Nonostante il calo generalizzato dei rendimenti dei titoli di stato, il BTp a 30 anni offre un interessante rendimento.

Dal mese di ottobre il BTp a 30 anni è stato uno dei principali titoli obbligazionari in rally e offre interessanti rendimenti e stacca cedole periodiche piuttosto allettanti. Conviene detenere il BTp a 30 anni nel proprio portafoglio investimenti? Facciamo chiarezza.

BTp a 30 anni offre un interessante rendimento: conviene?

L’andamento positivo dei titoli obbligazionari emessi dal Tesoro italiano è iniziato a partire dal mese di ottobre e non è ancora terminato. La situazione è la stessa per i bond americani e per quelli del resto dell’Unione Europea.

Dopo mesi e mesi di continui incrementi dei rendimenti dei titoli statali e dei titoli obbligazionari, il trend inflazionistico rallenta e le banche centrali taglieranno i tassi di interesse. A partire dalla stagione primaverile i rendimenti dei titoli di stato potrebbero subire una discesa, secondo le previsioni degli esperti.

Nonostante il calo generalizzato dei rendimenti dei titoli di stato, detenere il BTp a 30 anni nel proprio portafoglio investimenti rappresenta una soluzione piuttosto conveniente. Si tratta di un bond con duration piuttosto alta, i cui prezzi sono in forte ascesa.

Dopo aver raggiunto il rendimento minimo dello 0,5%, adesso il premio è salito a 0,6 punti percentuali. Anche la cedola del bond risulta piuttosto allettante per gli investitori: per i neo-risparmiatori è pari a 4,2 punti percentuali. Al netto del prelievo fiscale la cedola scende a 3,7 punti percentuali.

Questo rendimento è superiore rispetto al tasso di inflazione nell’Eurozona. Nel caso in cui il rendimento subisse una discesa pari ad un punto percentuale, il prezzo dei BTp 30 anni si impennerebbe di 17 punti percentuali.

Il BTp a 30 anni vedrà aumentare la quotazione nel medio-lungo termine. Se lo spread BTp-Bund continuasse ad assottigliarsi, ci sarebbe spazio per un ulteriore aumento dei prezzi e riduzione dei rendimenti.  

BTp a 30 anni e titoli di stato: quali sono le conseguenze sull’isolamento dell’Italia sul Mes?

Nonostante l’isolamento dell’Italia sul Mes non ci sono state conseguenze negative sul BTP 30 anni e sui titoli statali. I giorni precedenti alle vacanze di Natale la situazione per i titoli obbligazionari e statali italiani è stata molto positiva.

Lo Spread BTp-Bund si è assottigliato a 160 punti base e non sono mancate interessanti novità. Il Parlamento italiano non ha ratificato la riforma del Mes, ma, nonostante ciò, non ci sono state ripercussioni negative sui titoli di stato italiani.

Il governo italiano è stato l’unico stato comunitario ad aver rigettato la riforma sul Mes: secondo Palazzo Chigi c’è la necessità di apportare dei miglioramenti al capitolo sul Mes: il governo guidato da Giorgia Meloni intende proseguire il dialogo con la Commissione.

Nonostante ciò, i rendimenti dei titoli statali italiani restano di gran lunga superiori a quelli dell’Europa che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Per il momento i titoli di stato italiani restano davvero economici ed i rendimenti sono davvero allettanti per gli investitori.