vita privata.
Il soggetto cade quindi in un senso soggezione di fino a percepire di essere sbagliato. Molte volte infatti il parente che rivolge i quesiti personali lo fa con tono critico e per giudicare le scelte compiute.
Parte spesso il commento “alla tua età dovresti già avere una famiglia” o “Ma quando ti sposi?”. Classiche espressioni che fanno sprofondare la persona in un malessere anche profondo.
Chi è maggiormente colpito
Statisticamente la single shaming colpisce maggiormente le donne. Sarebbero infatti più le persone di genere femminile ad essere accerchiate da interrogatori pressanti sulla propria situazione sentimentale.
Una recente ricerca ha poi evidenziato come una donna italiana su tre si sia sentita almeno una volta giudicata per questo motivo. Il disturbo è acuito poi nella generazione Z, i cosiddetti ragazzi e ragazzi della fascia tra i 18 e 25 anni, con una percentuale che sale al di sopra del 40%.
La società impone ancora oggi regole ben precise per le tappe della nostra vita. Ecco allora che per un parente il fatto che una ragazza non abbia un compagno di vita e non stia programmando di mettere su famiglia può essere un comportamento da criticare.
Oggi essere single è anche una scelta di vita consapevole. Oltretutto il ragazzo o la ragazza può aver deciso di sospendere le relazioni solo per un periodo, per esempio per riprendersi da una storia finita male o semplicemente per non riuscire a conciliare i tanti impegni quotidiani.
I motivi che inducono un senso di vergogna sono perciò radicati nei pregiudizi e nelle aspettative culturali di genere ancora molto forti nella nostra società.
Le domande però arrivano a minare le certezze del soggetto fino a manifestare una forte pressione psicologica. L’ansia si trasforma poi in paura di affrontare i parenti con il disagio che si ripercuote ogni anno. La single shaming arriva pertanto ad avere un impatto negativo anche sull’autostima individuale.
Per questo motivo le persone che soffrono di questo disagio preferiscono non partecipare alle manifestazioni di aggregazione tra parenti. Ciò quindi si ripercuote sul modo di comportarsi verso gli altri provocando cambiamenti forzati nelle interazioni sociali.
Come contrastare la single shaming
Il primo consiglio su come svincolarsi da domande inopportune relative alla propria situazione sentimentale è agire con fermezza ma educazione.
Non bisogna sentirsi assoggettati al nostro interlocutore: troncare sul nascere una scomoda conversazione previene l’insorgenza di questo senso di ansia e malessere.
A seconda poi del famigliare che ci rivolge queste domande si può adottare una diversa strategia. Se l’interlocutore non capisce che i quesiti sono inopportuni, si può rigirare la conversazione ponendo noi stessi domande verso chi ci sta interrogando.
A quel punto saremo noi in una posizione psicologica di vantaggio. Abilmente in questo modo potremmo spostare il discorso su altri argomenti.