Centinaia di persone si sono riunite ieri pomeriggio a Castelfranco Veneto per partecipare a una veglia in ricordo di Vanessa Ballan, la 26enne uccisa a coltellate nella sua casa di Riese Pio X lo scorso 19 dicembre. Intanto il gip di Treviso ha convalidato l’arresto del suo presunto killer, il 41enne di origini kosovare Bujar Fandaj, stabilendo che dovrà restare in carcere.

Omicidio Vanessa Ballan, l’ordinanza del gip di Treviso

Non sarebbe stato un raptus a spingere Bujar Fandaj ad uccidere l’ex amante 26enne Vanessa Ballan, incinta di tre mesi. Secondo il gip Carlo Colombo – che con un’ordinanza ha confermato nei suoi confronti la custodia cautelare –, il 41enne avrebbe infatti premeditato con cura l’omicidio,

scegliendo il momento adatto, quando Vanessa era sola in casa e non si aspettava il suo arrivo, aggirando la telecamera di sicurezza che riprende l’area dell’ingresso e predisponendo gli strumenti necessari con lucida ferocia,

riporta Il Gazzettino. Il riferimento è al martello con la scritta “Sette color” che l’uomo avrebbe portato con sé per rompere il vetro della portafinestra della villetta e al coltello usato per colpire la vittima, rinvenuto nel lavello della sua cucina negli attimi successivi al suo arresto, parzialmente lavato.

Non è tutto. Nella sua abitazione gli inquirenti avrebbero anche trovato una sim prepagata e un passaporto rinnovato da poco. È probabile, quindi, che oltre a pianificare il delitto, il 41enne avesse anche programmato la sua fuga.

I messaggi di Bujar Fandaj alla vittima e la precedente denuncia

Ti rovino la vita“, “vammi a fare denuncia”, ma anche “ti prego, torniamo insieme“, scriveva l’uomo a Vanessa Ballan dopo la fine della loro relazione extraconiugale, troncata da lei dopo qualche mese a causa dei suoi comportamenti sempre più minacciosi e violenti.

Sembra che ne fosse ossessiato, al punto di seguirla e di contattarla continuamente. Lo scorso ottobre, dopo averla minacciata di rendere pubblici delle foto e dei filmati intimi che lei aveva già cancellato, si sarebbe addirittura introfulato una prima volta in casa sua, spaventandola.

A quel punto la 26enne – che aveva già confessato il tradimento al suo compagno Nicola Scapinello – avrebbe deciso di sporgere denuncia nei suoi confronti. Ma l’uomo, calmatosi, non sarebbe stato sottoposto ad alcun divieto di avvicinamento. Come non lo era stato il 49enne di origini marocchine che Vanessa Ballan aveva denunciato per stalking nell’autunno del 2021, salvo poi dcidere di farlo prosciogliere.

L’autopsia e la questione della paternità del feto

Vanessa Ballan sarebbe morta dopo essere stata picchiata con violenza e raggiunta da otto fendenti, di cui uno, profondo, al cuore. Avrebbe anche cercato di difendersi, ma il killer avrebbe impugnato il coltello in modo da sferrare colpi letali.

A stabilirlo è stato il medico legale Antonello Cirnelli, nel corso dell’autopsia effettuata sulla salma della giovane su disposizione della Procura. Nei prossimi giorni lo stesso esame riguarderà anche il feto che la donna portava in grembo, per risalire alla sua paternità.

La veglia a Castelfranco Veneto

Mentre le indagini proseguono senza sosta, in tanti ci tengono a ricordare l’ennesima vittima di femminicidio. Ieri pomeriggio a Castelfranco Veneto oltre cinquecento persone hanno partecipato alla veglia organizzata in duomo.

“Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo costruire un futuro migliore”, ha detto ai presenti il parroco don Claudio Bosa, invitando tutti a “non voltare la testa” davanti a certe tragedie, bensì a riflettere per capire come arrivare a un cambiamento.

Se ne è discusso molto negli ultimi tempi. La speranza è che le parole non restino solo parole e i pensieri si concretizzino in azioni, come ha più volte messo in luce anche il padre di Giulia Cecchettin, uccisa all’età di 22 anni dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ora in carcere a Montorio con l’accusa di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona.