La sentenza della Corte di giustizia europea rischia di essere una svolta epocale per il calcio: ne è convinto il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Il patron azzurro, da sempre fautore di nuovi propositi per migliorare il calcio italiano, ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport, in cui ha parlato della Superlega, della possibile nascita di una Serie Élite e anche di mercato. Un fiume in piena, il patron azzurro. Come è solito fare.

De Laurentiis: “Farei una Serie Élite”

La giornata di giovedì 21 dicembre potrebbe essere la data di svolta del calcio mondiale: la Corte di giustizia dell’Unione Europea, infatti, si è espressa e ha giudicato il monopolio UEFA e FIFA contrario al iritto di concorrenza e libera prestazione dei servizi. In una lunga intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport, Aurelio De Laurentiis ha così commentato:

Cambiamento epocale. La posizione dominante di Uefa e Fifa, che l’Europa censura, è servita a elargire bonus in cambio di consenso. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti. Se io investo centinaia di milioni per partecipare a un circo che distribuisce noccioline, non fa utili e mi costringe a giocare sempre di più per tenere in piedi un carrozzone improduttivo, il gioco non vale la candela”.

Il primo progetto della Superlega, quello nato nell’aprile del 2021, non convinceva Aurelio De Laurentiis. Il presidente azzurro ha così aggiunto:

La sentenza apre un precedente di diritto. La Superlega è stata una mossa sbagliata, che però ha sortito questo cambiamento. Adesso bisogna fare un ragionamento serio. Ho parlato con Florentino Perez e siamo d’accordo a mettere attorno a un tavolo alcuni veri imprenditori, non più e non solo presidenti nominali. Perché oggi il calcio è amministrato da persone anziane dal punto di vista anagrafico, ma soprattutto prive di visione. Lo dissi ad Andrea Agnelli. Mancava un avvicendamento di merito connesso al valore delle singole squadre”.

Tra i tanti temi trattati, inoltre, il presidente del Napoli si è poi soffermato sulla possibilità di creare una Serie Élite. Il patron ha le idee chiare anche in questo caso:

Farei subito una serie E, dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di 20mila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle 7/8 squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre 7 che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da 20 squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio”.

“Chi sono gli imprenditori del calcio italiano?”

Tra i tanti temi trattati, poi, Aurelio De Laurentiis si è soffermato sulla Serie A e gli imprenditori che gestiscono le squadre:

Ma in Italia chi sono i veri imprenditori del calcio? RedBird sta in America. L’Inter non si sa di chi sia. Chi parla a suo nome fa i conti dei bilanci…Vorrei avere il piacere di vedere in Lega Dan Friedkin e suo figlio qualche volta. Li ho incontrati a Los Angeles per parlare di cinema, ma qui non vengono. E nessuno si ribella all’idea balzana di una Supercoppa che neanche gli arabi vorrebbero. La Serie A non è mai stata la Premier, se non negli anni di Berlusconi. Anche perché per decenni la gestione dei dirigenti di Lega è stata fallimentare. Se penso che Lotito mi crea un danno enorme, vendendo le partite per cinque anni agli stessi interlocutori che forse alla scadenza del contratto non esisteranno più sul mercato. E le vende a un prezzo inferiore dell’ultimo triennio…Il fatto è che non hanno esperienza della creatività dell’audiovisivo. Non sanno come si costruiscono i contenuti su un piano editoriale. Non è il loro mestiere e quindi navigano al buio. Perciò questa svolta è doppiamente importante. A catena molte croste sono destinate a saltare. Nel 1986 c’erano 16 club. Oggi sono 20 e le entrate sono diminuite, anziché aumentare. Finché non si stabilisce che la maggioranza si calcola con il voto ponderale dei club, cioè dando più peso a chi fattura di più, nulla cambierà. Le piccole continueranno a egemonizzare la Lega con una logica sparagnina, perché il loro unico obiettivo è evitare la retrocessione. Questa sentenza ci esorta a cambiare regole”.

Infine, Aurelio De Laurentiis ha parlato anche dell’addio ormai certo di Eljif Elmas e di Piotr Zielinski che ha il contratto in scadenza a giugno. Il macedone si trasferirà al Lipsia, mentre la trattativa per il rinnovo del polacco non procede e l’Inter sta provando il colpo a parametro zero:

Elmas è già venduto. È uno che vuole giocare sempre, non ha capito che si è titolari anche se non si fanno novanta minuti. Quest’anno ha giocato poco? Spalletti lo aveva avuto anche l’anno precedente, per poterlo valutare. Quest’anno abbiamo avuto due allenatori. Il rinnovo di Zielinski? Stiamo parlando. Lui ha detto che voleva rimanere a Napoli tutta la vita. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo che è un polacco, del sole e del mare gli interessa fino a un certo punto. Forse è abituato maggiormente a certe nebbie”.