Più che sassolini, veri e propri macigni sono quelli che Amanda Knox deve aver collezionato nelle sue scarpe nel corso degli anni, e molti riguardano Rudy Guede, unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel 2007. La Knox è tornato ad attaccarlo in un lungo post su Twitter, nel quale ha annunciato il suo ritorno in Italia per il processo per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.

Amanda Knox contro Rudy Guede su X (ex Twitter): “Io devo difendermi mentre lui continua a fare del male a giovani donne”

Non ci sarà mai pace tra Amanda Knox e Rudy Guede. Del resto, è difficile immaginarsi qualcosa di diverso, quando le vite di due persone sono legate da un fatto di sangue efferato e ancora circondato da misteri – nonostante siano passati più di 16 anni – come l’omicidio di Meredith Kercher.

La morte dell’ex coinquilina della Knox, avvenuta la sera del 1 novembre 2007, getta ancora un’ombra nerissima sulle vite dei due ragazzi ormai diventati adulti. Anche perché le ramificazioni giudiziarie del delitto non sono ancora terminate.

E così, Amanda Knox, che ora vive una seconda vita nella sua città Natale, Seattle, torna nuovamente a parlare della vicenda su Twitter. Il motivo è, appunto, un nuovo processo in cui è accusata di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, anche lui coinvolto nella tragedia all’epoca dei fatti.

In un lungo post su Twitter, la Knox parla del suo coinvolgimento nel processo e, nel farlo, non risparmia un attacco proprio a Guede.

“Sedici anni dopo il mio arresto, sono ancora sotto processo in Italia, e sto ancora lottando per riabilitare il mio nome. Nel frattempo, l’uomo che ha ucciso la mia compagna di stanza è libero dal carcere, continua ad accusarmi e, a quanto pare, a fare del male a giovani donne. Viviamo in una simulazione?”

Il riferimento è alla denuncia di un’ex fidanzata di Guede, che accusa il 36enne ivoriano di maltrattamenti, violenza e lesioni personali.

Knox e il processo per calunnia a Patrick Lumumba: “Entusiasta di poter riabilitare il mio nome”

La Knox affronta, in altri post sul social network, il processo che la vedrà tornare in Italia per difendersi dalle accuse di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.

La donna era già stata condannata a tre anni ma, a ottobre, la Cassazione aveva accolto il suo ricorso contro la sentenza, dando il via a un nuovo processo, che si svolgerà a Firenze.

“Sono allo stesso tempo trepidante ed entusiasta della possibilità di riabilitare finalmente il mio nome una volta per tutte. Non ho paura di tornare in Italia e di testimoniare in mia difesa. Ero così impreparata a farlo da ventenne. A distanza di tanti anni, finalmente lo sono. E voglio che mia figlia e mio figlio vedano cosa significa difendere la verità e i propri principi”.

Amanda Knox si augura, quindi, che questo nuovo, ennesimo processo, sia la fine delle voci e dei sospetti che hanno circondato il suo nome da quella notte del 2007.

Non sarà così, purtroppo. Perché ancora troppi misteri circondano la morte di Meredith Kercher, mai del tutto chiariti da chi potrebbe fornire informazioni per diradare la nebbia. Come Rudy Guede, come Raffaele Sollecito e come lei stessa.