Calciatore prima, allenatore poi. Giuseppe Incocciati è partito abcora giovanissimo da Fiuggi, per inseguire il sogno di diventare un professionista, nelle giovanili del Milan. Attaccante o ala, calciatore estroso e di grande fantasia, mancino per natura, con la maglia rossonera si è messo in mostra, rendendosi protagonista della promozione dalla Serie B alla Serie A. Importante, nella sua carriera, anche il passaggio al Napoli, nella stagione 1990/91. Con la maglia azzurra ha vinto anche la Supercoppa italiana. Per commentare il big match dello stadio Olimpico, Roma-Napoli, Incocciati è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Roma-Napoli, Incocciati a Tag24

La diciassettesima giornata ha già riaperto i battenti ed è entrata nel vivo, ma si chiuderà solo questa sera con un big match niente male. Allo stadio Olimpico di Roma, la squadra di Mourinho e quella di Mazzarri, si troveranno una di fronte all’altra per una gara dal sapore europeo. Nell’attesa di conoscere il risultato di Bologna-Atalanta e complice il passo falso fatto dal Milan, Roma e Napoli sanno di avere un’occasione d’oro per tornare in piena corsa Champions. Lo Special One dovrà però far fronte a qualche defezione di troppo; dall’altra parte Mazzarri rischia di avere una squadra depressa, dopo i 4 gol incassat in Coppa Italia e per questo ha lavorato soprattutto sulla testa in questi giorni. Per commentare il match dell’Olimpico, Roma-Napoli, Incocciati, che con i partenopei ha giocato nel corso della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Commentiamo la partita di questa sera, ma partiamo da quello che è avvenuto in settimana. Visti i quattro gol subiti contro il Frosinone, ti aspetti un Napoli arrabbiato allo stadio Olimpico?

“Non so se sarà arrabbiato, ma mi aspetto un Napoli preoccupato. Questa squadra ha smarrito la strada maestra, ed è evidente se lo rapportiamo a quanto fatto lo scorso anno la sconfitta pesante contro il Frosinone in Coppa Italia, ha creato sicuramente delle incertezze, che possono destabilizzare un ambiente già non perfettamente omogeneo. Non so cosa aspettarmi, ma è un Napoli che non è neanche paragonabile a quello che ha vinto lo scudetto”.

Anche la Roma però è delusa, perché reduce dalla sconfitta contro il Bologna, che era molto importante in termini di classifica. Dai giallorossi cosa ti aspetti di vedere?

“La sconfitta contro il Bologna sicuramente pesa, ma non può essere confrontata a quella del Napoli contro il Frosinone. Thiago Motta ha una squadra di tutto rispetto e non per niente è in una posizione europea. Sta facendo un campionato straordinario e abbiamo visto anche in Coppa Italia contro l’Inter ciò di cui è capace. Questo per dire che ha un peso diverso, è un avversario molto più difficile da affrontare e per questo la sconfitta dei giallorossi ci poteva anche stare. È chiaro che se a Mourinho togli i punti di riferimento, che sono Lukaku e Dybala su tutti, la squadra soffre. È vero che il belga tornerà in campo, ma è altrettanto vero che lui ha bisogno di qualcuno che sappia servirgli la palla, come solo l’argentino sa fare. Non so chi prenderà il suo posto, ma resto convinto che l’assenza di Dybala pesi tantissimo”.

Torno sul Napoli, dall’arrivo di Mazzarri in poi, dal punto di vista del gioco sembrava che qualcosa stesse cambiando. Se poi andiamo a guardare i numeri però dicono quattro sconfitte in sette partite. Ci sono ancora scorie del periodo di Garcia oppure non era quello il problema?

“Credo sinceramente che non ci fossero solo problemi legati al tecnico, ma anche un appagamento per quello che hanno saputo fare e dimostrare nello scorso campionato. Spalletti è stato bravissimo a tenerli di sempre sulla corda, ma questo appesantisce quello che è il dispendio, soprattutto di energie mentali. Quando i calciatori staccano, poi non puoi girare la chiave e rimettere in moto, ci vuole tempo. Poi se come sta accadendo a Napoli, i risultati non arrivano, non gli da certo una mano e quindi faranno ancora più fatica”.

Quindi non è un problema di allenatore…

“Garcia o Mazzarri, il dato di fatto è che in campo ci sono i giocatori e in linea di massima sono gli stessi dell’anno scorso. Le colpe non possono essere attribuite sempre e solo agli allenatori, credo sia da persone poco intelligenti. Sono stato calciatore e allenatore e so bene che quando si va in campo ci si deve saper relazionare con ogni tipo di difficoltà, soprattutto se si pensa di essere dei campioni e se si vestono maglie importantu. Evidentemente a Napoli non sta accadendo questo”.

Parliamo del reparto offensivo, visto il tuo passato. Uno dei calciatori finora più appannati è sembrato Kvara, ma il gol con il Cagliari potrebbe averlo sbloccato. Può essere lui l’ago della bilancia, visto che lo scorso anno aveva fatto la differenza?

“Kvara ha passato un brutto momento e spero se lo sia messo alle spalle. Contro il Cagliari è tornato quello che conoscevamo, ma fino a quel momento aveva fatto vedere davvero poco e sembrava la controfigura di quello dello scorso anno. Probabilmente anche lui ha avuto un rilassamento psicologico e non ha ritrovato la concentrazione che necessita ogni gara in questo gioco. Ultimamente l’ho visto un po’ meglio e sta ricominciando ad affrontare l’uomo. Lui può diventare incisivo e cambiare le sorti del reparto offensivo, ma ultimamente lo avevo visto troppo spesso dare palla indietro, e vi assicuro che non un attaccante non ama mai farlo. C’erano delle difficoltà ed emergevano in maniera evidente”.