Destano le particolari attenzioni del governo i lavori agevolati dal superbonus 110% e 90% che non saranno finiti il giorno 31 dicembre 2023. A meno di dieci giorni dalla fine dell’anno, l’esecutivo starebbe per intervenire con un decreto ad hoc nel quale si prevederebbe una norma che sterilizzi il recupero del bonus da parte dell’Agenzia delle entrate nel caso in cui gli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione non arrivassero a totale conclusione. Ad oggi, infatti, nel caso in cui non si portino a compimento gli interventi, l’amministrazione tributaria può chiedere la restituzione di quanto fruito a titolo di bonus.

La norma potrebbe essere adottata per via del termine del superbonus al 110% (o al 90%, a seconda dei casi) di fine anno: la linea temporale potrebbe creare non pochi contenziosi tra i condomini e i committenti dei lavori e le imprese che sono state ingaggiate per effettuare gli interventi.

In quello che può essere definito come un circolo vizioso, i condomini – per portare a termine i lavori – potrebbero essere chiamati a pagare di tasca propria interventi che avrebbero dovuto essere agevolati dal superbonus se non si fossero verificati ritardi e rimandi a dopo il 2023. Per lo stesso motivo, le imprese – svantaggiate dal cambio della norma sulla cessione dei crediti d’imposta e dello sconto in fattura, con conseguente deficit di liquidità – farebbero valere le proprie ragioni in merito a possibili blocchi dei cantieri.

Superbonus, lavori non finiti entro il 31 dicembre 2023: in arrivo la norma che sterilizza il recupero del bonus delle Entrate

In questo scenario, si muovono quindi le ipotesi del governo per evitare che si creino contenziosi – che sarebbero di ampia portata viste le cifre in ballo – tra chi commissiona i lavori in superbonus, in particolare i condomini, e le imprese ingaggiate per i lavori. Già annunciato in questi giorni l’arrivo di un decreto ad hoc sul superbonus atteso entro la fine dell’anno (potrebbe arrivare nel Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2023), il provvedimento, in realtà, potrebbe essere molto più capiente di quanto si prevedeva fino a pochi giorni fa.

Infatti, il decreto ad hoc avrebbe dovuto stabilire solo una mini proroga delle spese ammesse al superbonus 110% (o 90%) comprendendo quelle fatturate a inizio del 2024, entro la scadenza della trasmissione della relativa fattura al Sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle entrate, entro il termine del 12 gennaio 2024. Propedeutica alla proroga è la previsione di uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) straordinario a fine anno.

Il decreto, allora, potrebbe contenere la novità proprio di una possibile sterilizzazione delle contestazioni dell’Agenzia delle entrate in merito ai cantieri che non arriveranno al completamento di tutti i lavori preventivati. A condizione, però, che tutti i rimanenti requisiti previsti dal decreto legge 34 del 2020 e degli altri interventi normativi risultino rispettati.

Il provvedimento, inoltre, potrebbe inserire alcuni vincoli sull’unica agevolazione che, ad oggi, consente la circolazione della moneta fiscale mediante la cessione del credito d’imposta e l’applicazione dello sconto in fattura, ovvero il bonus sull’abbattimento delle barriere architettoniche. A un breve orizzonte potrebbero essere introdotte nuove regole per evitare abusi di questo bonus che, nel 2024, consentirà di agevolare al 75% le spese sostenute, una delle percentuali più alte in vigore.

Superbonus lavori non finiti, quali salvaguardie sono in arrivo per i condomini?

Alla base della novità in arrivo per quanto concerne i cantieri non completati per lavori agevolati dal superbonus, vi è il meccanismo che sterilizza il recupero dei bonus già percepiti, ad oggi previsto dalla legge, nel momento in cui manchi una parte dei lavori rispetto a quelli preventivati.

La misura rispecchia la proposta avanzata qualche settimana fa da Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec) e da Salvatore Regalbuto, delegato alla fiscalità.

Contenzioso sul bonus 110% o 90% tra condomini e imprese

Si ricorda che, al 1° gennaio 2024, la percentuale di agevolazione del superbonus scenderà al 70 per cento. Ciò significa che, per chi ha fruito finora del 110% o del 90% di agevolazione sulle spese sostenute, all’inizio del nuovo anno potrebbe ritrovarsi con un taglio anche del 40 per cento del bonus. Ciò comporterebbe, soprattutto per i condomini che sono le unità che maggiormente stanno muovendo il superbonus in questi mesi, il sobbarcarsi di spese che non erano state preventivate in sede di adozione della delibera dei lavori.

In tutto, si stimano 30mila condomini che potrebbero trovarsi nella condizioni di non riuscire a portare a termine i lavori entro il 31 dicembre 2023, con un valore complessivo delle agevolazioni che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro.