Cos’è la ricetta medica digitale? Tra poco potrebbe definitamente scomparire la ricetta medica in formato cartaceo. Al suo posto il medico genererà una versione digitale.

La decisione arriva dopo il Consiglio dei Ministri che ha confermato questa novità all’interno del recente decreto semplificazioni.

Le modifiche coinvolgeranno tutte le tipologie di ricetta medica e interesseranno anche la durata per le prescrizioni ai malati cronici.

Ecco nel dettaglio come funzionerà la ricetta digitale e cosa occorrerà comunicare al farmacista.

Cos’è la ricetta medica digitale: il perché del cambiamento e quando entrerà in vigore

Presto diremo addio alla ricetta cartacea. L’introduzione di quella digitale era avvenuta come manovra straordinaria nel periodo di pandemia Covid-19. Allora la misura si era resa necessaria per garantire l’erogazione di farmaci sotto prescrizione medica senza personalmente recarsi nello studio del medico di base.

Prima l’impossibilità di uscire di casa nel momento più acuto della pandemia e poi il distanziamento forzato avevano indotto il Ministero della Salute ad elaborare un metodo di invio elettronico.

Questa misura si è dimostrata più agevole rispetto alla consegna fisica della ricetta cartacea. Ecco perché tra pochi giorni la versione digitale sarà l’unica possibile.

L’adozione definitiva avverrà dopo la conferma congiunta da parte del Ministero della Salute e di quello di Economia. La procedura si dovrà completare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

Tale tempo è necessario per apportare ulteriori specificazioni alle modalità di applicazione della misura.

Lo stesso documento introduce un’importante modifica per scongiurare la possibilità di esaurimento di uno specifico prodotto farmaceutico. L’azienda produttrice dovrà comunicare all’Aifa l’interruzione di commercializzazione di un medicinale due mesi prima di tale decisione.

Come funzionerà

Il cambiamento in versione digitale interesserà sia le ricette “rosse”, vale a dire con esenzione oppure destinate al pagamento di un ticket di prestazione sanitaria, che quelle “bianche” necessarie per l’acquisto dei farmaci a pagamento.

Per quanto riguarda la prescrizione di medicinale per pazienti affetti da patologie croniche la durata della ricetta arriva 12 mesi.

Il medico che la redige dovrà in tal caso esprimere esplicitamente con quali modalità la ricetta digitale sarà ripetibile in base alla diagnosi del singolo paziente.

Si tratta di un notevole vantaggio per i malati di natura cronica che non dovranno così periodicamente richiedere l’erogazione di una nuova documentazione.

È fatta però disposizione che il medico curante possa sospendere la ripetibilità della prescrizione qualora si instaurino determinate condizioni terapeutiche.

Tuttavia la dose di medicinale acquistabile in farmacia sarà limitata ad una copertura di 30 giorni. Il farmacista infatti dovrà controllare non solo la validità della ricetta ma anche fornire confezioni di medicinali sufficienti per un mese di terapia.

Terminato il periodo, il paziente cronico può tranquillamente ripresentarsi in farmacia con la stessa ricetta digitale per l’erogazione della nuova fornitura.

Come arriveranno le ricette e come comportarsi in farmacia

La ricetta digitale verrà trasferita all’assistito tramite email o via sms. Ogni documento sarà identificato da un codice nazionale univoco generato dal Sistema di Accoglienza Centrale. Sarà una sequenza di 15 caratteri alfanumerici e di fatto sostituirà il codice a barre delle ricette cartacee.

Se per qualche motivo si perdesse il messaggio informatico, chi sia in possesso di identità digitale spid potrà accedere al proprio fascicolo sanitario entro cui saranno registrate tutte le ricette digitali.

A questo punto, l’assistito non dovrà fare altro che recarsi personalmente in farmacia, munito di tessera sanitaria, e comunicare il codice identificativo della ricetta.

Se da un lato appare una notevole semplificazione, dall’altra c’è da domandarsi su come persone di età avanzata possano adattarsi alla nuova modalità. Molti anziani infatti non hanno dimestichezza con i dispositivi informatici o non sono in possesso di una casella postale elettronica.