La lunga vertenza tra Ripple e la SEC, contrariamente a quanto si pensa, non è terminata del tutto. L’ultima puntata di questa storia è stata oggetto di commenti trionfalistici da parte di coloro che sostengono l’azienda, ma in effetti si tratta del classico bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.

Il giudice che si è espresso nel mese di luglio, infatti, ha sostenuto che il token XRP non è un titolo, sinché la sua vendita avviene sugli exchange di asset digitali. Questa parte della sentenza ha dato la stura ai festeggiamenti in casa Ripple, ma al tempo stesso la sentenza afferma che la trasformazione in titolo avviene nel momento stesso in cui lo stesso token è proposto a clienti istituzionali. In questa seconda veste, infatti, soddisfa le condizioni del classico test di Howey.

Da quel momento XRP ha dato vita ad un prolungato rally, che gli ha consentito di arrivare ad un clamoroso +83% rispetto alla quotazione con cui aveva iniziato l’anno. Nelle ultime settimane, però, ha lasciato qualcosa sul terreno, segno evidente che molti investitori si sono presi una pausa di riflessione.

Ripple: è in corso una pausa di riflessione

Non è semplice capire come potrebbe andare nel corso del 2024, per Ripple. Per capirlo occorre partire proprio dalle decisioni di luglio, che hanno in pratica lasciato la porta aperta a qualsiasi esito finale.

Per capirlo basta in effetti leggere le dichiarazioni rilasciate da Stuart Alderoty, chief legal officer di Ripple, il quale ha affermato di attendersi la chiusura della vicenda proprio nel 2024.

Sembra abbastanza chiaro, quindi, che i trionfalismi estivi hanno ormai lasciato spazio alla doverosa riflessione, all’interno dell’azienda. In effetti i pericoli insiti nel contenzioso con la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti sono ancora presenti.

Tanto da spingere i legali di Ripple ad affermare che l’unica vera soluzione di quella che assomiglia ad una guerra della SEC contro l’intero settore dell’innovazione finanziaria non può che essere rappresentata dalla tanto attesa regolamentazione del settore. Come ad esempio ha fatto l’Unione Europea, con il Markets in Crypto Assets (MiCA), la normativa che indica i paletti legislativi in cui devono muoversi le aziende del settore lungo l’eurozona.

Ripple: come potrebbe andare nel 2024?

L’attesa per la decisione finale della SEC sembra alla base della flessione fatta registrare da XRP nel corso delle ultime settimane. Occorre comunque sottolineare che, dopo aver iniziato l’anno a quota 0,345 dollari, il token è ora a 0,62. Ha quindi corso molto durante il 2023 e la speranza di chi lo detiene è che possa fare altrettanto, nel 2024.

Si tratta di una speranza ragionevole? Non è facile capirlo. La SEC, infatti, non sembra intenzionata a trattare con l’azienda e punta al risultato pieno. Un atteggiamento che secondo molti analisti ha frenato la crescita del token, impedendone l’accettazione negli Stati Uniti.

Una tesi portata avanti soprattutto da John Deaton, un avvocato che non ha esitato a schierarsi al fianco di Ripple, durante la vicenda giudiziaria. Nel frattempo, però, l’atmosfera sembra essere notevolmente mutata.

A dimostrarlo è il ritorno di XRP nelle contrattazioni di molti degli exchange che avevano deciso di bandirlo in precedenza. Un atteggiamento il quale era da collegare ai timori di ritorsioni da parte dell’autorità di controllo. Questo ritorno è stato interpretato alla stregua di un attestato di fiducia in previsione della conclusione della vicenda.

Un altro fattore che sembra giocare a favore di Ripple è poi l’approssimarsi del quarto halving di Bitcoin. Un evento che potrebbe innescare il boom dell’intero settore, scacciando il crypto winter dell’ultimo biennio.

La speranza è, naturalmente, che non ci siano altri clamorosi crolli, come quello di FTX, a fare da contrappeso in tal senso. In tal caso, XRP potrebbe effettivamente crescere, anche se è difficile pensare ad un raddoppio del suo valore, come è praticamente avvenuto nel 2023.