Nel giorno in cui la Superlega è stata riportata in auge dalla sentenza della Corte di giustizia europea contro il monopolio della Uefa, torna in scena uno dei fondatori del progetto, l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli.
SuperLega, Andrea Agnelli alla conferenza di Ceferin
Andrea Agnelli è stato tra i partecipanti alla conferenza stampa virtuale di Aleksander Ceferin, il capo supremo dell’UEFA, visibile nella lista dei quasi 300 intervenuti su Zoom.
Il rapporto burrascoso tra Agnelli e Ceferin si era interrotto nel 2021, in concomitanza con l’annuncio della Superlega e il conseguente scambio di accuse reciproche. Ceferin, nell’epoca della nascita del progetto, espresse un giudizio tagliente su Agnelli: “Non ho mai visto un comportamento del genere. Non parlerò molto di Agnelli, è stata la mia più grande delusione”.
D’altra parte, Agnelli ha sottolineato di recente: “Non ho problemi con lui. Quando mi chiama, rispondo. La nostra relazione è separata dagli affari. Aleksander è il padrino di una delle mie figlie. È stata una scelta personale. Ha fatto una promessa a Dio di prendersi cura di lei se accadesse qualcosa a me”.
Il tweet di Andrea Agnelli dopo la sentenza della Corte Ue
Oggi Agnelli è uscito dal mondo del calcio dopo aver abbandonato la presidenza della Juventus, ma nel giorno della sentenza della Corte di Giustizia Europea in merito al comportamento di FIFA e UEFA nei confronti della Superlega, ha deciso di esprimere pubblicamente il suo punto di vista.
Su Twitter (X), l’ex presidente bianconero ha condiviso un messaggio criptico ma significativo, citando “Where the Streets Have No Name”, brano iconico degli U2. Questo post è stato accompagnato da una frase evocativa che richiama il suo passato da presidente della Juventus: “Fino alla fine…”.
Nell’immagine allegata al post, ha condiviso una parte del testo di “Where the Streets Have No Name” degli U2, in cui si legge: “Voglio correre, voglio nascondermi. Voglio abbattere le barriere che mi trattengono. Voglio raggiungere e toccare la fiamma. Dove le strade non hanno nome”.