Ha 63 anni, è una nota sindacalista cinese ed è pioniera del movimento pro-democrazia di Hong Kong: scopriamo insieme chi è Marilyn Tang, perché è stata condannata e quale pena è chiamata ora a scontare. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul suo conto e sulle vicende che la riguardano.
Chi è Marilyn Tang, la sindacalista democratica condannata ad Hong Kong
Il nome di Marilyn Tang oggi rimbalza su telegiornali, testate, televisioni e media cinesi. Ma qual è il motivo e che cosa ha fatto questa donna di così grave? Come abbiamo appena anticipato, stiamo parlando di una signora sindacalista cinese. Lei è una grande sostenitrice della democrazia, della libertà di pensiero, di parola, di espressione e molto altro ancora.
Nel corso della mattinata di oggi, giovedì 21 dicembre 2023, anche nel nostro Paese è arrivata la notizia della condanna di Marilyn Tang da parte dei giudici del tribunale di Hong Kong. Una condanna non ben vista dal mondo occidentale e dal mondo libero in quanto è giunta nel contesto del clima repressivo in atto nella città cinese.
Un clima nato dopo l’adozione di una particolare legge sulla sicurezza mondiale imposta da Pechino nel 2020, in risposta ad una serie di massicce proteste e di iniziative che si erano tenute in diverse città in quell’anno a difesa e a favore della democrazia. Contro dunque il regime vigente.
Le accuse
La principale accusa che viene mossa nei confronti della sindacalista di 63 anni è quella di aver portato via due dispositivi elettronici – nello specifico un telefono e un laptop – poco prima di una perquisizione della Polizia a casa di sua sorella.
Per tale motivo la donna è stata condannata a sei mesi di prigione. A Marilyn Tang viene contestato il fatto di aver fatto in modo che le forze dell’ordine cinesi non trovassero alcune possibili prove contro la sorella Elizabeth Tang. Quest’ultima è stata arrestata lo scorso maggio ma non è stata ancora formalmente accusata.
La decisione di rinchiudere per sei mesi la sindacalista pro-democrazia in Cina è arrivata nonostante i dispositivi elettronici che lei aveva nascosto agli investigatori non erano stati manipolati e non contenevano “alcuna prova incriminante” contro la sorella.
Questi particolari però ai giudici non sono bastati. La Corte di Hong Kong ha ritenuto “grave” la natura del reato. Ha ritenuto la pena detentiva alla reclusione per metà anno come qualcosa di “inevitabile”.
La decisione subito è stata attaccata da diversi esponenti del mondo occidentale. In molti ritengono che la condanna non sia tanto per l’atto in sé quanto per cercare di fermare un personaggio scomodo al governo cinese. Non è la prima volta infatti che sentiamo parlare di attivisti arrestati o condannati.
Cosa sta succedendo in Cina?
È impossibile non notare che la condanna di Tang è arrivata pochi giorni dopo l’apertura del processo a Hong Kong contro Jimmy Lai presso la Corte di West Kowloon. Anche lui è da anni considerato un’attivista difensore della democrazia.
Contro l’uomo, magnate dei media, 76 anni, vi è l’accusa di “collusione con forze straniere” che minacciano la sicurezza nazionale. Il processo dovrebbe durare in tutto 80 giorni lavorativi. Il noto imprenditore sta rischiando l’ergastolo. Se ritenuto colpevole e condannato dunque potrebbe finire in carcere a vita.
Lai è famoso in tutto il mondo per essere stato il fondatore di Apple Daily, testata che ora non esiste più. Secondo molti, cinesi e non, il processo a suo carico è un “processo farsa e ingiusto”. Il tycoon dei media aveva infatti sfidato la città di Pechino ed era diventato un simbolo del movimento pro-democrazia.
Si trova in carcere da tre anni. Egli continua a definirsi non colpevole per i fatti che gli vengono contestati. Nel processo in corso e gli sarà giudicato alla sbarra senza giuria e senza avvocato.