Clima politico particolarmente acceso in questi giorni in Italia. Dopo il rifiuto parlamentare di ratificare il Mes, il day after è all’insegna delle dichiarazioni dei politici che cercano di spiegare il proprio voto o di far cadere in qualche trappola dialettica i propri oppositori.
E’ quello che accaduto oggi in Senato, dove il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha accusato Forza Italia di tradire la memoria storica di Silvio Berlusconi astenendosi dalla votazione sul Mes. Accusa che Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, respinge con forza: “Non accettiamo lezioni di berlusconismo da Renzi”.
C’è anche un commento sul Mes stesso e sull’operato di Giancarlo Giorgetti. Secondo Gasparri, non era necessario discutere in questo periodo del trattato, mentre il Ministro dell’economia e delle finanze si trova in una situazione complicata a causa del debito pubblico italiano, che ne delimita il raggio d’azione.
Gasparri a ruota libera su Renzi: “Lui non ci può dare lezioni sul berlusconismo. Se vuole diventarlo lo accogliamo…”
Quando si parla di Berlusconi e dell’eredità politica che ha lasciato, in Forza Italia è molto facile diventare estremamente sensibili sull’argomento. E’ accaduto oggi in Senato, quando Matteo Renzi ha accusato i forzisti di sprecare l’eredità berlusconiana non votando l’adesione al Mes. Renzi ha detto:
Il vostro voto di astensione tradisce l’eredità politica e cultura di Berlusconi, dovreste vergognarvi.
Ne è nato un piccolo parapiglia in aula, ricostruito e spiegato così da Maurizio Gasparri, esponente di peso di Forza Italia:
Renzi ci ha impartito una lezione di berlusconismo: Berlusconi avrebbe fatto questo, avrebbe fatto quello, vi avete tradito Berlusconi… Io ho avuto – non nel microfono, stava parlando Renzi – qualche interiezione (come si scrive nei resoconti parlamentari), mormorii, brusii nell’aula. Ho visto una specie di Var a Tagadà con una specie di “Va’…” che parte, ma stavo là! Allora lui avrà carpito questa frase e quindi ha protestato, ha fatto protestate Borghi… Io poi nel mio intervento, visto che parlavo dopo di lui, ho detto: “Caro presidente, intanto mi scuso se ho usato qualche espressione così“, poi gli ho fatto una ramanzina e gli ho detto: “Noi lezioni di berlusconismo non ne prendiamo da uno che quando Berlusconi, dopo un’ingiusta condanna, fu allontanato dal Parlamento, disse “Game over“, partita chiusa.
Gasparri spiega l’astensione di Forza Italia come un fatto coerente con quanto Berlusconi disse nel 2020: il Mes non era uno strumento utile all’Italia, perché non garantiva un adeguato controllo sulle finanze da parte del singolo stato. Infine Gasparri lancia un “goliardico invito” a Renzi:
Berlusconi disse sul Mes nel 2020 che non l’avrebbe votato. Noi ci siamo astenuti perché riteniamo che il Mes vada modificato, nel senso che il Parlamento europeo dovrebbe avere una possibilità di controllo, di verifica, su questo che oggi non è prevista. Quindi non siamo contrari, vogliamo una modifica in nome di un principio di controllo democratico del parlamento. E l’aveva detta anche Berlusconi questa cosa! Poi alla fine ho concluso dicendo che noi siamo accoglienti, fratelli: se uno vuole diventare berlusconiano lo accogliamo. Ma il berlusconismo postumo insegnato Matteo Renzi anche no.
Gasparri su Mes e Giorgetti: “La discussione poteva essere rinviata, ma tanti ne parlano senza sapere cosa sia. Il lavoro del ministro non è stato semplice”
Gasparri passa poi a parlare di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia che in questi giorni vive bersagliato dalle critiche da parte delle opposizioni. Per il forzista non è credibile l’ipotesi delle dimissioni di Giorgetti, ma piuttosto bisogna sottolineare che in un’Europa fatta da 27 paesi con bisogni e sfide diverse le une dalle altre non è sempre semplice per un ministro portare avanti la propria agenda:
Se uno si siede al tavolo dei 27 ministri dell’economia, 26 dei quali hanno ratificato il Mes o comunque lo ritengono utile, è ovvio che sta in una condizione non facile, rappresentando un paese che ha un debito pubblico storico grande (non causato da noi). Quindi è ovvio che non va lì a fare la voce grossa e tutti si spaventano: fa un mestiere complicato, rappresenta un paese che ha superato tanti esami, quindi tonico come l’Italia, tuttavia spesso considerato come il paese come troppo debito. E’ chiaro che nel momento in cui si crea in Europa questa dialettica dovrà poi gestire questo tavolo a 27 dei ministri dell’economia. Quindi Giorgetti fa un lavoro complicato in un contesto complesso.
Dalle parole di Gasparri traspare una certa vicinanza se non politica quanto di mestiere: entrambi sono da tanti anni parlamentari o senatori, quindi critiche e rimbrotti delle opposizioni sono parte del lavoro. Curioso però che se in Italia il lavoro di Giorgetti è ben visto, quello europeo è sempre criticato:
L’opposizione chiede le dimissioni di tutti tutti i giorni, dalla mattina alla sera, è fisiologico. Giorgetti ha visto approvare oggi la manovra economica con il voto di fiducia quindi oggi si trova nel paradosso che rispetto al negoziato europeo vive una vita difficile, ma per il mestiere che fa! Giorgetti è un po’ come il capo dei Vigili del Fuoco, deve andare dove c’è l’incendio, ma si sa, il ministero dell’Economia è sempre stato un mestiere scomodo. Però la manovra economica è stata approvata, quindi in Italia gode di grande considerazione.
Infine Gasparri considera il Mes come un argomento molto complicato, che la stampa sembra divertirsi a trattare senza però che nessuno ne abbia capito bene il funzionamento. Per il forzista sarebbe stato necessario altro tempo per parlarne, ma lui avrà almeno la soddisfazione di vedere il Mes dimenticato persino dalle pagine della storia:
C’è questa partita del Mes che sta dividendo tutti: l’opposizione, i grillini hanno votato come la Meloni, io ho votato come Fratoianni! E’ un tema molto complesso, se avessi avuto il potere avrei rinviato la discussione, però s’era creato questo cortocircuito: hanno accelerato alla Camera, hanno fatto riunioni, evidentemente non potevano fare diversamente. La saggezza avrebbe suggerito di fare diversamente. Voi quanti giorni avete scritto, parlato di ‘sto Mes? E’ un anno che si parla di questo Mes: sono più gli articoli fatti, che le persone che conoscono il contenuto. Tra 100 anni non farà parte della storia d’Europa.