Proseguono senza sosta le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne trovata morta sulla rampa d’accesso al garage del condominio in cui viveva in via del Ciclamino, a Rimini, la mattina del 4 ottobre scorso. Nell’ultimo sopralluogo effettuato, gli inquirenti si sarebbero concentrati, ancora una volta, sulle videocamere di sorveglianza di una farmacia situata a pochi metri di distanza dalla scena del crimine.
Nuovo sopralluogo in via del Ciclamino, luogo dell’omicidio di Pierina Paganelli
L’obiettivo di chi indaga è riuscire a ricostruire l’esatta profondità del campo visivo delle telecamere, che alle 22.20 del 3 ottobre scorso, poco dopo l’omicidio di Pierina Paganelli, avevano immortalato una figura maschile allontanarsi dal complesso residenziale di via del Ciclamino con qualcosa in mano, forse un sacchetto.
L’ipotesi è che si trattasse del killer della 78enne. Compiendo le adeguate misurazioni, gli inquirenti potrebbero riuscire a determinare la sua altezza, stringendo il cerchio dei sospetti, che per ora si concentrano su poche persone, tutte molto vicine alla vittima: la nuora Manuela Bianchi, moglie del figlio Giuliano Saponi; il fratello Loris e i dirimpettai, Valeria Bartolucci e il marito Louis Dassilvia.
Non è tutto. Oltre ad effettuare il nuovo sopralluogo, gli investigatori avrebbero anche convocato in Questura i residenti del grande condominio, ponendo loro domande specifiche. A riportarlo è stata la trasmissione televisiva “Ore 14”, che ha mandato in onda la preziosa testimonianza di uno di loro, che a un inviato ha raccontato:
Mi hanno chiesto: ‘Ma c’è qualcuno di colore nella sua scala?’
I sospetti su Louis Dassilva
Si tratta di un dettaglio particolarmente rilevante. Sempre stando a quanto riportato da “Ore 14”, l’unica persona di origini africane che vive nello stabile sarebbe, infatti, Louis Dassilva, fin dall’inizio al centro delle indagini.
Oltre ad essere vicino di casa dell’anziana, il 31enne avrebbe avuto una relazione extraconiugale con la nuora Manuela, la quale gli avrebbe anche chiesto di conservare al posto suo dei soldi, una somma di circa 2mila euro.
Ascoltato dagli inquirenti, l’uomo ha sempre riferito di aver trascorso la sera dell’omicidio a guardare un film sul divano, perché ancora dolorante a causa di un incidente in moto avuto il giorno precedente mentre rincasava dal lavoro.
Una versione in parte smentita dai filmati di alcune telecamere, che attorno alle 19 di quel giorno lo avrebbero ripreso camminare normalmente, senza zoppicare, e con addosso vestiti diversi rispetto a quelli che aveva detto di portare, in un primo momento non consegnati agli inquirenti.
La versione di Loris e Manuela Bianchi
Loris e Manuela, anch’essi attenzionati dalle indagini pur non essendo indagati, hanno raccontato di aver cenato insieme a casa della donna con alla figlia 16enne. L’uomo, che risiede a Riccione, si sarebbe allontanato dopo le 22.50, orario di una foto scattata mentre era ancora all’interno dell’abitazione di via del Ciclamino.
Più volte, però, si sono contraddetti. Loris, ad esempio, ha sempre riferito di non essere mai passato per il garage, salvo poi tornare sui suoi passi e dire che forse c’era stato e che quindi gli inquirenti avrebbero potuto trovarci delle sue tracce. In molti si sono convinti che sappiano molto di più di ciò che hanno ammesso di sapere.
Del resto, nonostante i tanti interrogativi che avvolgono la vicenda, una cosa è certa: chi ha ucciso Pierina la conosceva e conosceva le sue abitudini. Forse addirittura la odiava: perché, altrimenti, le avrebbe sferrato oltre 29 coltellate? Lo aveva messo in evidenza, nel corso di un’intervista rilasciata in esclusiva a Tag24, l’investigatore privato Ezio Denti.