Oggi, 24 dicembre, Benno Neumair compie 33 anni. Da tre è in carcere per l’omicidio dei genitori Peter e Laura, consumatosi la sera del 4 gennaio del 2021. Ecco dove si trova e quanti anni di pena deve ancora scontare.
Benno Neumair oggi: in che carcere si trova e quanti anni deve scontare
Al termine di diverse ore di camera di consiglio, lo scorso 30 ottobre i giudici della Corte d’Appello di Bolzano hanno condannato Benno Neumair all’ergastolo, confermando la sentenza già emessa in primo grado nel novembre del 2022.
La difesa del 33enne, rappresentata dagli avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia, aveva puntato sull’assoluzione, chiedendo anche che fosse ammesso a un programma di giustizia riparativa – come è accaduto, di recente, per Davide Fontana, il killer di Carol Maltesi -, ma senza successo.
Se in Cassazione si arriverà alle stesse conclusioni, il 33enne dovrà trascorrere in carcere tutta la vita. Dopo un primo periodo di detenzione a Bolzano è stato trasferito a Montorio, nel Veronese, dove da novembre si trova anche Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto a Vigonovo la sera dell’11 novembre scorso.
L’omicidio dei genitori a Bolzano: la ricostruzione
I fatti per cui Neumair è stato condannato risalgono a quasi tre anni fa. Era il 4 gennaio del 2021. Il 33enne era da poco tornato a stare insieme ai genitori nella casa di famiglia di via Castel Roncolo, a Bolzano, quando, al culmine di una lite, aveva strangolato entrambi con una corda d’arrampicata, gettandone i corpi nelle fredde acque del fiume Isarco.
Il giorno successivo, il 5 gennaio, si era recato presso la caserma locale insieme agli zii, denunciandone la scomparsa. Ai carabinieri aveva detto che il padre e la madre, di 63 e 68 anni, erano usciti di casa per fare una passeggiata in montagna e non avevano mai fatto ritorno. Le ricerche erano partite subito. Si temeva che Peter e Laura, ex insegnanti in pensione, fossero rimasti vittime di un incidente.
Poi però era emerso altro. Indagando più a fondo, gli inquirenti avevano scoperto che i telefoni cellulari dei due coniugi risultavano spenti già dalla sera precedente. I loro sospetti si erano quindi concentrati sul figlio che, pur essendosi mostrato collaborativo, aveva avuto dei comportamenti quantomeno strani. Nei giorni delle ricerche era stato fermato mentre si dirigeva ad un autolavaggio, ad esempio.
Nella sua auto era stata trovata una grande tanica di acqua ossigenata. L’analisi dei dati del suo smartphone aveva poi permesso di localizzarlo nei pressi del ponte di Ischia Frizzi, dove la scientifica aveva rinvenuto una macchia di colore giallastro, proprio la sera del 4 gennaio. Ventiquattro giorni dopo il delitto, messo alle strette, il 33enne aveva confessato il duplice omicidio.
La personalità disturbata di Benno Neumair
Poco prima di tornare a Bolzano, Neumair era stato sottoposto a un Tso in Germania. Secondo gli esperti è affetto da un grave disturbo della personalità. Per questo i suoi avvocati sono convinti che al momento dei fatti non fosse capace di autocontrollarsi.
I giudici, come dimostrano le due condanne di primo e secondo grado, sono di diverso avviso. Del resto i periti del gip lo avevano riconosciuto “seminfermo di mente” solo per l’omicidio del padre (avvenuto, stando alle sue parole, dopo un brusco risveglio). Durante quello della madre sarebbe stato “totalmente capace di intendere e di volere“.
La donna infatti rientrò nell’abitazione quando il marito era già morto. L’ipotesi è che negli attimi immediatamente precedenti Benno programmò di eliminarla per non farla diventare “una testimone scomoda” del primo omicidio che aveva commesso.