Dalla manifestazione di oggi 23 dicembre a Roma i partecipanti hanno fatto sentire la propria voce e sono d’accordo su un punto: la risoluzione ONU sul conflitto fra Palestina ed Israele è stata un passo in avanti importante, ma ora bisogna pensare alle fasce più deboli della popolazione palestinese.

Il corteo si è svolto nel primo pomeriggio, partendo dai Fori Imperiali per arrivare a Piazza Vittorio, Bandiere palestinesi, striscioni e tanta partecipazione per far sentire che esiste una comunità che chiede la fine di ogni spargimento di sangue ingiusto e doloroso.

Manifestazione Palestina 2023, Maja Issa (presidente del Movimento studenti palestinesi di Roma): “Governo italiano complice della tragedia in Palestina”

La studentessa e presidente del Movimento studenti palestinesi di Roma Maya Issa era stata aggredita durante la manifestazione “Non una di meno”, tenutasi questo novembre a Roma per ricordare tutti i femminicidi avvenuti in Italia quest’anno. Considerata la sua provenienza, era stata accusata con la sua presenza di giustificare in qualche modo gli stupri commessi dai militanti di Hamas ed era stata presa anche a calci da una persona ignota.

La sua presenza alla manifestazione di oggi in favore della Palestina sta a ricordare che una parte della comunità accademica, formata da persone di origini palestinesi, è in totale disaccordo con quanto sta accadendo non solo nelle facoltà italiane ma anche a livello politico:

Siamo qui soprattutto contro il governo italiano che per la seconda volta si è astenuto dal cessate il fuoco, perché l’Italia è complice di questo crimine che sta accadendo in Palestina e a Gaza, con l’invio delle sue armi, con i media mainstream che traducono solo le veline israeliane, con gli accordi che fanno le accademie e l’università attraverso Leonardo, e quindi ci sono tante bombe che sono marchiate con il Made in Italy e che stanno cadendo sulle teste dei bambini palestinesi, perché ci sono più di 1.500 israeliani con cittadinanza italiana che stanno combattendo insieme ai soldati: l’Italia è complice di questo massacro e dovrebbe richiamare, condannare e processare questi giovani che si sono arruolati insieme ai soldati.

Più di recente è stata votata all’ONU una risoluzione a suo modo importante, che vuole continuare a fornire a Gaza ed alla Palestina aiuti umanitari, senza però andare oltre all’auspicio di una cessazione sostenibile delle ostilità. A tal proposito il giudizio di Issa è netto e molto critico:

E’ un piccolo passo avanti, ma gli aiuti umanitari senza il cessate il fuoco a cosa servono? Noi non parliamo di cessate il fuoco, perché non ci sono due parti uguali: è come se ci fossero due parti che stanno lottando, è solamente Israele che sopra la volontà delle Nazioni Unite e dei paesi che hanno votato il cessate il fuoco continua a bombardare. Gli aiuti umanitari quindi non sono la soluzione, e non lo è nemmeno il cessate il fuoco: la soluzione è porre fine al regime di occupazione, all’apartheid che vige in Palestina da oltre 75 anni e non dal 7 ottobre. Il 7 ottobre è responsabilità ieri, oggi e sempre della comunità internazionale che non ha fatto nulla per prevenire quel 7 ottobre: Gaza era una pentola a pressione che poteva esplodere in qualsiasi momento. Oggi, quando sentiamo i media che dicono che Israele vorrebbe togliere Hamas da Gaza, non la sta togliendo: la sta rinforzando, perché sta privando una generazione dei suoi diritti!

Manifestazione Palestina 2023, il presidente della comunità palestinese Yousef Salman: “Assurdo che la comunità internazionale e l’Europa non intervengano”

Durante la manifestazione di oggi non ci sono stati scontri con le Forze dell’Ordine. Nulla di paragonabile con quanto accaduto a fine ottobre, con scontri prolungati, fumogeni ed una bandiera israeliana rubata dalla sede della Fao.

Prima però è stato il turno di Yousef Salman, il presidente della comunità palestinese in Italia. Sulla stessa linea di Issa, Salman pone l’accento su come le diverse risoluzioni dell’ONU e del Consiglio di sicurezza siano rimaste lettera morta e non siano mai state applicate. Ciò ha portato ad una situazione per la comunità palestinese non più gestibile con le loro sole forze:

E’ assurdo che questa comunità internazionale e le nazioni Unite non riescano ancora a porre la loro volontà per costringere lo stato di Israele per porre fine a questo massacro, a questo genocidio, a questo sterminio del popolo palestinese. Anche i cristiani palestinesi hanno deciso di annullare i festeggiamenti del Natale, perché anche Cristo è un palestinese e quindi sapete cosa vuol dire per noi. Speriamo in un intervento determinante, ancora più forte di Sua Santità Papa Francesco a favore di questa comunità palestinese.

Cosa si può fare per fermare questo massacro? Salman chiede una presa di posizione forte da parte dell’Italia e dell’Unione Europea, arrivando a dire che sia necessario un intervento armato. L’obiettivo è quello di far rispettare al governo di estrema destra italiano in maniera completa le risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza e dell’ONU.

Queste le parole di Salman:

Noi chiediamo all’Italia e all’Europa un maggior intervento per costringere questo stato israeliano, questo governo di estrema destra a rispettare la volontà della maggioranza assoluta dei paesi del mondo. Tutto il mondo parla di aiuti umanitari, ma tutto il mondo dovrà capire che la questione palestinese non è un pezzo di pane o magari un piatto di riso: è un problema politico, ci sono centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite, ci sono più di 97 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Voi sapete che queste di solito vanno fatte rispettare anche con l’uso della forza militare.