In Oklahoma, il 70enne Glynn Simmons è stato assolto dopo aver trascorso più di 48 anni in carcere per un reato che non ha commesso. Tra i casi più recenti anche l’assoluzione tardiva dell’inglese Andrew Malkinson, scagionato grazie a un test del Dna dopo una reclusione durata 17 anni, e quello dell’americano Joaquin Ciria, tornato in libertà dopo 32 anni. Il record di oggi batte tutti i casi precedenti negli States.
Glynn Simmons torna libero in Oklahoma dopo 48 anni di reclusione: “Tutto può succedere”
Nel 1975, Glynn Simmons fu accusato di aver assassinato una commessa nel corso di una rapina in un negozio di alcolici. Dopo aver scontato 48 anni di carcere, è stato dichiarato innocente, ottenendo il triste record del più lungo periodo di detenzione scontata ingiustamente negli Stati Uniti. La notizia è stata riportata nelle scorse ore dal quotidiano New York Time.
Il tribunale distrettuale della contea di Oklahoma ha emesso la sentenza di scarcerazione. La giudice Amy Palumbo ha dichiarato che sussistevano “Prove chiare ed evidenti che il signor Simmons non ha compiuto il delitto“. Le indagini proseguivano già da mesi e a luglio era stato rilasciato su cauzione. “È una lezione di resilienza e tenacia” – ha commentato l’uomo durante una conferenza stampa – “Non lasciare che nessuno ti dica che non può succedere, perché tutto può succedere“.
Simmons scambiato per il vero killer: la testimonianza decisiva
All’epoca dei fatti, Glynn Simmons aveva solo 22 anni. Nel corso di una rapina in un negozio di liquori, venne uccisa la commessa Carolyn Sue Rogers. Durante le indagini, vennero ascoltate tutte le persone presenti sul luogo dell’omicidio. La testimonianza di una donna ferita durante la rapina venne considerata decisiva: in un confronto, indicò Simmons come l’autore del delitto. L’indagato si dichiarò innocente, ma giudice e giuria non gli credettero.