Quattro stagioni con la maglia dell’Inter e poi altre tre con quella del Bologna. Massimo Paganin è stato un difensore affidabile, agile e combattivo. Nel corso della sua carriera ha vinto due trofei: una Coppa UEFA con i nerazzurri e una Coppa Interototo con i felsinei. In entrambe le sue esperienze si è fatto valere e ha collezionato tante presenze e fiducia da parte dei suoi allenatori e dei tifosi. Poi, una volta appesi gli scarpini al chiodo, ha intrapreso la carriera da dirigente sportivo prima e da opinionista e commentatore tv poi. Per commentare il match di Coppa Italia, che vede andare avanti nel percorso la squadra di Thiago Motta, Inter-Bologna, Paganin è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Bologna, Paganin a Tag24

La sorpresa Bologna non finisce di stupire. Dopo aver battuto la Roma ed essere volata in solitaria al quarto posto in classifica, nel campionato italiano, ieri in Coppa Italia, nei tempi supplementari, vince ed elimina l’Inter ribaltando il risultato. La squadra di Thiago Motta sta diventando una certezza, gioca bene, si diverte e vince e ora guai a porre limiti alla provvidenza. Dall’altra parte, sfuma l’obiettivo per i nerazzurri. La formazione di Inzaghi, rimaneggiata per dare spazio anche a chi finora ne ha avuto meno, era comunque una squadra di tutto rispetto e procedere nel percorso nazionale rappresentava un traguardo da raggiungere. Ma non è certo il triplete la rischiesta societaria di quest’anno. L’obiettivo numero uno resta lo scudetto, ed è lì che impegneranno le maggiori energie. Per commentare Inter-Bologna, Paganin, che in carriera ha vestito entrambe le maglie, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter e Bologna non hanno disatteso le aspettative, ma alla fine è la squadra di Thiago Motta spuntarla. Cosa ti ha lasciato la sfida di ieri sera di Coppa Italia?

“La gara di ieri sera dimostra che l’entusiasmo è fondamentale per raggiungere risultati in ambito calcistico. Thiago Motta è stato molto bravo a creare la giusta mentalità all’interno della squadra, gli ha dato un’identità e voglia di dimostrare e divertirsi. Una squadra giovane, con tanti talenti che hanno intenzione di ritagliarsi un ruolo importante nel panorama calcistico italiano. Parlo di Zirkzee, Ndoye ma anche della qualità dei difensori. I risultati di oggi sono frutto di un grande lavoro, della testa di questa formazione, e del modo che hanno di stare in campo. Il Bologna ha sofferto, ma lo ha fatto con consapevolezza e alla fine ha ottenuto il risultato. Poi è chiaro che ci sono degli episodi che condizionano i match, e quello fondamentale di ieri è stato il calcio di rigore sbagliato da Lautaro”.

Giustamente però, anche quello fa parte del gioco…

“Assolutamente sì, e ieri Il Bologna ha trovato un portiere in condizione fisica straordinaria. Ravaglia è stato determinante, ma anche il portiere è uno degli 11 titolari della squadra e quando è decisivo porta punti ai compagni. Questo per dire che non ci si può aggrappare al fatto che abbia fatto tante parate e sia stato il migliore in campo”.

Dall’altra parte c’era l’Inter capolista. Quella di ieri è una sconfitta che in qualche modo ridimensiona gli obiettivi della squadra di Inzaghi?

“Direi proprio di no, quella di ieri è una sconfitta che ci sta. E’ successo anche al Manchester City, che è ancor più attrezzato dell’Inter. Ci sono anche gli avversari e può capitare. Un conto è uscire facendo una brutta figura, ma così non c’è nulla da recriminare. I nerazzurri hanno trovato un avversario che in questo momento sta bene sotto ogni punto di vista, e tutto gira alla perfezione. Il Bologna è stata costruita in modo perfetto, sta stupendo, e deve raccogliere il massimo possibile. È stata una partita tirata, con squadre messe in campo al meglio. L’Inter non ha nulla da rimproverarsi, le occasioni le ha create, ma ci sono giornate in cui la palla non vuole entrare. Un conto è il campionato, un conto è la partita secca. Non si può pensare che una squadra vada sempre avanti, a vincere tutto, perché ci sono anche gli avversari”.

Inter che in campionato sta dimostrando comunque di essere la strafavorita. Nelle ultime settimane ha giocato sempre dopo la Juventus, senza mai farsi condizionare. Influisce anche questo?

“Da ex giocatore ti dico che queste sono cose a cui guardano più i tifosi. All’interno di uno spogliatoio invece è diverso, perché specie quando sei così forte, si entra in campo sempre e comunque per vincere, senza guardare alle dirette concorrenti. E questo vale ancora di più a questo punto della stagione. L’Inter deve preoccuparsi solo di se stessa, di quello che sta facendo, e di mettere in campo quello che viene provato in allenamento nel corso della settimana. I nerazzurri stanno facendo le cose giuste già da qualche anno, hanno creato una mentalità importante e la finale di Champions League dello scorso anno gli ha dato una spinta ulteriore. Ha l’attacco più forte e la difesa più forte, tutti sono più consapevoli dei propri mezzi e in Italia sono senza dubbio la squadra da battere”.

L’obiettivo è lo scudetto?

“Certo, è l’obiettivo numero uno dei nerazzurri. Dovranno pensare prima di tutto a vincere il titolo, perché questa è la richiesta del club. Poi tra un paio di mesi vedremo come saranno messi, e a quel punto si potrà pensare anche al percorso in Champions League. Lo scudetto è ciò che manca a Simone Inzaghi e la squadra ne gioverebbe moltissimo. Questo è un ciclo che è stato aperto, e adesso è arrivato anche il momento di vincere”. 

Il Bologna intanto continua a sognare in grande. Può davvero essere l’anno buono per tornare in Europa?

“Il Bologna è lì, e non per caso. Le annate però diventano straordinarie quando si riesce a portare a termine il progetto e non è semplice. C’è stato un anno in cui giocavo con l’Atalanta e siamo arrivati alla fine del girone d’andata al terzo posto, stavamo facendo molto bene, ma poi ci siamo persi nel girone di ritorno. Thiago Motta e la società dovranno essere molto bravi a far sì che i giocatori restino con i piedi per terra perché la stagione è ancora lunga. C’è anche da aggiungere che al ritorno sarà più difficile, perché i felsinei non saranno più una sorpresa e tutti cercheranno di prendere le contromisure. Gli avversari ti studiano, ti concedono meno spazio e il mister dovrà trovare nuove soluzioni e dare strumenti diversi alla propria squadra, per cercare di mantenere la posizione in classifica”.