La CGUE ha dato via libera ad A22 ed alle 11 società che ne fanno parte (Juventus, Milan, Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham) di organizzare un proprio torneo parallelo (la “Superlega“) alla Champions League gestita dalla UEFA.
Una sentenza che per il mondo del calcio può rappresentare un punto di svolta, ma i cui contorni sono ancora avvolti dalle nebbie del futuro. Per giustificare il proprio progetto, molti sostenitori della Superlega hanno citato le altre Superleghe presenti in sport come il basket (l'”Eurolega“) o nel rugby (la “United Rugby Championship“). Vediamo come funzionano questi tornei alternativi ai campionati nazionali.
Superlega, come funziona nel basket: la storia dell’Eurolega
Nel 1991 i rappresentanti dei campionati professionistici italiano, francese e spagnolo si riunirono per creare la ULEB (Unione delle leghe europee di pallacanestro). Molti club volevano fare pressione sulla FIBA (Federazione Internazionale Pallacanestro) per avere licenze pluriennali per partecipare alla massima competizione continentale, ma soprattutto organizzare una competizione che potesse competere per prestigio e ricavi dell’NBA.
La ULEB riuscì a convincere ben 16 federazioni nazionali a partecipare al proprio progetto, che diede vita all’Eurolega e l’EuroCup (nel primo caso abbiamo la vera e propria Superlega di basket). Nel 2001 l’Europa vide due campioni di basket: la Virtus Bologna nella ULEB Euroleague e il Maccabi Tel Aviv nella FIBA Suproleague.
Situazione insostenibile, che portò ad un accordo che però andò a svantaggio della FIBA (che pure continua ad organizzare Mondiali, Europei ed Olimpiade). La ULEB ha poi organizzato anche competizioni transnazionali che hanno coinvolto le nazioni dell’ex Jugoslavia o del blocco sovietico (Russia, Lettonia, Kazakistan, ecc.).
Fino a qualche anno fa esisteva una regular season a tre gironi con 24 squadre partecipanti, che passavano poi ad una top 16 con quattro gironi ed il seguente turno ad eliminazione diretta a partire dai quarti di finale. Dal 2019-2020 le squadre sono state ridotte a 18, in un unico girone all’italiana con partite di andata e ritorno.
La “United Rugby Championship” del rugby: come funziona la Superlega della palla ovale
La “United Rugby Championship“, prima conosciuta come “Pro14“, è la massima competizione transnazionale di rugby, che coinvolge squadre sudafricane, gallesi, italiane, irlandesi e scozzesi.
Il germe della URC si ebbero nel 1999, quando il campionato scozzese e gallese si unirono per creare una competizione che fornisse uno spettacolo più avvincente ai tifosi e partite più competitive per i giocatori. Il successo fu tale che nel 2001 i club irlandesi chiesero di essere coinvolti nel progetto, dando così vita alla Celtic League.
Un aspetto da non trascurare in questa situazione è che la “Pro14” dell’epoca portò all’abolizione dei campionati nazionali delle partecipanti, preferendo queste un torneo unico con squadre in grado di richiamare tifosi e ricchi contratti televisivi. L’ultima modifica sostanziale si è avuta nel 2017, quando anche 4 squadre sudamericane si unirono al campionato.
Le franchigie della URC sono fisse e le squadre sudafricane vennero ammesse grazie al fatto che portavano vantaggi a livello di introiti televisivi. Le garanzie economiche richieste sono davvero ingenti: consideriamo le “Zebre Parma“, una delle due squadre italiane che partecipano. La gestisce la Federazione Italiana Rugby, garantendo un sostegno finanziario per giocatori e staff tecnico.
Da un lato abbiamo quindi i tornei nazionali, dall’altro questi tornei sovranazionali che ammantano di fascino le gare. Il rischio, che alcuni paventano anche per il calcio, è che esisteranno sempre meno squadre di medio o piccolo cabotaggio, non capaci né di competere per la Superlega di turno né di gareggiare adeguatamente nella competizione nazionale.