Il Bologna sorprende, ma di storie simili nel calcio ce ne sono state tante. L’Atalanta è cresciuta passo dopo passo, arrivando ad attestarsi in posizioni europee. Prima ci aveva provato il Sassuolo e prima ancora c’era stato il Chievo dei miracoli. Quella della squadra di Delneri rappresenta una di quelle storie che gli amanti e gli appassionati di calcio non possono non conoscere. Una squadra nata da un quartiere, che è riuscita a conquistare la Serie A e da debuttante, ha conquistato alla fine un posto in Europa, in Coppa Uefa per l’esattezza. Niente di improvvisato, tutto frutto di grande lavoro, a partire dalla società e fino ad arrivare all’allenatore. La discriminante, di molti di questi club, ha un nome e un cognome e si chiama Giovanni Sartori. Per raccontare il talento del dirigente sportivo e commentare la stagione del Bologna, Delneri è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Bologna, Delneri a Tag24 parla del talento di Sartori

Continua il momento straordinario del Bologna che dopo aver battuto la Roma in campionato, e aver centrato il quarto posto in classifica, passa il turno anche in Coppa Italia, eliminando l’Inter capolista in Serie A. Una squadra che non ha più limiti e che ora vuole sognare in grande. Ma quello che sta accadendo, è veramente un caso fortuito e sorprendente? In realtà si tratta di un grande progetto e tanto lavoro, iniziato già da qualche anno dal presidente Saputo e dai suoi collaboratori. L’artefice principale di questo successo, secondo molti, è Giovanni Sartori, che già in esperienze precedenti era riuscito a raggiungere traguardi simili. Per raccontare il talento del direttore e analizzare il successo del Bologna, Delneri, allenatore che insieme a Sartori ha raggiunto l’Europa col Chievo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Stiamo assistendo a Bologna straordinario, che viaggia sulle ali dell’entusiasmo. Può essere l’anno buono per tornare in Europa?

“E’ una squadra che gioca bene, e questo è innegabile. In questo momento tra l’altro c’è un grande entusiasmo che aiuta molto. Una squadra che fa un gioco efficace, concreto. I calciatori credono fermamente in quello che l’allenatore gli propone, e Thiago Motta sta facendo un grande lavoro. Sono sicuro che possano crescere ancora e fare molto bene in questo campionato. Da qui ad arrivare in Europa però non lo so, perché dipende da tantissimi fattori. Quel che certo che potrà giocarsela alla pari con tutte le squadre di serie A”.

Nell’analizzare il club e i risultati raggiunti in questi giorni, l’attenzione non può che essere posta sul lavoro di Giovanni Sartori. Un dirigente che lei conosce bene e con cui, il Chievo, ha scritto la storia. Quanto merito c’è, al Bologna, del direttore?

“Giovanni lo ha fatto con me a Verona, poi lo ha fatto a Bergamo e ora lo sta facendo a Bologna. Ovunque va porta grande conoscenza di calcio. È un dirigente straordinario, come lo sono Angelozzi oppure Corvino. Dirigenti vecchio stampo, se così possiamo definirli. Si è circondato di uno staff competente, a partire dal tecnico, e questo è fondamentale. Le idee devono collimare è l’allenatore deve essere in sintonia con la società. Giovanni è bravissimo, e in questi anni ha raccolto meno di quanto meritasse. È un direttore tecnico, che ha cultura calcistica. Ha fatto cose meravigliose, è bravissimo, dirà il migliore in circolazione per tutto quello che ha fatto, per risultati raggiunti e per quello che può ancora dare”.

Parte tutto dal rapporto umano?

“È tutta una questione di fiducia, e in lui hanno riposto grandi aspettative sia di Di Vaio, che Saputo, e anche il mister. In più ci sono le idee di Thiago Motta, e una società solida alla base. Il calcio è abbastanza semplice, se tutto funziona arrivano i risultati. Giovanni sa bene che questo passaggio è fondamentale”.

Il Bologna è la dimostrazione del fatto che non servono per forza nomi altisonanti per fare bene in campionato?

“Devi saper andare a pescare, devi avere competenza, soprattutto quando si tratta di giovani. Devi anche saper ascoltare. Il Bologna in estate ha fatto scelte importanti e cessioni celebri. La cosa fondamentale però è che ci sia comunione di intenti”. 

Possiamo dire quindi che il Bologna arriva a questi risultati perché c’è un progetto, partito già da qualche anno?

“Giovanni stava facendo bene a Bergamo e poi non so cosa sia successo. Saputo è stato consigliato bene da chi ha vicino e nel momento in cui Sartori era libero lo ha ingaggiato e insieme hanno fatto un progetto. Tutto è volto a raggiungere il risultato e ci si contorna di persone che ne capiscono proprio per questo. Ad oggi il Bologna è un giocattolo perfetto, anche in fatto di idee, che nel calcio incidono sempre. Pensate a Zirkzee, è stato fermo quasi un anno. La scorso stagione è stato impiegato pochissimo e ha avuto tempo per crescere. La conoscenza dei giocatori è fondamentale, per dare un supporto pratico e tecnico alla squadra. In più Motta è stato bravo a dare concretezza e grande furore e credibilità alla squadra”. 

Guardando in generale alla corsa Champions, secondo lei quali sono le squadre favorite?

“E’ vero che l’Inter ha perso con il Bologna, ma ha fatto un’ora di grande livello e avrebbe potuto vincere la partita prima. I nerazzurri, insieme alla Juventus, sono già certi del posto e lotteranno per lo scudetto. Poi inserirei il Milan, e c’è da fare attenzione alla Fiorentina. La Lazio sta affrontando un periodo di difficoltà, mentre l’Atalanta è tornata in corsa in modo prepotente. La Dea produce ogni anno uno sforzo importante per arrivare in Europa. Il Bologna ha tutte le caratteristiche per poterci provare, ma sarà il tempo a dare le sue risposte. È una squadra che si è inserita è sicuramente darà fastidio a tutti”. 

Qual è il pregio più importante che riconosce a Giovanni Sartori?

“La competenza prima di tutto, e poi la discrezione. È uno che lavora, quasi senza sapere che lavora ed è una persona che lascia il giudizio solo al lavoro che fa. Eravamo compagni di squadra finché giocavamo, e da direttore lo conosco da oltre 25 anni. Aveva già fatto bene al Chievo, prima che arrivassi io. È un uomo di grande cultura, di grande esperienza e di grande talento. E inoltre adesso si è contornato di collaboratori importanti, ma alla fine è sempre lui che decide. Sa fare perfettamente il suo lavoro e ha dato un grande aiuto al Bologna per arrivare dove oggi. Ha fatto cose fantastiche ovunque è andato, lo stimo moltissimo perché sa fare calcio in maniera giusta, dando responsabilità a ognuno, in base al settore in cui opera”.