L’ex ciclista Jan Ullrich, vincitore del Tour de France nel 1997, ha vissuto una vita al limite, complici pesanti dipendenze. In un documentario dal nome “Jan Ullrich-The Hunter”, il classe 1973 si è raccontato a tutto tondo, non nascondendo i duri momenti in cui era vittima di alcol e fumo. Le sue confessioni shock arrivano soltanto pochi giorni dopo l’ammissione di aver gareggiato dopo aver assunto sostanze stupefacenti, proprio prima di aver vinto la Grand Bouclé.

Le confessioni di Jan Ullrich

Una vita al limite, sempre in salita. Jan Ullrich ha vissuto sempre inseguendo nuove sfide, prima da ciclista e poi da uomo. Nel privato, però, il tedesco ha raggiunto già volte il limite “per sentirsi vivo”. Il vincitore del Tour de France del 1997 ha toccato il fondo nel 2018 quando è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico. Da lì, il classe 1973 ha ripreso in mano la sua vita e ha deciso di raccontarsi in un documentario dal titolo “Jan Ullrich-The Hunter”, anche per aiutare chi, come lui, è stato vittima di dipendenze e lotta con demoni interiori.

Durante la presentazione del documentario, l’ex ciclista tedesco aveva ammesso di essersi dopato durante l’attività agonistica. All’interno del documentario, invece, le confessioni riguardano la sua vita privata, in cui ha toccato più volte il fondo e ha rischiato anche di morire. Una dipendenza, quella dall’alcol, che non lo ha lasciato vivere compromettendone anche la carriera agonistica. Così ha confessato:

Non ho bevuto per nove mesi, ma un giorno ho bevuto un bicchiere e dopo un po’ ho perso il controllo. Sono passato dal vino al whisky. Prima un bicchiere al giorno, poi due. Ero un atleta di alto livello e ciò mi ha permesso di vincere un Tour ma anche di andare nella direzione opposta. Potrei bere più whisky e inalare sempre più cocaina. Molte persone si sarebbero suicidate, ma il mio corpo ha resistito”.

“Nel 2006 caduto dal piedistallo”

Oltre ai problemi con l’alcol, Jan Ullrich ha poi parlato del doping: nel 2006, infatti, è stata riscontrata la sua positività e per il tedesco è iniziato un periodo duro e negativo. Nel 2018, poco prima di curarsi in un ospedale psichiatrico, il tedesco ha anche pensato di farla finita:

Nel 2006 caddi dal piedistallo di favorito per vincere il Tour. Sono passato da purosangue a cavallo da traino. Questo è difficile e mi fa ancora male. Mi creo problemi per i miei errori e debolezze. Ero in cima, sono caduto all’inferno e ora lotto per stare in mezzo. Nel 2018 ero davvero depresso. Da ciclista ho sofferto, ma dopo la carriera quella sofferenza è andata nella direzione sbagliata. Nel 2018 ero al punto più basso, con tutto quello che una persona può sopportare fisicamente e mentalmente. Il passo successivo sarebbe stato la morte”.

Non solo doping e alcol, anche il fumo e le sigarette hanno svolto un ruolo importante nella sua vita:

Inventavo delle sfide. Una volta volevo stabilire un record mondiale: ho fumato più di settecento sigarette in un giorno. È un mistero come ho fatto a resistere così a lungo”.