La questione del cambiamento climatico non è più relegabile a un angolo remoto delle discussioni scientifiche, ma è diventata una minaccia imminente e tangibile per la salute umana. Uno studio recente ha rivelato che, se non si attueranno misure efficaci per contenere l’aumento della temperatura globale, il numero di decessi dovuti a eventi climatici estremi potrebbe aumentare in modo allarmante entro il 2050. La previsione è chiara: l’assenza di azioni immediate e decisive potrebbe tradursi in un aumento esponenziale delle morti causate da ondate di calore, malattie legate al clima e altri pericoli ambientali. Secondo il rapporto Lancet countdown on health and climate change, che si basa su dati dal 1991 al 2022, entro il 2050 i morti per caldo potrebbero aumentare del 370%.
Morti per caldo: la minaccia del riscaldamento globale
Il caldo estremo rappresenta una delle minacce più immediate e severe associate ai cambiamenti climatici. Non è solo una questione di comfort ridotto o di semplici disagi temporanei, si tratta di una questione di sopravvivenza. Con l’aumento delle temperature, aumentano anche i rischi per la salute, compresi colpi di calore e malattie respiratorie. Il pericolo è reale e imminente, richiedendo una risposta tempestiva e concreta per mitigare i rischi associati.
Non si tratta solo del calore estremo. Il cambiamento climatico si manifesta in molteplici modi: dalle inondazioni devastanti alle ondate di calore, passando per l’aumento delle malattie infettive e respiratorie. Ogni aspetto di questa crisi ambientale ha il potenziale di provocare danni significativi alla salute umana, rendendo fondamentale una comprensione olistica e multidisciplinare del problema.
Insomma, il maltempo non è solo quando piove o fa freddo, ma anche quando fa eccessivamente caldo, proprio perché ha ripercussioni sull’ambiente e sulla salute delle persone.
COP28: progressi e delusioni nel contesto globale
Il vertice sul clima COP28 di Dubai ha rappresentato un passo importante ma controverso nella lotta contro il cambiamento climatico. Nonostante l’accordo storico sul progressivo abbandono dei combustibili fossili, permangono critiche e preoccupazioni. La mancanza di impegni finanziari concreti e il mantenimento di alcune attività legate ai combustibili fossili hanno lasciato molti interrogativi aperti, sottolineando la necessità di azioni più decisive e trasparenti.
Il rapporto dell’University College di Londra: un allarme globale
Secondo un recente rapporto dell’University College di Londra, il mondo non sta seguendo il percorso necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. La continua dipendenza dai combustibili fossili e la mancanza di investimenti significativi nella transizione energetica stanno ostacolando i progressi verso un futuro più sostenibile. Il rapporto sottolinea l’urgenza di un cambiamento significativo nelle politiche e nelle priorità globali.
Morti per caldo e temperature record nel 2023: implicazioni preoccupanti
Il 2023 si è rivelato l’anno più caldo registrato, superando un traguardo inquietante nell’aumento delle temperature globali. Questo record, con le sue conseguenze dirette in termini di eventi meteorologici estremi, è un chiaro indicatore del rapido deterioramento delle condizioni climatiche.
I cambiamenti climatici pongono rischi significativi per la salute e la sicurezza delle persone in tutto il mondo. Siccità prolungate, malattie infettive in espansione e un’ondata di problemi di salute pubblica sono solo alcuni degli effetti che si stanno già manifestando. Un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) del 2022 ha confermato questa tendenza allarmante, evidenziando l’urgenza di affrontare la crisi climatica non solo come una questione ambientale, ma anche come una priorità sanitaria globale.
Morti per caldo estremo: la vulnerabilità degli anziani
Il cambiamento climatico si manifesta con effetti sempre più devastanti, in particolare attraverso il caldo estremo che sta incidendo gravemente sulla popolazione anziana. Il già citato studio dettagliato condotto dal “Lancet countdown on health and climate change” ha evidenziato un preoccupante incremento dell’85% nei decessi tra gli over 65 a causa delle ondate di calore, nel periodo dal 1991 al 2022.
Se le temperature globali dovessero aumentare di 2 gradi entro la fine del secolo, si stima che le morti annuali causate dal caldo potrebbero aumentare di un allarmante 370% entro il 2050. Inoltre, si prevede un incremento significativo dell’insicurezza alimentare e della diffusione di malattie trasmesse da vettori, come la dengue. Di fronte a questi scenari, l’azione immediata per limitare l’aumento delle temperature globali sotto 1,5 gradi diventa cruciale per salvaguardare la salute umana.
L’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi è quindi prima di tutto un imperativo di salute pubblica. Tuttavia, i progressi attuali non sono all’altezza delle aspettative. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), per raggiungere questo obiettivo, le emissioni globali di carbonio dovrebbero ridursi del 43% entro il 2030. Al momento, le previsioni indicano una riduzione di solo il 2%.
Segnali positivi
Nonostante gli aspetti critici di una situazione che non sembra andare verso una risoluzione, vanno anche evidenziati alcuni segnali positivi di speranza e certamente incoraggianti.
Tra questi spicca una riduzione del 16% delle morti legate all’inquinamento atmosferico da combustibili fossili dal 2005 e al contempo un aumento del 15% negli investimenti globali in energia pulita nel 2022. La potenziale prevenzione di fino a 12 milioni di morti all’anno attraverso diete più sane e a basso contenuto di carbonio è un’altra buona notizia.