Ark sembrava destinato ad un immediato fallimento, quando è stato lanciato, nel 2017. La sua Token Exchange Campaign (TEC), infatti, vide affluire nelle casse aziendali appena 750mila dollari. Considerate le grandi ambizioni di partenza, ovvero l’adozione di massa del token, sembrava la certificazione di un fallimento.

I proponenti, però, non si sono persi d’animo. Hanno infatti deciso di procedere ugualmente, anche coi pochi fondi ottenuti, dando vita ad un lavoro teso a fare della rete un sistema realmente innovativo. Tale da reggere la sfida coi giganti del settore, che potevano peraltro fare affidamento su risorse più cospicue per lo sviluppo.

Un lavoro premiato almeno in parte dai risultati, alla luce del 251° posto detenuto nella classifica di settore. Forse non all’altezza delle smodate ambizioni iniziali, ma comunque tale da poter fare da base per una futura crescita.

Ark: di cosa si tratta?

Ark è un fork di Lisk, lanciato nel preciso intento di rivolgersi agli sviluppatori, indipendentemente dal fatto che si tratti di startup o grandi aziende. Consente infatti di dare vita a blockchain personalizzate, in maniera abbastanza semplice. In pratica, chi utilizza la rete può concentrarsi sulla logica del software, affidando alle API (Application Programming Interface) offerte da Ark la gestione della blockchain sottostante.

Dopo aver rilasciato inizialmente gli SDK (Software Development Kit) per PHP, Java e .NET, si sono poi aggiunti con il trascorrere del tempo gli altri, che hanno dato luogo ad un vero e proprio framework per la blockchain.

Un ruolo assolutamente fondamentale, nel sistema descritto, è quello del Launcher. Grazie ad esso è possibile creare blockchain interoperabili completamente personalizzabili, con un sistema plug & play. Il metodo che ne consegue permette di scegliere un modello di consenso, personalizzare le transazioni e provvedere a tutte le necessità tecnologiche ritenute utili al progetto.

Le peculiarità tecnologiche di Ark

Se il Launcher riveste una funzione fondamentale nell’ecosistema di Ark, ci sono altre caratteristiche che ne fanno una soluzione estremamente interessante. A partire dall’implementazione di Smart Bridge, una definizione tesa a richiamare con tutta evidenza gli smart contract. Si tratta in pratica di adattatori in grado di assicurare le comunicazioni e le interazioni tra blockchain differenti, a partire da transazioni e scambio di dati tra app di prossima generazione.

Altra caratteristica da rimarcare è poi la presenza di un meccanismo di consenso Delegated Proof-of-Stake (DPoS). Il sistema prevede la nomina di 51 delegati, i quali possono aggiungere i blocchi alla catena, permettendo di sostenere sino ad un terzo di nodi dannosi. Per farlo, ARK prevede che in caso di divergenze i nodi maggioritari possano produrre 2 blocchi in 9 secondi, contro uno soltanto di quelli maggioritari nello stesso arco temporale. La conseguenza è che saranno riconosciuti sempre i blocchi della fazione maggioritaria, in base al principio della catena più lunga.

Il metodo di governo prefigurato da Ark è però oggetto di critiche, in quanto consente a chi possiede più ARK, il token nativo della blockchain, di avere ricompense più elevate. Se questo sistema favorisce la decentralizzazione in sede decisionale, favorisce però una centralizzazione della ricchezza. Ogni delegato può comunque essere sfiduciato dalla sua base elettorale nel caso non sia in grado di ottemperare alle proprie promesse elettorali.

Le prospettive per il futuro

Sinora Ark non ha sfondato, in termini di mercato. Non ha infatti la notorietà dei progetti più noti, anche se sembra possedere caratteristiche tecnologiche di assoluto rilievo.

In particolare, si prefigge una missione importante per l’intero ecosistema: rendere possibile il varo di nuove blockchain in grande semplicità. Una funzione di servizio estremamente importante per tutti gli attori del settore.

Resta da capire se tale funzione di servizio sia in grado di attirare l’attenzione dei trader, spesso affascinati dalle soluzioni di carattere puramente speculativo. La speranza è naturalmente in una ripresa del mercato, ormai attesa da molti analisti. Ove si verificasse, le risorse che affluiranno sullo stesso potrebbero essere indirizzate verso i progetti più innovativi, a partire proprio da Ark.