Sul capitolo pensioni, la Manovra 2024 conferma i maggiori vincoli e i tagli degli assegni per le uscite anticipate in quasi tutti i canali di pensionamento previsti. Non ci sono novità sui due canali di pensionamento principali, ovvero sulla vecchiaia dei 67 anni di età e sull’anzianità, che continuerà a richiedere 42 anni e 10 mesi di contributi agli uomini e 41 anni e 10 mesi alle donne. Cambiano i canali di uscita alternativa, quali l’Ape sociale, l’opzione donna e la quota 103.

Tra le formule classiche di pensionamento, alcuni ritocchi riguardano l’anzianità e la vecchiaia dei lavoratori che appartengono al sistema contributivo puro. Le novità confermano un indirizzo preciso che il governo guidato da Giorgia Meloni ha portato avanti nella legge di Bilancio 2024: penalizzare le pensioni anticipate cercando di favorire, per quanto possibile, le pensioni di vecchiaia, rendendole più convenienti.

Pensioni, la Manovra 2024 conferma i maggiori vincoli e i tagli degli assegni per le uscite anticipate

Il testo della Manovra 2024 approvato dal Senato nella giornata del 22 dicembre conferma i tagli alle pensioni anticipate del prossimo anno. A iniziare dal contestato articolo 33 che contiene la decurtazione di pensione per i maestri, medici, infermieri, ufficiali giudiziari e dipendenti degli enti locali che opteranno per la pensione anticipata dei soli contributi per uscire dal lavoro nel 2024.

Il taglio si configura come un ricalcolo della pensione degli interessati con penalizzazione sulla quota “retributiva” dei versamenti tra il 1981 e il 1995. Alle stesse categorie di lavoratori non saranno intaccate, invece, le pensioni di vecchiaia, mentre i medici e gli infermieri potranno evitare i tagli della pensione anticipata lavorando tre anni in più.

Pensioni Manovra 2024 tagli per Ape sociale e opzione donna

Tutti i canali di uscita anticipata alternativa alle formule di pensione della riforma Fornero prevedono nuove penalizzazioni per chi li utilizzerà nel 2024 per uscire dal lavoro. L’Ape sociale, che nel 2023 consente l’uscita dai 63 anni di età a particolari categorie lavorative (disoccupati, invalidi, caregiver e lavoratori addetti a mansioni usuranti), dal 2024 aumenta il requisito anagrafico a 63 anni e cinque mesi.

Ancora più restrittiva del 2023 si preannuncia l’opzione donna, misura che consente l’uscita a 60 anni (per le dipendenti) e a 61 anni (per le lavoratrici autonome) unitamente a 35 anni di contributi e a condizione di rientrare in una delle categorie svantaggiate dell’Ape sociale (disoccupate, invalidi e caregiver). Chi sceglie questa formula deve mettere in conto il ricalcolo della pensione con il meno vantaggioso sistema contributivo puro.

Quota 103, come si esce nel 2024?

Penalizzati anche i lavoratori in uscita dal 1° gennaio 2024 con la quota 103. Il governo ha confermato i requisiti anagrafici e contributivi della misura del 2023 (62 anni di età e 41 anni di versamenti), ma ha previsto il ricalcolo della pensione con il sistema contributivo puro (una penalizzazione per una platea composta essenzialmente da lavoratori del sistema misto) e fissato in quattro volte il trattamento minimo la soglia massima di pensione erogabile dall’Inps (meno dei 2.800 euro lordi del 2023).

Inoltre, la legge di Bilancio 2023 aumenta le finestre mobili, cioè il periodo di tempo che il lavoratore deve attendere dalla maturazione dei requisiti al ricevimento della prima rata di pensione. Nel 2024 i mesi saranno sette per i lavoratori del settore privato (rispetto ai tre del 2023) e nove per i dipendenti del pubblico impiego (rispetto ai sei del 2023).

Pensione anticipata sistema contributivo puro, le novità del 2024

Per i lavoratori del sistema previdenziale contributivo puro (inizio del primo lavoro in data successiva al 31 dicembre 1995), arriva un allargamento e una stretta sulle pensioni. L’allargamento è per le pensioni di vecchiaia che si matureranno se si versano contributi per raggiungere almeno una volta l’importo dell’assegno sociale (503 euro nel 2023, circa 530 euro nel 2024). Nello scorso anno, l’indice era fissato a 1,5 volte. Tuttavia, si tratta di una novità che apre le porte a pensioni ancora più basse.

Sulle pensioni anticipate arriva la stretta. L’assegno di pensione maturato che permette l’uscita a 64 anni e con 20 anni di contributi – che nel 2023 deve essere di almeno 2,8 volte l’assegno sociale – nel 2024 aumenta a 3 volte l’assegno sociale. La soglia è obbligatoria e prevede degli sconti solo per le lavoratrici mamme, con il ritorno a 2,8 volte per un figlio e a 2,6 volte per due figli. Il governo, inoltre, introduce un tetto per questa pensione che non potrà superare, al lordo mensile, le cinque volte il trattamento minimo dell’Inps.