Anche PayPal ha deciso di varare il suo token. Per farlo ha scelto la via delle stablecoin, nonostante le vicissitudini di cui sono state protagoniste le criptovalute che si prefiggono la stabilità come obiettivo.

Dopo le ricorrenti voci, iniziate all’inizio del 2022, l’ufficializzazione del nuovo progetto di Paxos è giunta nel passato mese di agosto, quando PYUSD ha finalmente fatto la sua comparsa sui mercati. Un debutto atteso, che però non è stato per ora premiato da grandissimi risultati. A testimoniare una certa freddezza dei mercati il 271° posto attualmente detenuto dal coin. Andiamo comunque a vederne le caratteristiche tecniche, per comprenderne le effettive potenzialità.

PayPal USD: di cosa si tratta?

PayPal USD (PYUSD) è la stablecoin emessa da Paxos sotto forma di token ERC-20 sulla blockchain di Ethereum. Il bene reale cui è “peggato” il coin è il dollaro statunitense, con un rapporto paritario: per ogni dollaro virtuale emesso, ce ne dev’essere uno reale, in un conto bancario.

Con il suo arrivo, i tanti utenti che hanno già aperto un account con PayPal hanno a propria disposizione un ulteriore strumento da poter utilizzare, per i propri pagamenti virtuali.

Il suo obiettivo di fondo è stato spiegato dal CEO dell’azienda di pagamenti digitali, Dan Schulman: fungere da vero e proprio ponte tra le valute fiat e digitali, in modo da facilitare una serie di transazioni, tra cui i pagamenti, il trasferimento di fondi tra PayPal e portafogli esterni compatibili, e le conversioni crypto.

In pratica, PYUSD dovrebbe contribuire a ridurre gli ostacoli che caratterizzano i pagamenti negli ambienti virtuali. Inoltre, potrebbe accelerare i trasferimenti di valore e offrire un’alternativa in termini di stabilità a chi teme la volatilità tipica delle criptovalute.

La scelta di far girare PayPal USD sulla Ethereum Virtual Machine (EVM), è poi conseguente alla volontà di rendere la stablecoin compatibile con gli exchange, i wallet e le app Web3, gettando le basi per l’allargamento della sua disponibilità agli utenti di Venmo.

La sicurezza di PayPal USD

Già il fatto di aver optato per una stablecoin, fa capire le intenzioni di partenza di PayPal: offrire uno strumento digitale sotto forma di criptovaluta in grado di bypassarne la ormai proverbiale instabilità. Il tutto nell’ottica di offrire sufficienti rassicurazioni agli utenti e aiutarli a prendere confidenza con l’innovazione finanziaria senza eccessivi timori.

Per farlo l’azienda ha quindi chiesto una licenza al Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York. Una decisione da considerare con molta attenzione, considerato come questa autorità si sia distinta nel corso degli ultimi anni per la severità con cui svolge il compito istituzionale.

Proprio sulla base dell’accordo conseguito, Paxos si è impegnato a dare luogo ai controlli noti come Proof-of-Reserves. Si tratta in pratica di audit sulle riserve reali in dollari effettivamente detenute nei conti indicati dalla società. Sembra quindi da escludere l’ipotesi di comportamenti opachi come quelli che hanno caratterizzato, ad esempio, Tether.

Le prospettive per il futuro

Come abbiamo già ricordato in avvio, PYUSD è stato accolto in maniera abbastanza fredda dai mercati. Sembra quindi risentire della corrente di sfiducia innescata dalla vicenda di Terra, la stablecoin algoritmica di Do Kwon crollata fragorosamente dopo aver suscitato grande aspettative.

Occorre però sottolineare che PayPal USD è interamente collateralizzato da dollari reali. Inoltre è sottoposto agli audit mensili previsti dall’accordo con le autorità finanziarie dello Stato di New York. Chi decide di utilizzare il token come riserva di valore digitale si muove in un recinto regolamentato e centralizzato.

Alla luce di quanto detto sinora, non sembra azzardato prevedere una crescita della sua influenza nell’immediato futuro. Favorita anche dal sostanziale favore con cui il settore ne ha accolto il debutto. Per molti cryptofans, infatti, proprio PYUSD rappresenta la testimonianza di una crescita di interesse nell’innovazione finanziaria. Inoltre, potrebbe fare da apripista per l’entrata nella criptosfera di altre istituzioni finanziarie di prima grandezza.