L’Italia alla fine ha detto sì: le modifiche al Patto di stabilità diventeranno effettive e la nuova versione partirà dalla primavera del 2024. La presidenza spagnola dell’Ecofin ha annunciato che i ministri dell’economia hanno raggiunto un accordo sulla riforma della supervisione di bilancio.
Il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti ha espresso la propria soddisfazione riguardo le nuove regole, che permetteranno una gestione delle finanze statali (da parte dell’Italia) responsabile ma non austera. Soddisfazione non solo dal commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni, ma anche da parte di Fratelli d’Italia e Lega, mentre Giuseppe Conte del M5S critica l’accordo: “Meloni ci ha rifilato un pacco, tornerà l’austerità“.
Patto di stabilità, c’è il sì dell’Italia: il periodo di aggiustamento dei conti sale a 7 anni, salvaguardati gli investimenti del PNRR
Il lavorio paziente ma costante di Giancarlo Giorgetti e per esteso di Giorgia Meloni in Europa ha dato i suoi frutti. Il Patto di stabilità ha accolto alcune richieste italiane e ha permesso di evitare un ritorno all’austerità che per diversi motivi Germania, Olanda ed altri “paesi frugali” chiedevano da tempo.
Gli investimenti che uno stato ha fatto per il proprio PNRR dalla primavera 2024 saranno guardati con un occhio di riguardo. Gli Stati con un deficit sopra al 3% saranno chiamati ad attuare una riduzione annua dello 0,5%.
Uno dei punti più a cuore della politica italiana riguardava come conteggiare le spese fatte per la difesa: con le nuove norme, un’eventuale procedura per deficit eccessivo terrà in considerazione gli investimenti fatti per il proprio apparato difensivo. Su spinta della Francia (e con l’assenso di Germania ed Italia), è stata approvata una clausola transitoria per il 2025-2027 che prevede di tenere in considerazione l’aumento degli interessi sul debito nel calcolo del taglio di deficit.
E’ stato introdotto anche un “cuscinetto” fiscale pari all’1,5%, che amplia quindi il deficit tollerato. A seconda del deficit di ogni stato, l’aggiustamento del proprio bilancio può avvenire su base quadriennale o settennale, cosa che porta quel cuscinetto fiscale ad una diversa rimodulazione (0,4% del Pil nel primo caso, 0,25% nel secondo).
I commenti politici sono tutti favorevoli all’intesa raggiunta e tirano un sospiro di sollievo. Ora i lavori tecnici proseguiranno per completare il testo giuridico in base all’accordo provvisorio. Si prevede una un’approvazione dal Parlamento e dal Consiglio europei e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale nel 2024.
Così si è espresso il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni:
L’accordo è una buona notizia per l’economia europea, il viaggio non è ancora finito. A gennaio noi dovremo passare alla fase successiva, quella dei triloghi e ho fiducia che lo stesso spirito di costruttivo e di compromesso che ci ha portato al risultato di successo di oggi ci guidi ad una positiva conclusione delle tappe finali. L’Italia ha contribuito in modo rilevante, direi decisivo, soprattutto nell’ultimissima fase, insieme alla Francia e alla Germania, a raggiungere questa intesa. Penso che per l’Italia siano molto importanti alcuni aspetti che riguardano il percorso di correzione del deficit che tenga conto dei maggiori costi per i tassi di interesse, il riconoscimento dell’importanza degli investimenti nel Pnrr per ottenere un periodo più lungo dell’aggiustamento e il riconoscimento dell’importanza delle spese della difesa.
Ci sono alcune cose positive e altre meno. L’Italia ha ottenuto però molto e soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito mentre dall’altra guarda agli investimenti specialmente del Pnrr con spirito costruttivo.
Patto di stabilità, Conte (M5S) critica il nuovo accordo: “E’ un ritorno alle vecchie regole di austerità”
Voce fuori dal coro, infine, quella di Giuseppe Conte. Il leader del M5S ringrazia ironicamente Giorgia Meloni per questo “pacco di stabilità” uscito oggi dall’Ecofin:
Ho sempre combattuto, quando ero al governo, per contrastare le vecchie logiche di austerità e trasformare il Patto di stabilità e crescita in un ‘Patto di crescita nella stabilità’. Purtroppo da un anno se ne occupa Giorgia Meloni e il suo patriottismo a chiacchiere sta rifilando all’Italia un “Pacco di stabilità” che si tradurrà in un cappio al collo per il Paese. Un Patto scritto dalla Germania, comunicato ieri dai ministri tedesco e francese, che hanno precisato che il ministro Giorgetti era “informato”.