I datori di lavoro che dovessero conseguire la certificazione di parità di genere entro il 31 dicembre 2023, potranno presentare domanda all’Inps di esonero contributivo. Per la richiesta è necessario utilizzare il modello online messo a disposizione dall’Inps “Sgravio par_gen_2023”.

È quanto chiarisce l’Istituto di previdenza nel messaggio numero 4614 del 21 dicembre 2023, avente ad oggetto l’articolo 5 della legge 5 novembre 2021, numero 162, recante “modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, numero 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”.

Tale articolo prevede l’esonero dal versamento dell’1 per cento dei contributi previdenziali, nel tetto massimo di 50mila euro, a favore dei datori di lavoro che siano in possesso della certificazione di parità di genere, di cui all’articolo 46 bis del decreto legislativo numero 198 del 2006.

Certificazione parità di genere, come presentare domanda di esonero contributivo: sconto dell’1%, istruzioni Inps

Novità in vista dei datori di lavori che dovessero conseguire la certificazione di parità di genere entro la fine del 2023: si potrà presentare domanda all’Istituto di previdenza per l’esonero contributivo entro il 30 aprile 2024. Per l’invio della pratica l’Inps chiarisce, nel messaggio 4614 emanato nella giornata di ieri 21 dicembre 2023, di utilizzare il modello reperibile online dello “Sgravio par_gen_2023”. Ai fini dell’ammissibilità della domanda di esonero contributivo, fa fede la data di rilascio della certificazione, che non può essere, in nessun caso, successiva al 31 dicembre 2023.

L’Istituto di previdenza evidenzia che, nel modello di domanda, i datori di lavoro dovranno indicare la retribuzione media mensile globale e l’aliquota datoriale media. Entrambi i valori si dovranno desumere da una stima interessante tutto il periodo di validità della certificazione di parità di genere.

Nel modello di domanda, inoltre, il datore di lavoro deve inserire la data di rilascio della certificazione stessa: tale informazione è indispensabile perché, dalla data del rilascio, iniziano a decorrere i tre anni di fruizione complessiva dello sgravio dei contributi. Il datore di lavoro deve indicare, inoltre, la forza aziendale media stimata del periodo di validità della certificazione.

Certificazione parità di genere, domanda Inps di sconti contributi: requisiti

La misura dello sgravio contributivo per le imprese che abbiano conseguito la certificazione della parità di genere si quantifica nell’1 per cento del versamento complessivo dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro, nel tetto massimo di 50mila euro all’anno. L’accoglimento della domanda di esonero contributivo potrà essere visualizzato dal datore di lavoro nello stato dell’istanza con la dicitura “Accolta”.

Come inviare la domanda di esonero contributivo

Per inviare la domanda di esonero contributivo, ottenibile grazie alla certificazione di parità di genere, i datori di lavoro dovranno utilizzare il “Portale delle agevolazioni” (ex DiResCo), presente all’interno del sito dell’Inps, entro il 30 aprile 2024.

Una volta inviata l’istanza, nella propria area personale il datore di lavoro visualizzerà la dicitura “Trasmessa”. Non vi sono graduatorie nell’invio della domanda in quanto, in caso di insufficienza dei 50 milioni di euro messi a disposizione, si procederà con la riduzione percentuale dell’importo spettante a ciascuna impresa richiedente.

Esito della domanda, cosa c’è da sapere per ottenere lo sconto sui contributi

Una volta accettata la domanda, l’Inps conferma l’attribuzione del codice di autorizzazione 4R, utile per la fruizione degli sconti sui contributi previdenziali da versare. Nel messaggio, l’Inps chiarisce anche che la precedente tornata delle domande, quelle inviate dai datori di lavoro con certificazione di parità di genere conseguita entro il 31 dicembre 2022, non deve essere seguita da un ulteriore invio di istanze.

L’esonero contributivo, specifica l’Istituto di previdenza, viene riconosciuto in automatico per i tre anni di durata della certificazione. Nel caso in cui siano presenti degli errori – con durata dello sconto sui contributi inferiore a tre anni – l’Inps provvederà d’ufficio alla loro correzione.