Collari d’Oro 2023, le parole di Giovanni Malagò e Luca Pancalli. – Nella mattinata di oggi, venerdì 22 dicembre, si è tenuta a Roma – nella Palestra Monumentale del CONI – la cerimonia di consegna dei Collari d’Oro 2023, la massima onorificenza sportiva concessa dal Comitato Olimpico Nazionale. Ad essere premiati sono stati addirittura ben 72 atleti, record per un anno senza Olimpiadi in mezzo. Un’ottima stagione dunque per gli atleti italiani, che oggi sono stati ricevuti a Roma per la premiazione. Diverse le personalità di spicco che sono state premiate. In primis, tra i più “rilevanti”, l’intera squadra di tennis: da Jannik Sinner al capitano Filippo Volandri, che hanno riportato a distanza di tantissimi anni la Coppa Davis in Italia al termine di un torneo fantastico.

Ma non solo. Tra i premiati anche le ragazze del fioretto femminile, che hanno conquistato l’oro continentale, i campioni del mondo “Pecco” Bagnaia (Moto GP) e “Gimbo” Tamberi (salto in alto), Federica Brignone, Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, Bebe Vio, Caterina Banti e Ruggero Tita. E tanti altri. Durante l’evento hanno parlato sia Giovanni Malagò (presidente del CONI) e Luca Pancalli (presidente del Comitato Italiano Paralimpico). Di seguito le loro parole.

Collari d’Oro 2023, le parole di Giovanni Malagò

Nel corso della premiazione dei Collari d’Oro del 2023 (la lista degli atleti premiati), è intervenuto Giovanni Malagò. Il presidente del CONI ha parlato a 360° gradi dell’anno sportivo italiano, ma non solo. Il focus del presidente è stato soprattutto sugli sport “nuovi”. Questi sono intesi come quelli dove l’Italia non ha mai preso medaglie, ma in cui ha la possibilità di vincere. Di seguito le sue dichiarazioni a proposito.

“Nello sport i numeri dicono quasi tutto a differenza della vita. Veniamo da un triennio dove non si sono mai ottenuti risultati così importanti. Le 48 federazioni del Coni hanno 382 discipline diverse. C’è una media di 8 sport in ogni singola federazione. Dico sempre che è un bellissimo manicomio perché dietro ad ogni disciplina ci sono regole e regolamenti, non parliamo della stessa cosa attenzione. L’Italia, lo dico con grande conoscenza di causa, è in assoluto il paese che prova di più non solo a fare tutte queste discipline ma riesce soprattutto ad essere competitivo. All’estero cercano di emularci con un modello che è tutto nostro.

Malagò ha poi proseguito continuando a parlare delle Olimpiadi in programma nel 2024 e facendo un confronto con quelle di Tokyo.

È la nostra forza, ma può essere anche debolezza perché può esserci dispersione di risorse. Abbiamo vinto medaglie in discipline insospettabili e che magari non avevamo mai ottenuto, la stessa cosa la possiamo raccontare a Parigi. Per fare meglio di Tokyo servono sport nuovi come risultati, oltre alla conferma di quanto abbiamo ottenuto nel triennio 20-23. Penso che lo sport italiano sia un’eccellenza del paese come prestigio e risultati. Il dato di fatto è più complicato ogni anno farlo, ma non è il momento per raccontarlo”.

Successivamente Malagò ha anche “bacchettato” il conduttore RAI Andrea Fusco. Il motivo? Una “gaffe” su Tamberi. Il conduttore RAI aveva lasciato intendere che Gianmarco Tamberi sarebbe stato il portabandiera italiano alle Olimpiadi 2024. A proposito di ciò, Malagò ha dichiarato:

“Pensavo che dopo la ‘grezza’ su Vittozzi e la cioccolata avessimo finito e invece… (gli appunti sulla Vittozzi di Fusco riguardo la cioccolata erano sbagliati, ndr). Gianmarco ha comunque una grande concorrenza per il ruolo di portabandiera ed è sempre bene avere questi problemi di abbondanza”.

Le parole di Pancalli

Non solo Malagò. Nel corso dell’evento è intervenuto anche Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico. Queste le sue dichiarazioni.

“Anadare su una tv generalista su una Paralimpiadi senza fuso orario significa entrare nelle case italiane. Accanto ai colleghi olimpici ci sono atlete e atleti paralimpici che rappresentano l’eccellenza di un sistema. Un sistema che parte dalle famiglie che li sostengono e arriva all’associazionismo sportivo, per arrivare al lavoro straordinario delle federazioni. I nostri atleti sono approdati nei corpi dello Stato, questa è una vittoria perché siamo un’immagine del paese che nella società civile ancora non riusciamo a fare. Attraverso questi riconoscimenti stiamo dando atti di riconoscenza per quello che loro fanno quotidianamente. Il nostro sistema paralimpico arriva dopo, ma c’è l’orgoglio di avere paesi che vengono in Italia per capire come facciamo ad andare così d’accordo con il mondo olimpico.

Pancalli ha poi concluso dichiarando:

Credo che questo debba inorgoglire tutti noi perché facciamo parte dello stesso sistema. Il merito non è del mondo paralimpico ma di ciascuno di noi. Nella mia umiltà ho bisogno di ispirarmi con le istituzioni con un confronto che non diventa scontro, tutto questo ha prodotto quello che oggi celebriamo. Abbiamo prodotto qualcosa di positivo non per la famiglia dello sport italiano, ma per il Paese perché consegniamo un’immagine di crescita”.