Direttore d’orchestra e pianista di fama internazionale, personalità fra le più influenti nel panorama musicale della seconda metà del Novecento. Ma chi è Leonard Bernestein e qual è la causa della sua morte? Il compositore interpretato da Bradley Cooper nel film “Maestro”?

Causa morte di Leonard Bernstein, protagonista del film “Maestro” interpretato da Bradley Cooper

Classe 1918, Leonard Bernstein è nato in Massachussetts, nella cittadina di Lawrence. Leonard Bernstein si è spento dopo una lunga malattia, per un infarto, il 14 ottobre 1990 a New York, lasciando un vuoto impossibile da colmare. Il suo talento a 360° gradi si esprime in molteplici sfaccettature, racchiuse, però, da tre lati del suo essere: composizione, piano e direzione d’orchestra.

Autore delle partiture di “West Side Story” e “On the Town”, grazie a lui la musica classica ha trovato il suo connubio con quella “popolare”, sebbene, il suo lavoro sia da sempre ispirato dal neoromantico. Ha saputo fondere, in una miscela mai di cattivo gusto, la musica colta europea e i linguaggi tipici americani come il jazz, o anche quelli del musical e della ballad.

È solamente con gli studi presso il Curtis Institute di Filadelfia e la sapiente guida del direttore d’orchestra Fritz Reiner, Bernstein – o Lenny, come amavano chiamarlo i fan – inizia a sviluppare curiosità per la partitura dal punto di vista della direzione, anziché come compositore o pianista. Una curiosità nata molto presto e che ben presto è divenuta un chiodo fisso: per Bernstein è identificarsi con il compositore, a tal punto da far suo il pezzo e maneggiarlo così in profondità da avere la sensazione di essere egli stesso l’autore.

Così Leonard Bernstein descriveva il suo modo di approcciarsi alle partiture:

Quando presi a rileggere la Nona sinfonia di Beethoven per la cinquantesima volta, dissi a me stesso che le avrei dedicato al massimo un’ora dopo cena, giusto il tempo di dare un’occhiata e di rinfrescarmi la memoria prima di andare a letto. Ahimè! Dopo mezz’ora, ero ancora a pagina due. Ed ero ancora alle prese col sacro testo alle due del mattino, e non certo vicino al Finale! Ero ancora fermo all’Adagio, rapito in mezzo alle stelle, perché vi stavo trovando un’infinità di cose nuove.

Era come se non l’avessi mai vista prima. Naturalmente, ricordavo tutte le note, come pure tutte le idee, la struttura, perfino il suo mistero. Ma c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, e non appena trovi una cosa nuova, ecco che le altre ti appaiono come sotto una luce diversa, perché la novità altera la relazione con tutto il resto. È impossibile immaginare quante cose nuove ci sono da scoprire, specialmente in Beethoven, che fu particolarmente vicino a Dio e uno dei compositori dalla personalità più ricca che siano mai esistiti…

Il debutto del genio e il grande amore

Il grande maestro debutta il 14 novembre 1943 alla celeberrima Carnegie Hall. Seppur dovendo sostituire il direttore Bruno Walter, assente per un improvviso malore, un Bernstein appena 25enne salì sul palco di una delle sale da concerto più prestigiose del mondo.

Otto anni dopo, nel 1951, prende la direzione stabile della New York Philarmonic e sposa la collega pianista e attrice costaricana Felicia Montealegre, grande amore della sua vita. Infatti, il loro matrimonio dura la bellezza di 30 anni, fino alla scomparsa prematura della donna a 56 anni, che provoca in Bernstein una profonda disperazione.

Certamente, però, un rapporto così lungo non può non nascondere anche delle ombre, tanto che il loro matrimonio è costellato anche da momenti di allontanamento e riconciliazioni. Bernstein era bisessuale e Felicia ha dovuto accettare che lui avesse rapporti con altri uomini, pur mantenendo un’alta discrezione. Questo segreto e la fiducia è il cuore pulsante del loro matrimonio, ma anche del film “Maestro” con Bradley Cooper e Carey Mulligan. Dal loro amore nasceranno tre figli: Jamie, Alexander e Nina.

Bernstein girovago

Il successo e il prestigio crescono di pari passi con il suo notevole curriculum, tanto da essere il primo direttore d’orchestra americano a essere invitato alla Scala. Nel suo soggiorno milanese, Bernstein dirige la “Medea” (1953), la “Bohème” e la “Sonnambula” (1955). Nel 1979 riceve il Premio UNESCO per la musica.

Il direttore e compositore ha un periodo da girovago. Questo periodo di libertà e svincolato dal legame con qualche orchestra, passa da una compagnia all’altra. Fra le più blasonate, la Wiener Philarmoniker, mentre sul piano discografico, Bernstein incide con la Columbia/CBS Masterworks e collabora con i grandi solisti e cantanti: Glenn Gould, Zimerman, Janet Baker e il violinista Isaac Stern.

Una carriera di successi e un carattere particolare

Girovago non fra le compagnie, ma anche dal punto di vista della sperimentazione. Sono rimaste impresse nella memoria la rivisitazione moderna di “West Side Story”, dove Capuleti e Montecchi sono catapultati in un mondo anni Cinquanta negli scontri fra bande a New York.

Ma il carattere esuberante e particolare di Bernstein trova la sua calma nei lavori più “impegnati” come “Jeremiah Symphony” (1942), “The Age of Anxiety“, “Serenata per violino, archi e percussioni” (1954), “Messa” (1971) e “Songfest” (1977). Con il cinema ha vinto un Oscar per la migliore colonna sonora del film “On the waterfront” (“Fronte del porto”). La sua immedesimazione è totale e la sua energia incontenibile:

Dopo le esecuzioni che io chiamo buone (un’esperienza incredibile come se componessi in quel momento…), devono passare alcuni minuti prima che riesca a ricordare dove mi trovo, in quale sala o teatro, in quale Paese, o chi sono. Una sorta di estasi che corrisponde in tutto e per tutto alla perdita di coscienza

Dipingere un quadro esaustivo della vita di un personaggio così grande è un’idea impensabile. Dunque sembra opportuno concludere con il fil rouge che lega ogni istante della sua vita e ogni aspetto della sua essenza: l’amore infinito per la musica. Amore che ha cercato di trasmettere a chiunque lo abbia incontrato: amici, attori, musicisti e persino i bambini. Infatti, Bernstein ha tenuto diverse lezioni ai più piccoli e ai più giovani, trasmesse dalla tv americana.