Morto regista Malchiodi David Donatello, tutto vero e tutto molto triste. Il mondo del cinema, infatti, piange uno dei suoi più talentuosi e giovani artigiani che, a soli trentadue anni, è scomparso lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nei suoi amici ma anche nei tanti addetti ai lavori che individuano in lui un predestinato per tecnica e approccio visionario. Ecco quale traccia artistica ha saputo comunque lasciare e perché la notizia sta commuovendo in molti nella Rete.

Morto regista Malchiodi David Donatello, la notizia

E’ venuto a mancare a soli 32 anni il regista Stefano Malchiodi. Originario di Martinengo, alle porte di Bergamo, si era fatto notare fin da ragazzo per una forte personalità, tanto che, nel 2021, si era aggiudicato un David di Donatello nella categoria miglior cortometraggio con “Anne“, realizzato insieme a Domenico Croce. Un riconoscimento che ne aveva definitivamente sancito la strada in discesa, in un’ipotetica nuove generazione del cinema italiano con altri nomi emergenti come la produttrice Azzurra Ariè ed altri.

Le cause

Secondo alcuni media locali, le cause del decesso del regista Stefano Malchiodi sarebbero da addurre un’embolia polmonare emersi dopo un ricovero d’urgenza presso un ospedale romano. Ecco il ricordo postato sulle pagine social del Centro sperimentale di Cinematografia che Malchiodi aveva frequentato dopo essersi trasferito a Roma nel 2015 dalla sua Bergamo: 

“Sottratto troppo presto alla sua vita e al suo amatissimo lavoro, oggi non possiamo che dedicargli un pensiero immenso e unirci al dolore dei suoi familiari, dei suoi amici e di tutti i compagni e i docenti del CSC.” 

Il cortometraggio “Anne”

Il lavoro di Malchiodi era stato presentato anche in concorso al Giffoni Film Festival. La trama affondava le sue radici nella storia vera di James Leininger, un bambino americano che fin dalla più tenera età ha dimostrato di avere ricordi di una vita passata. E infatti, nel lavoro, il piccolo James, di soli sei anni, si sveglia di notte in preda agli incubi rimembrando guerra, morti e molte battaglie combattute nel Pacifico durante la II Guerra Mondiale. Nonostante la un’età tenera quei ricordi sono i suoi e questo sconvolge tutti. A rendere unica l’opera, anche la sua realizzazione con la tecnica del rotoscopio, che rende le immagini quasi pittoriche. In merito, in un’intervista al sito Birdenmagazine, il cineasta dichiarò così:

“La rotoscopia viene realizzato tramite particolari filtri e lavorazioni fotografiche. E’ stato un lavoro fatto su ogni singolo fotogramma delle riprese girate dal vivo e poi utilizzate nel montaggio finale. Ovviamente questo ha richiesto mesi, dunque è stata completato solo a inizio 2019. Piuttosto, posso dire che il centro del nostro lavoro è stato il montaggio, impostato come fondamento di tutto il racconto e anche del lavoro registico. In ‘Anne’ il montaggio ha una vera e propria funzione registica. Tutto è scritto in funzione del montaggio, sceneggiatura compresa. Ecco perché mi piace parlare di scrittura per immagini. Sul versante dell’animazione, lo sperimentalismo emerso con l’integrazione tra rotoscopia e repertorio è stato più che altro un azzardo che non voleva imitare o seguire qualcosa di già visto.”