Cosa significa Rizz? Il termine indica fascino e carisma e viene usato molto dalla Generazione Z, soprattutto sui social come TikTok.
Spesso questa parola può anche essere utilizzata come verbo “to rizz up” e in tal caso significa attrarre, sedurre o semplicemente chiacchierare con una persona per suscitare in lei un certo interesse.
Quando diciamo che qualcuno è “Rizz”, significa infatti che questa persona possiede una quantità significativa di fascino e carisma. Tutto ciò lo rende attraente per i potenziali interessi romantici.
I giovani ragazzi usano nel quotidiano questo termine proprio per valutare la propria o l’altrui capacità di attrarre le ragazze.
Quando infatti una persona dice di aver fatto “Rizz” con qualcuno, significa che è riuscita ad accattivarsi o ad affascinare quella persona. In molti casi, questo termine viene usato per vantarsi dei propri successi o delle proprie capacità in fatto di dating.
Una sua variante altrettanto famosa è anche l’UnspokenRizz, che prevede di attirare il soggetto per noi d’interesse senza pronunciare nessuna parola.
Basta quindi semplicemente usare dei gesti ed espressioni facciali, qualità molto rare.
Chi invece ha NoRizz o Zero Rizz è una persona che non possiede il carisma giusto per attirare una persona. In questo caso il termine prende una valenza più negativa.
Ora “Rizz” è stata decretata, dalla Oxford University Press, editore dell’omonimo e prestigioso dizionario come la parola del 2023.
Cosa significa Rizz: il nuovo termine degli adolescenti
Il termine ha raggiunto la sua più alta popolarità durante lo scorso Giugno, quando è stata utilizzata dall’attore, volto di Spiderman, Tom Holland durante un’intervista in cui gli veniva chiesto proprio quale fosse il suo “rizz”.
Da quel momento, questa parola è stato scelta dagli esperti linguistici della Oxford University Press come un importante esempio di come la lingua possa essere formata, plasmata e condivisa all’interno della comunità, prima di essere diffusa.
La parola, in origine, è stata creata da Kay Cenat, un creator di Twitch.
Quando il termine però è diventato virale su TikTok lui stesso ha smesso di utilizzarla. Kay ha infatti criticato moltissimo la popolarità acquisita da questo termine in così poco tempo. Secondo lui il termine Rizz dovrebbe basarsi solamente sul parlare con le persone, su quelle frasi fatte che attirano la gente e non sul linguaggio non verbale.
Questa enorme popolarità del termine è dovuta in gran parte ai social media e alla cultura del web che contribuiscono all’evoluzione del linguaggio quotidiano.
Un altro fattore importante che ha contribuito a rendere così famoso il termine inglese è l’uso elevato da parte delle giovani generazioni che usano e veicolano questi nuovi termini.
Sono molte le parole, i modi di dire che prendono piede molto rapidamente proprio per la loro velocità di diffusione in rete. Queste parole di fatto riescono a superare tendenze linguistiche nate in precedenza.
Come è stata scelta questa parola
La scelta della parola dell’anno da parte della Oxford University Press è il risultato di una votazione da parte del pubblico sui social media.
Nel corso del 2023 sono stati proposti diversi termini da parte degli esperti linguisti e proprio tra questi gli utenti social hanno dovuto esprimere la propria preferenza.
Oltre alla parola rizz, tra le altre usate dai giovani e sviluppate nell’ultimo periodo c’era anche beige flag, swiftie, de-influencer, prompt, heat dome, situationship e parasocial.
L’espressione scelta dovrebbe di fatto riflettere al meglio il trend linguistico degli ultimi 12 mesi e avere così un certo potenziale culturale. La parola premiata dovrebbe infatti rappresentare un’istantanea della storia oltre ad avere un significato più duraturo.
Un altro caso simile è accaduto nel 2021, durante l’epidemia di Covid con il termine Vax, scelta come parola dell’anno, proprio perché rifletteva al meglio la storia di quel periodo.
Nei giorni scorsi, anche il famoso dizionario americano Merrim-Webster ha nominato “rizz” come una delle parole principali di questo anno. Il primato però, in questo caso, è stato assegnato alla parola “autentico”.