Dietro la sparatoria che ha portato alla morte di Rosolino Celesia fuori da una discoteca di Palermo ci sarebbero due fratelli di 17 e 22 anni. Il primo è accusato di omicidio; il secondo di favoreggiamento. Sarebbero stati loro, nelle scorse ore, a mettersi in contatto con i carabinieri, denunciandosi.

Fermati due fratelli per la morte di Rosolino Celesia dopo la sparatoria a Palermo

I due ragazzi di 17 e 22 anni sono già stati interrogati e trasferiti in carcere. Stando a quanto riportano fonti locali, nella tarda mattinata di ieri, 21 dicembre, avrebbero chiamato il 112, spiegando di essere coinvolti nei fatti che nella notte avevano portato alla morte di Rosolino Celesia, spentosi all’ospedale Civico di Palermo dopo aver riportato diverse ferite da arma da fuoco fuori dalla discoteca Notr3 di via Calvi.

Il più giovane è accusato di omicidio: avrebbe sparato alla vittima almeno due colpi, al collo e al torace. Per il secondo l’accusa è invece di favoreggiamento. Avrebbero preso di mira il 22enne, figlio dell’ex consigliere della sesta circoscrizione comunale di Palermo, al culmine di una lite scoppiata per precedenti screzi. Sembra infatti che tra loro i rapporti fossero particolarmente tesi.

Addirittura l’omicidio si collegherebbe ad altre due sparatorie: quella di via Lumia, consumatasi qualche settimana prima della morte del 22enne, e quella avvenuta nella stessa notte in via Filippo Paladini, al Cep, il quartiere dove la vittima viveva. Il motivo resta ignoto. Sembra però che Celesia, a differenza del padre – indagato, in passato, per aver partecipato a una rapina in gioielleria -, non avesse precedenti.

Da un po’ di tempo aveva deciso di abbandonare il mondo del calcio – la sua più grande passione – e di dedicarsi ad altro. Sul campo però ha collezionato diverse esperienze, sia in Sicilia che in Piemonte, al Torino, dove molti lo ricordano ora come “una promessa”.

L’omicidio di Francesco Pio Maimone alla Mergellina

L’omicidio di Rosolino Celesia ha riportato alla mente di molti quello di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni morto a due passi da Piazza del Municipio, a Napoli, dopo essere stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco al culmine di una lite. Ce n’è un altro, però, che gli assomiglia.

Si tratta di quello di Francesco Pio Maimone, ucciso davanti agli chalet di Mergellina, sul lungomare di Napoli, lo scorso 20 marzo. Il ragazzo, di 18 anni, era uscito per trascorrere una serata in compagnia degli amici, morendo dopo essere stato raggiunto per sbaglio da un colpo di pistola.

A spararlo sarebbe stato, secondo gli inquirenti, il 19enne Francesco Pio Valda, figlio di un camorrista ucciso in un agguato di mafia nel 2013. Sembra che volesse colpire i membri di un gruppo con cui il suo aveva avuto una lite per futili motivi. Rintracciato e arrestato, si era dichiarato estraneo ai fatti, non sapendo di essere stato incastrato dai racconti dei testimoni e dall’analisi delle videocamere di sorveglianza installate nei pressi della scena del crimine.

In sette, quattro ragazze e tre ragazzi, l’avrebbero aiutato a disfarsi dell’arma del delitto, aiutandolo a nascondersi. Fra loro ci sarebbe anche la sorella Giusy, che ascoltata subito dopo i fatti aveva dichiarato di essere convinta che il ragazzo fosse innocente. Qualche giorno fa si era tornati a parlarne perché dal carcere, insieme a due compagni di cella, avrebbe pubblicato dei video su Tik Tok, venendo denunciato.

Nei filmati, che hanno fatto il giro del web, lo si vede mangiare della pizza sulle note di canzoni neomelodiche, con il volto parzialmente coperto da un passamontagna.