Come si prospetta il 2024, per Uniswap? Si tratta di una domanda del tutto logica, considerata la rilevanza che il progetto continua ad avere, nonostante un biennio che ne ha messo a dura prova la resistenza.
Se, infatti, nel pieno del crypto winter il valore del token ha avuto un calo notevole, nel corso dell’ultimo anno ha invece evidenziato buone doti di resistenza. La sua quotazione è infatti passata da poco più di 5 dollari ai 6,2 odierni, consentendo a UNI di restare al 22° posto nella classifica di settore.
Una capacità di resistenza la quale ha colpito non pochi analisti, inducendoli a prevederne una crescita di rilievo nel corso del prossimo anno. Un trend che dovrebbe essere favorito anche da una serie di fattori in grado di spingere molti investitori a prenderlo in considerazione.
Uniswap: perché potrebbe crescere nel futuro
Uniswap è un DEX, ovvero un exchange decentralizzato che si fonda sull’Automated Market Maker al posto dell’Order Book delle piattaforme centralizzate. Stiamo parlando di un tipo di scambio il quale è in grado di garantire vantaggi notevoli ai propri utenti.
Il primo dei quali è rappresentato dal fatto che per iniziare a scambiare criptovalute non è necessaria alcuna procedura di registrazione. Basta infatti collegare il proprio wallet alla piattaforma, senza alcuna necessità di sottoporsi a procedure KYC (Know Your Customer), ovvero a quelle prove d’identità che sono avvertite con grande fastidio da molti.
Ma, soprattutto, c’è una seconda caratteristica che sta agevolando sempre di più il successo degli AMM, il fatto che per utilizzarli non sia necessario fornire le chiavi private del proprio wallet alla piattaforma. Considerato quanto accaduto nel caso di Mt. Gox, l’exchange centralizzato clamorosamente crollato nel 2014, si tratta di un fattore decisivo agli occhi di molti trader. Proprio in quell’occasione, infatti, molti osservatori affermarono che si trattava di una semplice truffa messa in atto dall’azienda ai danni di chi aveva incautamente messo le proprie risorse virtuali a sua disposizione.
La vicenda di Mt. Gox non è peraltro un caso isolato. Basterebbe ricordare come anche il crollo di FTX abbia in pratica seppellito miliardi di dollari degli utenti, per capire come i DEX non siano in grado di dare sicurezze a chi li utilizza. Un fattore che sembra fatto apposta per soffiare sulle vele di Uniswap, anche nell’immediato futuro.
Uniswap: il 2024 potrebbe essere un anno di svolta
Come abbiamo visto, quindi, il 2023 si sta concludendo abbastanza bene per Uniswap. Non solo per le capacità di resistenza evidenziate in un contesto complicato, ma anche per le difficoltà cui invece sono andati incontro alcuni dei principali exchange centralizzati.
Se FTX è praticamente scomparso dall’orizzonte crypto, anche per Binance le cose si sono andate complicando non poco. L’accordo firmato con la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, a quanto sembra, potrebbe pesare non poco sul suo futuro.
Se, infatti, non ci sono state conseguenze di carattere giudiziario per la maggiore piattaforma globale di scambio crypto, i danni a livello reputazionale sono stati del tutto evidenti. Secondo molti osservatori non basterà neanche l’addio di ChangPeng Zhao a ristabilire un sufficiente grado di fiducia presso i trader che già sono stati messi in allerta dalla lunga teoria di crolli che ha interessato il settore. Una parte di loro, quindi, potrebbe decidere di transitare agli scambi decentralizzati e, in particolare, adottare proprio Uniswap, che del settore è un decano.
Oltre a questa dinamica interna al mondo degli exchange, c’è poi da considerare l’influsso che il quarto halving di Bitcoin potrebbe avere sull’intera criptoeconomia. Si tratta di un fenomeno già verificato nel passato: ad ogni evento di questo genere, infatti, ha fatto riscontro la crescita in termini di quotazioni di un gran numero di token. Una crescita generalizzata che non dovrebbe mancare neanche stavolta.