Nato a Brescia, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, Oscar Daminai nel corso della sua carriera ha vestito, oltre a quella nerazzurra, la maglia dei club più importanti di Serie A. Napoli, Juventus ma anche Milan e Lazio. Ala di ruolo, nella massima serie ha segnato 71 reti e in cadetteria ne ha realizzate altre 30 e ha vinto uno scudetto con i bianconeri mentre con i rossoneri il campionato di Serie B. Per commentare il momento del Milan e le voci del possibile esonero di Pioli, Damiani è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Milan, Pioli a rischio esonero: Damiani a Tag24

Continua a non decollare la stagione del Milan e non accennano a fermarsi le voci sul possibile esonero di mister Pioli. I rossoneri avevano iniziato alla grande la stagione e i tifosi avevano iniziato a sognare in grande, ma poi qualcosa si è rotto e nessuno è stato in grado di ritrovare il bandolo della matassa. Ibrahimovic, rientrato in società, per il futuro sogna di convincere Antonio Conte, ma il club ha deciso che non è questo il momento di parlare di un avvicendamento in panchina. Il pareggio con la Salernitana è un boccone amaro da mandare giù, ma questa squadra non può far altro che rimboccarsi le maniche e ripartire, senza pensare a ciò che è stato e ai tanti infortuni. Per commentare il momento del Milan e il possibile esonero di Pioli, Damiani, che ha vestito la maglia rossonera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Pioli in bilico, ma la società ha deciso di dargli un’altra chance. Emergono però varie indiscrezioni e secondo qualcuno il mister resta solo per mancanza di alternative. Questa rischia di essere una scelta controproducente?

“È difficile fare una valutazione dall’esterno. Bisognerebbe sapere prima di tutto qual è il rapporto di Pioli con la società e con la squadra, ed essere all’interno dello spogliatoio per fare una valutazione completa. È chiaro che i risultati sono negativi, soprattutto se pensiamo a quali sono le aspettative della proprietà, dei tifosi e di un club così blasonato. Sinceramente però non vedo grandi responsabilità da parte di Pioli. Bisogna invece che tutti si facciano un esame di coscienza, è troppo facile dare la colpa sempre e solo all’allenatore. Anche i giocatori, la società e tutto l’ambiente devono fare una riflessione e cercare di capire cosa si può fare per arrivare almeno tra le prime quattro, e salvare la stagione”.

Anche perché il Milan, al momento, è ancora tra le prime quattro. L’obiettivo stagionale poteva essere diverso?

“Non è questa una squadra che può puntare allo scudetto. È chiaro che il Milan deve giocare sempre per vincere, ma resta fondamentale arrivare tra le prime quattro. Quello che lascia un po’ a desiderare è il percorso europeo in Champions League”.

Per salvare la stagione però, per come è composta questa squadra, potrebbe ambire a vincere l’Europa League?

“Assolutamente sì, vincere una Coppa è sempre un fattore positivo. È chiaro che la Champions è una cosa e l’Europa League un’altra, ma arrivare in fondo, eventualmente fare una finale e perché no, vincerla, vorrebbe dire anche arrivare nell’Europa che conta. La riterrei comunque una stagione positiva per Pioli e per i giocatori”.

Pare che il sogno di Ibra sia Antonio Conte, un allenatore che potrebbe essere conteso tra tutte le big…

“Conte è un vincente, ha fatto molto bene ovunque ha allenato, è un grande allenatore e con un grande carisma. Probabilmente se lo contenderanno in tanti, ma uno solo riuscirà a convincerlo”.

Giustamente prima faceva riferimento anche alle assenze di alcuni calciatori, ma quest’anno davvero sono tanti gli infortuni in casa Milan. Colpa della preparazione?

“È davvero semplice dare la colpa alla preparazione, ma ci possono essere mille motivi che influiscono. Anche i calciatori dovrebbero farsi un esame di coscienza e valutare se davvero stanno facendo la vita da atleti. Dal di fuori, mi permetto di dire, che è difficile dare dei giudizi ed è troppo facile criticare. Vorrei conoscere meglio la situazione, ma certamente non è facile”.

A gennaio il Milan potrà agire sul mercato in maniera prepotente per aggiustare il tiro?

“A gennaio è difficile fare un mercato importante e portare giocatori che possano migliorare la squadra in maniera netta, senza fare investimenti molto sostanziosi. Io direi che bisogna pensare a quelli che ci sono, allenarli bene e ritrovare l’equilibrio. Questa squadra comunque ha dei valori importanti. Ibra potrà dargli una scossa, anche se non gioca. Probabilmente sarebbe meglio averlo in campo! È una persona di calcio, una persona di campo, non può risolvere i problemi ma può dare un grande aiuto”.

Molto passa anche dalla stagione di Leao, che è un calciatore simbolo di questo Milan. Per ritrovare il sorriso bisogna recuperare il portoghese?

“Leao è insieme la parte positiva e negativa di questa squadra. È un giocatore forte, ha grandi qualità, ma deve fare di più. Non è costante, alterna grandi partite a prestazioni incolore. Leao è la forza del Milan, ma non in questa stagione e inoltre a lui va aggiunta anche l’assenza di Theo Hernandez. La fascia sinistra dovrebbe essere il punto di forza del Milan, ma ogni tanto diventa il punto di debolezza e a questo si dovrebbe cercare di porre rimedio”.