In un clima politico di per sé già surriscaldato dal no alla ratifica del Mes votata ieri alla Camera arriva, a infuocare ancor di più gli animi, l’intervento al Senato di Matteo Renzi.
Durante la dichiarazione di voto sulla fiducia alla manovra, il leader di Italia viva è tornato sulla votazione di ieri criticando frontalmente la scelta compiuta da Forza Italia. Secondo il senatore di Rignano, infatti, l’astensione del partito guidato da Antonio Tajani su un dossier così importante ha tradito «l’eredità politica e culturale» europeista di Silvio Berlusconi e la stessa appartenenza di FI al Partito popolare europeo.
Per capire se l’affermazione di Renzi sia condivisa da chi conosce bene Forza Italia, la redazione di TAG24 ha intervistato Sergio Pizzolante, deputato della Repubblica in tre legislature e dal 1994 al 2013 membro di FI.
No alla ratifica del Mes, Pizzolante: “Furberia di basso livello. Meloni ha perso credibilità in Europa”
Pizzolante, come ha giudicato il voto con cui la Camera ha respinto ieri la ratifica del Mes?
«Quella di ieri è stata la decisione di un’Italietta che perde la sua credibilità in Europa.
Dopo questo voto, i ministri italiani che si recheranno nei consessi europei saranno sempre circondati dalla sfiducia dei colleghi, che non sapranno mai con certezza se il nostro Paese manterrà o meno la parola data».
La mancata approvazione del Mes deve essere letta, a suo giudizio, come una ripicca della maggioranza per gli accordi raggiunti da Francia e Germania sul Patto di stabilità?
«Credo che il no debba essere letto come una furberia di basso livello. La Meloni ha detto che “ognuno ha fatto i suoi interessi in Europa, dunque l’Italia ha fatto i propri”.
Un’Europa in cui ognuno fa il suo interesse, venendo meno agli impegni presi, è tuttavia un’Europa che cessa di esistere. In questo modo, peraltro, la Meloni ha fatto precipitare la sua stessa credibilità, costruita con il lungo lavoro compiuto nel corso dell’ultimo anno».
Chi perde maggiormente con il voto di ieri?
«Con il voto di ieri hanno perso tutti. Ha perso il Paese, che pagherà caro in Europa il prezzo di questa scelta. Hanno perso, poi, i partiti di maggioranza e i partiti di opposizione, andati tutti in ordine sparso per inseguire dei vantaggi elettorali effimeri.
Ecco perché il voto sul Mes fotografa, a mio giudizio, una democrazia malata, dove i partiti sono inconsistenti, le decisioni sono prese tra i leader al telefono e i sottoposti obbediscono nonostante l’assenza di discussioni interne».
Astensione di Forza Italia sul Mes, Pizzolante: “Se abbandona la vocazione europea FI perde la sua forza”
Da ex parlamentare di Forza Italia, come ha giudicato l’astensione del partito dal voto?
«Forza Italia ha contraddetto quella appartenenza al Partito popolare europeo che era la sua forza. Tutti pensavano che con la morte di Silvio Berlusconi il partito sarebbe scomparso. Con il lavoro positivo svolto da Tajani, invece, Forza Italia ha tenuto, potendo sperare anche in buon risultato alle elezioni europee.
Sconfessando la vocazione europeista e non esercitando un ruolo di equilibrio all’interno di una maggioranza che ha posizioni scettiche sull’Europa, tuttavia, Forza Italia sta oggi perdendo la sua capacità attrattiva, per giunta a causa di un simbolo fasullo quale il no al Mes».
Quando è iniziato questo allontanamento di Forza Italia dalle posizioni del Ppe, almeno a livello di politica interna?
«A mio giudizio Forza Italia ha perso due grandissime occasioni per consolidare il suo ruolo di forza europeista e liberaldemocratica responsabile: mi riferisco in particolare all’aver accettato il silenziatore imposto al ministro Nordio sulla giustizia e a questo voto sul Mes .
Se Forza Italia vuole avere un futuro, non può rinunciare alle battaglie storiche di Berlusconi e del Ppe, dalla giustizia ai temi internazionali».
Pizzolante: “L’attacco di Renzi a Forza Italia mira conquistare i voti al centro”
Lei concorda con le parole di Matteo Renzi che, oggi al Senato, ha accusato Forza Italia di aver tradito l’eredità politica di Berlusconi?
«Questo tipo di attacchi rientrano pienamente nella battaglia elettorale per le europee. L’obiettivo di Renzi, assolutamente ragionevole dal suo punto di vista, è la conquista di voti al centro, oggi affollato dalla presenza di Azione, Italia Viva e Forza Italia.
Nella disputa tra le tre forze, Forza Italia è oggettivamente in vantaggio, essendo l’unico soggetto ancorato al Partito popolare europeo ed essendoci il rischio concreto che Renzi e Calenda non superino il quorum. Peccato che, con queste scelte suicide, FI regali respiro agli altri due contendenti».
Qual è lo stato di salute di Forza Italia dalla morte di Berlusconi?
«Pur non essendo in Forza Italia da molto tempo, ho onestamente apprezzato in questo anno l’equilibrio tenuto da Tajani, soprattutto nel rivendicare la storia del partito. Se tuttavia assistiamo a episodi come quello di ieri, dove Forza Italia sceglie di obbedire agli istinti dei populismi e dei sovranismi, è chiaro che il partito non potrà che farsi del male».