Il quadro delle pensioni del 2024 evidenzia una stretta su quelle anticipate (anche per quanto concerne i canali extra riforma Fornero dell’opzione donna, dell’Ape sociale e della quota 103) e qualche agevolazione in più per i pensionamenti di vecchiaia. Questi ultimi, peraltro, sono salvaguardati anche dalle strette del governo sulle pensioni di medici, infermieri, maestri, ufficiali giudiziali e dipendenti degli enti locali. Sulle pensioni di queste categorie, la legge di Bilancio 2024 prevede un sistema di penalizzazioni per le uscite dal 1° gennaio prossimo.
Alcune agevolazioni sulla vecchiaia riguardano, nel dettaglio, le pensioni dei lavoratori rientranti nel sistema previdenziale contributivo puro, cioè di chi abbia iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996. Tuttavia, anche per questi lavoratori, la relativa formula di pensione anticipata viene aggravata nei requisiti di accesso, in base a quanto prevede la nuova legge di Bilancio.
Pensioni 2024, stretta sulle anticipate, più facili quelle di vecchiaia: il quadro
Va definendosi il quadro delle pensioni di vecchiaia e anticipate previsto per il 2024 e risultante dalle modifiche della nuova legge di Bilancio. Dal prossimo anno si prevedono strette sulle pensioni anticipate in tutte le varie formule. A iniziare dalle pensioni riservate ai medici, infermieri, maestri, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziali che, per le uscite dal 1° gennaio prossimo, subiranno dei tagli sugli assegni di pensione mediante ricalcolo dell’aliquota di rendimento.
Ulteriori strette sono previste anche per tutte le altre formule di pensione anticipata, ovvero di quei canali che consentono un’uscita prima dal lavoro rispetto ai rigidi requisiti richiesti dalla riforma Fornero. La quota 103, confermata con revisioni nel 2024, prevede il ricalcolo contributivo di tutti gli assegni dei neopensionati dal 1° gennaio prossimo. L’Ape sociale, invece, aumenta l’età minima da 63 anni del 2023 a 63 anni e 5 mesi del 2024, mentre per l’opzione donna, oltre all’anno in più dei requisiti anagrafici di uscita (61 anni anziché 60 anni), si confermano i paletti del 2023 e il ricalcolo della pensione con il meccanismo contributivo.
Pensioni 2024 stretta anticipate anche per chi è nel sistema contributivo puro
Per chi è nel sistema contributivo puro, ovvero per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, la nuova legge di Bilancio prevede una semplificazione nell’accesso al pensionamento. Infatti, si prevede la riduzione da 1,5 a una volta l’assegno sociale quale soglia dell’importo pensionistico da maturare per poter accedere alla pensione stessa. Ciò significa che la futura pensione maturata deve essere almeno di circa 530 euro circa, importo che si prevede in pagamento nel 2024 dopo indicizzazione all’inflazione.
Allo stesso tempo, anche per i lavoratori del meccanismo contributivo puro si prevedono penalizzazioni per le pensioni anticipate. Infatti, rispetto al 2023, aumenta l’indice di volte per le quali il futuro assegno di pensione debba essere superiore a quello sociale (503 euro circa nel 2023). Se questo indice nel 2023 è pari a 2,8 volte, prevedendo la maturazione di una pensione minima di almeno 1.408 euro lordi per poter uscire anticipatamente dal lavoro, nel 2024 tale indice sale a 3 volte, con la previsione, quindi, di un tetto minimo di 1.590 euro circa.
Pensione anticipata, i vincoli per l’uscita prima dal lavoro
L’indice diminuisce per le donne che abbiano avuto un figlio a 2,8 volte la pensione sociale e a 2,6 volte per quelle con almeno due figli. Oltre a questo requisito, per uscire in anticipo servono l’età di almeno 64 anni e una contribuzione minima di non meno di 20 anni.
Un’ulteriore stretta per i pensionamenti anticipati del sistema contributivo puro arriva dall’assegno di pensione mensile massimo cui si può aspirare. Infatti, il trattamento mensile non potrà superare le cinque volte il minimo dell’Inps.